DBST Bagolini Bernardino

Bologna, 5 dicembre 1938 – Bologna, 4 settembre 1995

Figlio di Luigi Bagolini, professore ordinario di filosofia del diritto, e Corinna Castaldin, si laurea a Bologna nel 1961. Nel 1963 sposa Stefania Remondini; dal matrimonio nascono due figli: Silvia e Alvise. Appena sposato si trasferisce con sua moglie in Brasile dove svolge, in qualità di geologo applicato, ricerche geomorfologiche e geografiche oggetto di pubblicazioni in Sud America e in Italia. Rientrato in Italia nel 1965, diventa assistente volontario e borsista di Piero Leonardi, ordinario di geologia dell’Università di Ferrara, con l’incarico di condurre attività e ricerche in campo paletnologico e paleoambientale. Rimane a Ferrara fino al 1970, anno in cui vince il concorso per assistente presso il Museo tridentino di scienze naturali; nello stesso anno si trasferisce con la famiglia a Trento. Dal 1974 al 1986 diventa vicedirettore del Museo e direttore della sezione di paletnologia. Nel 1980 è nominato coordinatore scientifico della Commissione per lo studio della Palafitta di Ledro, patrocinata dall’Istituto italiano di Preistoria e Protostoria e dal Museo tridentino di scienze naturali, e membro del Consiglio del “Centre des Civilisations Traditionnelles Méditerranéennes” dell’Università di Nizza; nel 1987 assume la carica di membro del Consiglio direttivo dell’Istituto italiano di Preistoria e Protostoria. Nello stesso anno vince la cattedra di Paletnologia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento dove rimane, in qualità di professore ordinario, fino alla sua morte, avvenuta a Bologna, per infarto, il 4 settembre del 1995.
Bernardino Bagolini ha rappresentato la nascita di un nuovo modo di essere e fare la preistoria trentina, italiana ed europea. Grande studioso, dotato di un’inesauribile energia con ottime capacità organizzative e divulgative, ha saputo coinvolgere nelle sue ricerche generazioni di giovani appassionati e nel giro di pochi anni ha reso il Trentino punto di riferimento per lo studio del Mesolitico e del Neolitico. Nel 1971 riconosce nei pressi dei laghetti del Colbricon, presso Passo Rolle, i primi bivacchi di cacciatori mesolitici sopra i 2000 metri dell’arco alpino. In seguito, estende la ricerca, con la collaborazione di diversi collaboratori, verso il rilevamento sistematico di presenze in alta quota in aree campione quali il massiccio del Monte Baldo, la catena del Lagorai, il Monte Bondone nonché nelle estreme propaggini settentrionali dell’Altipiano dei Sette Comuni. Le attività di prospezione e di scavo qui condotte hanno fornito nuove prospettive sulla conoscenza dei processi culturali al passaggio tra il Paleolitico e il Mesolitico ed hanno evidenziato diverse problematiche economico-ambientali della più antica colonizzazione della regione trentina. Grazie alle sue profonde conoscenze sul primo popolamento in quota Bagolini nel 1991, anno della scoperta dell’uomo del Similaun, viene incaricato di dirigere le ricerche in val Senales allo scopo di scoprire nuovi siti e contestualizzare culturalmente questo importante ritrovamento. Non meno importanti, rimanendo in Trentino, sono state le ricerche condotte al Riparo Gaban, sito chiave dell’arco alpino per indagare le modalità di diffusione dell’agricoltura in relazione con le popolazioni indigene. A lui si deve la definizione del Gruppo Gaban, testimone dell’affermarsi dell’agricoltura ed allevamento in Trentino. La scoperta nello stesso sito di numerose opere d’arte tra cui la nota “venere del Gaban” lo portano ad approfondire il mondo ideologico del Neolitico. Altrettanto di impatto sono stati gli scavi condotti a La Vela di Trento che hanno messo in luce una delle più importanti necropoli della cultura dei vasi a bocca quadrata. Non meno fruttuose sono state le numerose attività sul campo e di studio condotte fuori regione: ha definito, ad esempio, con Paolo Biagi, i principali gruppi del Neolitico antico in Italia settentrionale, h riconosciuto la componente balcanica nelle culture neolitiche, ha definito il gruppo dell’età del Rame di Spilamberto.
Bernardino Bagolini si distingue inoltre per le sue doti di divulgatore scientifico. Molti sono i suoi interventi pubblici, su invito, presso associazione italiane e straniere. Tiene seminari su temi paletnologici nelle Università di Pisa, Milano Cattolica, Trieste, Ginevra, Berna, Neuchatel e Nizza. Nell’ambito locale avvia, a partire dal 1980, la pratica della didattica museale e della formazione insegnanti nell’ambito del Museo tridentino di scienze naturali. Progetta e allestisce le sezioni di Paletnologia del Museo tridentino di scienze naturali e del Museo delle Palafitte di Molina di Ledro, e numerose mostre temporanee di grande successo. Ricordiamo quelle aperte presso il Museo tridentino di scienze naturali: “L’ambiente neolitico de La Vela (Trento): significati culturali e ambientali” (1977); “Riparo Gaban: testimonianze di preistoria trentina” (1980); “Cacciatori mesolitici sulle Dolomiti: VIII-V millennio a.C. (1983); “Trento: le sue origini” (1983). Nel 1971, su sua proposta, la rivista “Rendiconti” viene trasformata in “Preistoria Alpina”, edita dalla società di cultura preistorica trentina, in seguito Museo tridentino di scienze naturali (ora MuSe), che, nel giro di pochi anni, guadagna credibilità scientifica sulla scena italiana ed europea. A testimonianza della grande capacità comunicativa, rimane il bellissimo video “Itinerari della Preistoria Trentina” realizzato dalla struttura programmi RAI sede di Trento con la sua consulenza scientifica e la regia di Maria Serena Tait.
Il Dipartimento di Lettere e Filosofia ha intitolato a Bernardino Bagolini il laboratorio a cui fanno riferimento tutte le attività di ricerca nel campo dell’archeologia preistorica, medievale e della geografia storica (http://laboratoriobagolini.it).

