DBST Schneller Christian

Holzgau, 5 novembre 1831 – Rovereto, 8 agosto 1908

Il padre Joseph Anton era mugnaio nella Lechtal, un’impervia valle del Tirolo occidentale. Da Maria Anna Hauser ebbe quattro figli, di cui Christian fu il maggiore. Questi, notato dal parroco per la sua diligenza scolastica, venne mandato nel 1843 al Ginnasio francescano di Hall in Tirol, dove rimase cinque anni. Passò a Innsbruck per assolvere le classi sesta e settima, spostandosi a Vienna per l’ultimo anno ginnasiale prima dell’esame di maturità (1851). Nella capitale dell’Impero si iscrisse alla facoltà di filosofia, della quale facevano parte all’epoca i corsi di filologia. Non ne fu soddisfatto e passò a medicina, dove le cose, però, non andarono meglio. Tornò allora a Innsbruck e si iscrisse nuovamente a filosofia, con indirizzo didattico per le lingue. Nel 1855 diede l’esame per l’insegnamento del tedesco e dell’italiano; poco più tardi anche quello per l’insegnamento di Storia delle scienze naturali (non ancora prive a quel tempo di un’impronta umanistica).
Nel 1856 fu nominato supplente di tedesco al Ginnasio di Rovereto e già nel 1858, dopo un ultimo esame di abilitazione, gli venne assegnata stabilmente una cattedra. La sua posizione economica era assicurata. Sposò quindi nel 1862 la roveretana Maria Canestrini. Dal matrimonio nacquero sette figli, dei quali solo tre superarono l’infanzia: Federico (1863-1931), anch’egli professore ginnasiale a Rovereto, Luigina (1868-1932) e Adelheid (1870-1955, prima donna addottorata all’Università di Innsbruck, con specializzazione in storia). Nel 1868 ottenne il trasferimento al Ginnasio di Innsbruck, dove insegnò tedesco e italiano. Nel 1869 fu nominato Ispettore scolastico per le scuole elementari del Tirolo, poi per quelle medie. Divenne nel 1874 Direttore della Sezione naturalista del Museo Ferdinandeum di Innsbruck e fu per due anni consigliere comunale della città. Fra i contrapposti campi dei clericali e dei liberali, Schneller simpatizzò per i secondi, che nelle acerbe polemiche sulle leggi scolastiche sostenevano il potenziamento della scuola curricolare.
Fin dalla metà degli anni Cinquanta, dopo il suo ritorno da Vienna “nell’amata patria tirolese”, Schneller frequentò a Innsbruck l’informale gruppo di intellettuali che, intorno alle personalità di Adolf Pichler e Ignaz Zingerle, era impegnato nell’innovativa rivalutazione di stampo romantico del Tirolo (lingua e dialetti, costumi, cultura popolare, geografia umana) in perfetta aderenza, quanto al metodo, all’ottocentesco mito della Wissenschaft (rilevamenti sul terreno, catalogazione dei dati raccolti, tipologizzazione, verificabilità).
Schneller si occupò, alla pari dei suoi mentori, di discipline diverse ma abbastanza complementari e comunque legate dall’intento di conoscere e, da buon insegnante, far conoscere aspetti fin lì trascurati della propria terra. Scrisse così lavori di storia locale ed etnografia, toponomastica e linguistica, oltre a comporre poesie e racconti.
Nel settore dell’etnografia descrisse usanze abitative, abbigliamento, organizzazione familiare e feste paesane in diverse zone del Tirolo italiano. Anche le favole e le credenze popolari che egli raccolse e pubblicò costituiscono oggi una preziosa fonte di dati. Privilegiò nelle sue indagini l’area ladina, che, meno aperta a influssi esterni, conservava ai suoi occhi maggiore autenticità, e la Vallagarina, per il più prosaico motivo che visse per un decennio a Rovereto. Fu il primo a interessarsi da questo punto di vista e con spirito moderno dell’allora Sudtirolo.
Notevoli sono i suoi studi di toponomastica che riguardano sia il Tirolo tedesco che quello italiano. Superando il limite dei criteri storico-culturali fino ad allora prevalenti in questo campo, assegnò grande spazio alle regole delle mutazioni fonetiche. A lui va il merito di avere teorizzato, anni prima di Graziadio Isaia Ascoli e di Theodor Gartner, l’esistenza di un’originaria area linguistica ladina (ovvero reto-romanza) fra il Friuli e i Grigioni. I suoi lavori sono stati largamente utilizzati e ancora oggi compaiono nella bibliografia di opere specializzate. Molte soluzioni toponomastiche da lui avanzate hanno trovato conferma, altre valgono comunque come riferimenti storici della disciplina.
