Marostica, 11 luglio 1923 – Padova, 28 maggio 2007

Nato da Valentino Stella (di vecchio ceppo asiaghese noto localmente con il soprannome di Celto-Masein) e Candida Crestani a Marostica, qui sfollati dall’Altopiano durante la Prima guerra mondiale, conseguì la maturità classica nel 1942 a Padova. Chiamato alle armi nel 1944 come sottufficiale degli alpini (il fratello maggiore Antonio, amico di Mario Rigoni Stern, fu sergente nella campagna di Russia e nel 2002 ricordato con affetto in una pubblicazione), partecipò alla Resistenza e ottenne la croce al merito di guerra. Ripresi gli studi interrotti a causa del conflitto, si laureò a pieni voti in Lettere classiche a Padova nel 1946, con una tesi su Le dottrine politiche di Cicerone, relatore Aldo Ferrabino. Nel 1950 ottenne anche la laurea in Filosofia discutendo la tesi Le forme degenerative dello Stato dal «Politico» alle «Leggi» di Platone, relatore Luigi Stefanini. Questa formazione fu alla base dei forti interessi per la storia intellettuale, che più tardi coltivò con intelligente apertura. Insegnante di liceo dal 1946 al 1970, dal 1958 al 1962 fu allievo della Scuola dell’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea, allora diretta da Federico Chabod (scomparso nel 1960). Qui conobbe Giuseppe Galasso (1929-2018) e Giuliano Procacci (1926-2008), e fu indirizzato allo studio e alla pubblicazione delle fonti relative alla Nunziatura pontificia di Venezia, essenziali per conoscere i rapporti tra la Serenissima e il Papato nel secolo XVI. L’oneroso impegno spostò decisamente gli interessi dello studioso, che nella la prima fase dei suoi studi si era dedicato alla storia economica trentina sotto la guida di Roberto Cessi. Nel 1961 conseguì la libera docenza in Storia moderna (che gli valse il lusinghiero apprezzamento di Delio Cantimori). Dal 1962 al 1966 fu professore incaricato di Storia del Risorgimento presso l’Università di Padova e dal 1966 al 1970 di Storia moderna. Dal 1960 al 1970 insegnò anche presso l’Università di Trieste, divenendo nel 1971 titolare della cattedra di storia moderna presso la facoltà di Magistero a Padova. Nel 1981 fu visiting professor a Berkeley e a Princeton. Nel corso della sua lunga attività scientifica fece parte di numerosi sodalizi, tra i quali l’Accademia Galileiana di Padova, l’Accademia Olimpica di Vicenza, l’Accademia Muratoriana di Modena, la Deputazione di storia patria per le Venezie, l’Istituto per la storia ecclesiastica padovana, l’Istituto veneto di Scienze, Lettere ed Arti, la Società di studi trentini di scienze storiche.
Studioso tanto poliedrico quanto duttile, sorretto da rigorosa preparazione filologica e scrupolo documentario (che un po’ tramite il ruvido Roberto Cessi ma soprattutto l’amico Paolo Sambin, più anziano di un decennio, gli proveniva dalla ‘scuola’ padovana avente in Giuseppe De Leva e Andrea Gloria i suoi capostipiti), aperto alle suggestioni e all’influenza di studiosi quali Fernand Braudel, Gino Luzzatto, Carlo M. Cipolla prima, Federico Chabod e Delio Cantimori poi e di numerosi altri studiosi di ambito tedesco e anglosassone, tra i quali Heinrich Lutz, Johann Rainer, Josef Riedmann, Karl-Heinz Ludwig, Rainer Wohlfeil, Tom Scott, Bernard Bailyn, George H. Williams, Josef Macek, Elizabeth G. Gleason, con cui spesso fu in rapporto diretto grazie alle sue conoscenze linguistiche, fu sempre in grado di fare ‘reagire’ gli interessi di storia regionale economico-sociale e quelli di storia religiosa e culturale, la storia politico-diplomatica, la storia dei movimenti eterodossi in ambito europeo e quella della tolleranza religiosa e delle radici del costituzionalismo americano con il contesto più ampio della storia generale. Come ha sottolineato Giuseppe Galasso, Stella ebbe “una capacità di rinnovamento tematico non frequente negli studiosi che hanno dietro di sé un curriculum di studi così lungo e caratterizzato come il suo”. Studioso saldamente orientato in senso cattolico ma non confessionale, seppe mostrare notevole capacità di apertura “verso la realtà e i valori del mondo laico moderno”. Rafforzò inoltre costantemente “il suo profilo di studioso italiano della storia di altri paesi: un profilo, ancora una volta, tutt’altro che frequente nella prassi italiana e, quindi, tanto più importante per la cultura nazionale”.
All’ambito storico trentino e tirolese ha dedicato in varie fasi della sua attività alcune accurate ricerche con apporti nuovi (sulla storia economica e sociale, sull’industria mineraria in particolare, sulla guerra contadina del 1525 e su Gaysmair), come pure sintesi informative, sempre sorrette da solida conoscenza delle fonti e della bibliografia.

