Aldo Alberti-Poja

(Trento, 1870-1961)

Aldo Scipione Edoardo conte Alberti-Poja nacque a Trento da Luigi Cristoforo Francesco (1816-1879) e da Ida Francesca Anna Tonetta (1842-1919). Frequentò prima il Ginnasio Liceo a Trento e poi l’università a Innsbruck e a Graz, laureandosi in giurisprudenza nel 1899. Ricoprì il ruolo di funzionario dell’Intendenza di Finanza di Trento e della Direzione provinciale di Innsbruck dal 1894 fino al pensionamento nel 1920. Dal matrimonio con Olga contessa Sardagna von Neuburg und Hohenstein (1879-1956) ebbe i figli Antonio Clemente (1913-1992) e Maria Annunziata (1915-1957). La famiglia è oggi estinta.

Terminati gli impegni professionali, per quattro decenni si dedicò a studi di astronomia, meteorologia e storia; era appassionato anche di musica e pittura. Le sue ricerche storiche riguardarono in particolare i suoi antenati, e soprattutto Francesco Alberti-Poja, principe vescovo di Trento dal 1677 al 1689, promotore di significativi interventi edilizi.

Per la Società di Studi Trentini di Scienze Storiche, della quale era socio, ricoprì le cariche di consigliere (1926-1928), cassiere (1928-1929) e presidente (1949-1951). Fu anche collaboratore del Museo del Risorgimento di Trento e socio (dal 1926); conservatore del Museo di Storia Naturale di Trento (dal 1935); socio dell’Accademia Roveretana degli Agiati (dal 1940) e presidente della Commissione comunale per la Biblioteca di Trento (1946-1948). Collaborò a giornali e riviste; ebbe rapporti di stima e di amicizia con Silvio a Prato (1892-1975), Francesco Menestrina (1872-1961), Pietro Pedrotti (1875-1956), don Antonio Rossaro (1883-1952). Definito, in un giornale dell’epoca, “gentiluomo di antico stampo”, di spirito religioso, coltivò sentimenti di carattere nazionale; che emergono dalle sue amicizie, dalla circostanza di aver concesso in prestito “preziosi cimeli” alla mostra che Bice Rizzi nel 1948 per celebrare gli eventi del 1848 in Trentino e, anche, dai suoi atti di ultima volontà nei quali disponeva che i suoi beni passassero “a persone o enti italiani”.

Attinse per le sue pubblicazioni al corposo archivio e alla prestigiosa biblioteca del casato, ereditata in parte dalla zia paterna Virginia contessa Alberti-Poja e da sua figlia Giulia baronessa Turco de Trent Turcati. Conservava libri e documenti, aperti alla consultazione, presso la sua abitazione in via dei Paradisi 1, oggi sede di un istituto bancario (l’edificio, commissionato dello stesso Alberti-Poja nel 1925-1926, fu costruito in stile neobarocco: forse il committente intendeva ricollegarsi al periodo storico del principe vescovo di Trento Francesco Alberti-Poja).

Nel testamento, reperito per la redazione di questa scheda biografica (Trento, Archivio Notarile Distrettuale, notaio Giuseppe Nicolodi di Trento, b. 2918, repertorio n. 57551, raccolta n. 20765), assegnò singole parti della sua raccolta libraria a diversi enti, come il Museo Tridentino di Scienze Naturali e il Conservatorio di Musica “Claudio Monteverdi” di Bolzano (al quale lasciò anche i suoi strumenti musicali). Stabilì inoltre che quanto fosse rimasto della biblioteca confluisse al Seminario Maggiore di Trento, assieme all’archivio di famiglia. Il figlio Antonio Clemente ebbe il compito di adempiere le volontà del padre. Fonti orali asseriscono che durante il trasloco il Comune di Pergine Valsugana mise a disposizione dei conti Alberti-Poja un locale da utilizzare quale deposito di transito, poi riconsegnato dopo il trasloco; da qui la notizia, errata, che (parte) del materiale archivistico fosse confluito nell’archivio del Comune di Pergine.

La porzione maggiore del fondo documentario pervenne negli anni Settanta al Museo Diocesano Tridentino, quindi all’Archivio del Capitolo della Cattedrale di Trento e oggi è conservata presso l’Archivio Diocesano Tridentino, in corso di riordino e inventariazione. Carte dei conti Alberti-Poja sono anche presso la Biblioteca comunale di Trento e in proprietà privata.

 

Opere principali (in ordine cronologico)

  • A proposito della consacrazione del Principe Vescovo Francesco degli Alberti Poja, in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, 14 (1933), p. 173.
  • Personaggi illustri al concilio di Trento, Trento, Monauni, 1947.
  • La Cappella di S. Pio V in S. Lorenzo, in “San Vigilio. Rivista bimestrale per il clero”, 23 (1948), pp. 89-92.
  • Un feudo extraterritoriale del principato di Trento. Castellaro Mantovano, Trento, Società per gli Studi Trentini, 1950.
  • Il Principe Eugenio di Savoia ed un bandito solandro, in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, 35 (1956), pp. 85-86.
  • Una curiosa amministrazione del canonico Francesco Alberti-Poja (1650-1658), in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, 36 (1957), pp. 17-35.
  • L’“Justitia et Pax” del vescovo Francesco Alberti-Poja, in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, 38 (1959), pp. 64-68.

Bibliografia su Aldo Alberti-Poja

  • È morto a novant’anni il conte Aldo Alberti-Poja, in “Gazzettino di Trento”, 3 marzo 1961, p. 4.
  • Gino Segatta, Si è spento il conte Aldo Alberti Poja eclettica figura di cittadino, studioso e artista, in “L’Adige”, 3 marzo 1961, p.4.
  • Soci scomparsi, in “Bollettino del Museo trentino del Risorgimento”, (1961), n. 3, pp. 25-26.
  • Giulio Benedetto Emert, Aldo Alberti-Poja, in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, 40 (1961), pp. 186-188.
  • Mario Ferrari, Dott. Aldo Conte Alberti Poja, in “Natura Alpina”, 12 (1961), pp. 81-88 (con foto).
  • Ferruccio Trentini, Necrologie dei Soci dell’Accademia Roveretana degli Agiati scomparsi negli anni 1958-1964, in “Atti della Accademia Roveretana degli Agiati”, s. VI, 4 (1964), pp. 137-138.
  • Un secolo di vita dell’Accademia degli Agiati (1901-2000), a cura di Gauro Coppola, Antonio Passerini, Gianfranco Zandonati, 2: I soci, Rovereto, Accademia roveretana degli Agiati, 2003, pp. 20-22.

Paolo Dalla Torre