Avio, 10 agosto 1872 – Asolo, 9 settembre 1974

Arnaldo Lorenzo Maria Segarizzi, figlio del medico Giuseppe e di Giuseppina Ravagni, nacque ad Avio nel 1872. Dopo gli studi ginnasiali iniziati a Rovereto, proseguiti a Trento e terminati di nuovo a Rovereto nel 1891, si iscrisse alla Facoltà di Lettere a Vienna: pare che la scelta della sede sia stata fatta con poca convinzione, per compiacere un desiderio del padre. Già l’anno seguente si trasferì all’Università di Roma dove rimase due anni senza dare nemmeno un esame. In quegli anni iniziò a frequentare le biblioteche della Città Eterna. La carriera universitaria divenne più produttiva successivamente, a Genova e infine a Padova, dove si laureò nel 1897. Di quegli anni raccontava: “quando era mio dovere di assistere alle lezioni universitarie, frequentavo invece assiduamente biblioteche e archivi di Padova, per cercarvi fra l’altro quanto si riferisce ai trentini che insegnarono o studiarono nell’Ateneo padovano” (Archivio Trentino, 1907, p. 99). La sua tesi di laurea vinse il premio Lattes ed ebbe l’onore di venire pubblicata nella “Biblioteca storica della letteratura italiana” nel 1901 con il titolo La Catinia, le orazioni e le epistole di Sicco Polenton umanista trentino del secolo XV. Nel 1898 assunse la cittadinanza italiana, come facevano altri intellettuali trentini animati da idealità nazionali e che decidevano di emigrare nel Regno. Aderì all’invito di Cesare Battisti di scrivere sulla nuova rivista culturale trentina “Tridentum” alla quale collaborò con una quindicina di articoli tra il 1899 e il 1908; negli stessi anni pubblicò anche su “Archivio Trentino”.

Nel novembre 1901 venne assunto con il ruolo di vice bibliotecario alla Marciana di Venezia, dove affiancò il prefetto Salomone Morpurgo nelle operazioni di trasloco dai locali di Palazzo Ducale a quelli della Zecca. Si dedicò alla revisione delle collezioni e inoltre si occupò della descrizione dei manoscritti. Nel 1905, a seguito della sua candidatura per il posto di direttore della Biblioteca della Fondazione Querini Stampalia, venne scelto per tale ufficio che tenne per cinque anni insieme al posto alla Marciana. A partire dal 1910 decise di occuparsi solo della Querini Stampalia, nella quale poté realizzare il suo disegno di biblioteca, formato in anni di letture e di frequentazioni di istituti culturali (dalla scelta dei nuovi scaffali presso una ditta francese, al censimento di incunaboli e aldine, allo studio degli spazi più idonei da destinare agli studiosi; unificò in un’unica sequenza alfabetica il catalogo per autori e quello per soggetto prendendo spunto dalla biblioteconomia americana; introdusse l’uso delle schede mobili di formato 12 x 7,5 cm sistemate in cassettiere). Furono anni di grande sviluppo e prestigio per la biblioteca veneziana, che aumentò significativamente le sue collezioni grazie agli acquisti sul mercato antiquario e a doni importanti da parte di privati.

All’indomani della Grande Guerra il Magistrato civico di Trento gli chiese di poter contribuire per alcuni mesi con la sua consulenza alla riorganizzazione della Biblioteca comunale della città appena annessa al Regno. Con il consenso dei curatori della Fondazione Querini Stampalia, Segarizzi diede volentieri il suo appoggio in varie riprese tra il febbraio e l’agosto del 1919. Individuò nel palazzo del Collegio dei Gesuiti l’edificio adatto per stabilire la nuova sede; suggerì modifiche all’architettura e agli arredi; organizzò le raccolte librarie in sezioni che, per quanto riguarda le pubblicazioni locali, corrispondono grosso modo a quelle tuttora vigenti. Anche dopo la nomina del nuovo direttore della Biblioteca comunale di Trento nella figura del conte Lamberto Cesarini Sforza, fu in più occasioni interpellato da questi per avere consigli operativi. In due occasioni tornò a Trento (febbraio 1920 e primavera 1921) per affiancarlo nell’avviare la riapertura al pubblico della Biblioteca.