Opere principali (in ordine cronologico) riguardanti le ricerche d’ambito trentino

  • L’ambiente neolitico de “La Vela” (Trento). Il momento meandrospiralico nella Cultura dei vasi a bocca quadrata, Trento, Museo tridentino di scienze naturali, 1976, pp. 3-74.
  • (con Antonio Guerreschi) Notizie preliminari sulle ricerche 1977-1978 nell’insediamento paleolitico delle Viotte di Bondone (Trento), in “Preistoria Alpina”, 14 (1978), pp. 7-31.
  • Il Trentino nella Preistoria del mondo alpino, Trento, TEMI, 1980.
  • Riparo Gaban. Preistoria ed evoluzione dell’ambiente, Trento, Museo tridentino di scienze naturali, 1980.
  • (con Alberto Broglio, Reimo Lunz) I siti mesolitici delle Dolomiti, in “Ladinia”, 6 (1980), pp. 5-40.
  • Aspetti della cultura materiale e del mondo ideologico delle popolazioni preagricole e agricole del postglaciale, in “Atti dell’Accademia roveretana degli Agiati”, a. acc. 235, s. 6, v. 25/A (1985), pp. 157-188.
  • Prospezioni sistematiche in ecosistemi montani e applicazione di modelli di fruizione del territorio, in “Dialoghi di archeologia”, 2 (1986), pp. 167-171.
  • (con Giampaolo Dalmeri) I siti mesolitici di Colbricon, in “Preistoria Alpina”, 23 (1987), pp. 1-188.
  • Cultura dei vasi a bocca quadrata. Il sepolcreto neolitico de La Vela di Trento, in Die ersten Bauern, 2, Zürich, Landesmuseum, 1990, pp. 225-231.
  • I primi agricoltori-allevatori. L’area atesina nel contesto europeo del V millennio a.C., in Per Aldo Gorfer: studi, contributi artistici, profili e bibliografia…, Trento, Provincia. Assessorato all’istruzione, attività e beni culturali, 1992, pp. 221-237.

Bibliografia su Bernardino Bagolini

  • Michele Lanzinger, In memoria di Bernardino Bagolini, in “Preistoria Alpina”, 32 (1996), p. 6.
  • La ricerca archeologica di Bernardino Bagolini, in “Preistoria alpina”, 32 (1996), pp. 7-9.
  • L’eredità di Bernardino Bagolini, in “Preistoria Alpina”, 32 (1996), p. 11.
  • Annaluisa Pedrotti, Bibliografia completa delle pubblicazioni di Bernardino Bagolini, in “Preistoria Alpina”, 32 (1996), pp. 309-317.
  • Michele Lanzinger, Il ruolo della memoria per le persone meritevoli di memoria, in Atti del convegno “Preistoria dell’Italia settentrionale: studi in ricordo di Bernardino Bagolini”, Udine 23-24 settembre 2005, a cura di A. Pessina, P. Visentini, Udine, Museo friulano di Storia naturale, 2006, pp. 15-17.

Annaluisa Pedrotti