Opere principali di carattere generale e regionale (in ordine cronologico)

  • Politica ed economia nel territorio trentino-tirolese dal XIII al XVII secolo, Padova, Antenore, 1958.
  • Nunziature di Venezia, VIII, IX, X, Roma, Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea 1963-1977 (Fonti per la storia d’Italia, 65, 85, 132).
  • Chiesa e Stato nelle relazioni dei nunzi pontifici a Venezia. Ricerche sul giurisdizionalismo veneziano dal XVI al XVIII secolo, Città del Vaticano, Ed. Bibl. apostolica Vaticana, 1964 (Studi e testi, 239).
  • Dall’anabattismo al socinianesimo nel Cinquecento veneto. Ricerche storiche, Padova, Liviana, 1967.
  • Anabattismo e antitrinitarismo in Italia nel XVI secolo. Nuove ricerche storiche, Padova, Liviana, 1969.
  • La rivoluzione contadina del 1525 e l’utopia di Michael Gaismayr, Padova, Liviana, 1975.
  • I principati vescovili di Trento e Bressanone, in Storia d’Italia, diretta da Giuseppe Galasso, 17, Torino, UTET, 1979, pp. 497-606 (poi ripubblicato in Trento, Bressanone, Trieste: sette secoli di autonomia ai confini d’Italia, Torino, UTET, 1987).
  • Dall’anabattismo veneto al ‘Sozialevangelismus’ dei Fratelli Hutteriti e all’illuminismo religioso sociniano, Roma, Herder, 1996.
  • Il Bauernführer Michael Gaismair e l’utopia di un repubblicanesimo popolare, Bologna, Il Mulino, 1999.
  • Lepanto nella storia e nella storiografia alla luce di nuovi documenti, in “Studi veneziani”, 51 (2006) pp. 205-278.

Per una bibliografia completa si vedano:

  • Paolo Sambin, Bibliografia degli scritti di Aldo Stella, in Continuità e discontinuità nella storia politica, economica e religiosa. Studi in onore di Aldo Stella, raccolti da Paolo Pecorari e Giovanni Silvano, Vicenza, Neri Pozza, 1993, pp. XVII-XXV (raccoglie le schede relative agli scritti del periodo 1953-1993).
  • Paolo Sambin, Bibliografia degli scritti di Aldo Stella, in Europa e America nella storia della civiltà. Studi in onore di Aldo Stella, a cura di Paolo Pecorari, Treviso, Antilia, 2003, pp. XXV-XXVIII (raccoglie le schede relative agli scritti del periodo 1993-2003).

Bibliografia su Aldo Stella (in ordine cronologico)

  • Giuseppe Galasso, Aldo Stella, in Europa e America nella storia della civiltà. Studi in onore di Aldo Stella, a cura di Paolo Pecorari, Treviso, Antilia, 2003, pp. 3-12.
  • Paolo Pecorari, Ricordo di Aldo Stella, letto durante l’assemblea ordinaria dei soci dell’Istituto veneto di Scienze, Lettere ed Arti il 19 aprile 2008 (http://www.istitutoveneto.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/255) (ultimo controllo: 12 novembre 2018).

Ugo Pistoia