Fu socio di vari sodalizi culturali: nel 1904 entrò nella Deputazione veneta di Storia Patria, alla cui rivista “Nuovo Archivio Veneto” collaborava però già del 1902 con la compilazione del Bollettino Bibliografico della Regione Veneta. Nel 1909 entrò nel comitato di redazione della rivista; nel 1910 fu eletto vicesegretario della Deputazione e nel 1920 segretario. Tra i suoi obiettivi ci fu quello di aggregare il Trentino al sodalizio, per mettere in comunicazioni gli storici trentini con i circoli veneziani; nel frattempo era nata la Società di Studi Trentini di Scienze Storiche e vari suoi membri non erano convinti dell’utilità di un’aggregazione all’ambito culturale veneto. Seguì un dibattito acceso che si concluse con il Regio Decreto dell’11 agosto 1921 che modificò lo Statuto della Deputazione, mutandone il nome in Deputazione Veneto-Tridentina. Nei primi anni Venti non mancò di inviare contributi che vennero pubblicati in “Studi Trentini”. Nel corso della sua vita scrisse un’ottantina di saggi e articoli di carattere storico, per la maggiore parte inerenti la storia di Venezia.

Trascorse gli ultimi anni della sua vita afflitto da vari disturbi fisici e si spense ad Asolo il 9 settembre 1924.

 

Opere principali di interesse trentino

  • Secondo da Trento, in “Tridentum”, 2 (1899), pp. 246-276.
  • La Catinia, le orazioni e le epistole di Sicco Polenton, Bergamo, Istituto italiano d’arti grafiche, 1899.
  • Fonti per la storia di fra Dolcino, in “Tridentum”, 3 (1900), pp. 214-241.
  • Contributo alla storia di fra Dolcino e degli eretici trentini, in “Tridentum”, 3 (1900), pp. 273-297, 383-399, 442-454.
  • I trentini nel fondaco dei tedeschi in Venezia, in “Archivio Trentino”, 21 (1906), pp. 200-232.
  • Professori e scolari trentini nello studio di Padova, in “Archivio Trentino”, 22-29 (1907-1919), paginazione varia.
  • Antonio Baratella e i suoi corrispondenti, estratto da Miscellanea di storia veneta. Serie III, v. 10, Venezia, Deputazione di storia patria per la Venezia, 1916.
  • Passaggi di ambasciatori veneti per il Trentino e l’Alto Adige, in “Archivio per l’Alto Adige con Ampezzo e Livinallongo”, 12 (1917), pp. 137-153.

Necrologi e bibliografia su Arnaldo Segarizzi

  • Vittorio Lazzarini, Giuseppe Occioni Bonaffons, Arnaldo Segarizzi, in “Archivio Veneto Tridentino”, 6 (1924), pp. 293-304. 
  • Lamberto Cesarini Sforza, Arnaldo Segarizzi, in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, 5 (1924), pp. 358-362. 
  • Giuseppe Pavanello, Arnaldo Segarizzi: commemorazione letta all’ateneo la sera del 17 aprile 1926, in “Ateneo Veneto”, (1925), n. 48, pp. 17-44. 
  • Gino Fogolari, Arnaldo Segarizzi, in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, 15 (1934), pp. 352-364. 
  • Pasquale Pizzini, Ricordando Arnaldo Segarizzi, in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, 53 (1974), pp. 381-385. 
  • Giorgio Emanuele Ferrari, Arnaldo Segarizzi come bibliotecario e bibliografo (con raduno di testimonianze a cinquant’anni dalla morte), in “Letture venete”, 5 (1924), pp. 358-362.
  • Arnaldo Segarizzi: un intellettuale trentino a Venezia (Avio 1872-Asolo 1924), a cura di Mario Peghini, Avio, Biblioteca comunale, 1994. 
  • Vittorio Lazzarini, Lino Lazzarini, Arnaldo Segarizzi 1872-1924, in Maestri scolari amici: commemorazioni e profili di storici e letterati a Padova e nel Veneto alla fine dell’Ottocento e nel Novecento, a cura di Giorgio Ronconi, Paolo Sambin, Trieste, LINT, 1999.
  • Arnaldo Segarizzi: storico, filologo, bibliotecario. Una raccolta di saggi, a cura di Giancarlo Petrella, Trento, Provincia. Soprintendenza per i beni librari e archivistici, 2004.

Giovanni Delama

[Immagine tratta da: Arnaldo Segarizzi: un intellettuale trentino a Venezia (Avio 1872-Asolo 1924), a cura di Mario Peghini, Avio: Biblioteca comunale di Avio, 1994]