A riprova dell’unitarietà dei suoi interessi, fu nell’ambiente storico e geografico del Tirolo da lui studiato che trovò ispirazione per le sue poesie. Pubblicò ben sette raccolte in versi (fra le quali tre poemi storici). Ebbe, come poeta, un successo di pubblico non proprio trascurabile ma effimero.
Come storico, Schneller si attivò in due modi diversi. In primo luogo cercò nella storia le premesse della situazione linguistica a lui coeva nei circoli italiani del Tirolo (il termine di “Trentino”, esteso oltre il contado del capoluogo, gli suonava una novità e una forzatura). Fu tra i primi a richiamare l’attenzione sulla storia, se non addirittura sull’esistenza, delle isole linguistiche germanofone della val dei Mocheni e dell’altopiano di Folgaria. Assieme a Zingerle fondò nel 1867 a Innsbruck il Comitato per il sostegno alle scuole tedesche del Tirolo, che ispirò la creazione, qualche anno dopo, di associazioni scolastiche di maggiore successo come il Deutscher Schulverein.
In secondo luogo, la nomina a Direttore di una sezione del Ferdinandeum gli facilitò l’accesso ai depositi del Museo provinciale. Qui trovò ed ebbe modo di studiare documenti riguardanti la parte italiana del Tirolo, di alcuni dei quali curò personalmente la pubblicazione, corredandoli di introduzione e note. In esse dimostra oltre a una già comprovata diligenza anche un’indubbia erudizione in questioni di storia tirolese.
Schneller non era alieno da pregiudizi scientifici (come l’applicazione alle lingue del principio darwinista della competizione per la sopravvivenza) né indifferente alle passioni politiche dell’epoca, specie quelle suscitate dall’irredentismo, ma, forse anche per i suoi rapporti familiari, coltivò personalmente con cura la lingua italiana e sui tirolesi che la parlavano come lingua madre scrisse non di rado in termini lusinghieri. Vide nella cultura tedesca un valore di prima grandezza e si impegnò per la conservazione delle aree germanofone dei distretti italiani, ma non per questo si può dire che abbia condiviso lo spirito astioso e sterile delle polemiche di fine secolo fra i due gruppi linguistici del Land. Se nei suoi pioneristici lavori sui dialetti trentini teorizzò più prestiti dal tedesco di quanti oggi se ne riconoscono, ciò dipese da ipotesi scientifiche errate non da passione nazionale, come dimostra il fatto che per la toponomastica del Tirolo tedesco egli postulò in eccesso un sostrato romanzo.
Collaborò saltuariamente a diverse riviste specialistiche (“Österreichische Revue”; “Geographische Mitteilungen”) e letterarie (“Sphynx”). Fu giornalista assai prolifico (“Tirolerbote”; “Meraner Zeitung”; “Allgemeine Zeitung”), attento soprattutto ai problemi della scuola, delle isole linguistiche e dell’integrità territoriale del Land, che non riteneva compromessa da eventuali norme speciali per i distretti italiani.
Dal 1894 in pensione, Schneller ricevette nel 1902 dall’Università di Innsbruck il titolo di dottore honoris causa in Filosofia. Per meriti professionali gli era stata conferita, nel 1891, l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Corona di Ferro di Terza Classe che però, a seguito di una recente riforma, non innalzava più allo stato nobiliare. Divise gli ultimi anni fra Innsbruck e Rovereto, dove aveva comprato la tenuta Cornacalda, sita nella frazione di Lizzana. Qui morì dopo lunga malattia il 5 agosto 1908. Venne sepolto, secondo la sua volontà, nel cimitero civico di Rovereto.

Opere principali (in ordine cronologico)

  • Studi sopra i dialetti volgari del Tirolo italiano, Rovereto, Marchesani, 1865 (= Programma dell’Imp. Reg. Ginnasio liceale di Rovereto pubblicato alla fine dell’anno scolastico 1864/65, pp. 3-87).
  • Die romanischen Volksmundarten in Südtirol, Gera, Amthor, 1870.
  • Landeskunde von Tirol, Innsbruck, Wagner, 1872
  • Deutsche und Romanen in Süd-Tirol und Venetien, in „Petermanns Geographische Mittheilungen“, 10 (1877), pp. 365-385.
  • Skizzen und Culturbilder aus Tirol, Innsbruck, Wagner, 1877.
  • Statuten einer Geiszler-Bruderschaft in Trient aus dem 14. Jahrhundert. Mit geschichtlichen und sprachlichen Erörterungen, in “Zeitschrift des Ferdinandeums für Tirol und Vorarlberg”, 3. Folge, 25 (1881), pp. 3-54.
  • Beiträge zur Ortsnamenkunde Tirols, 3 voll., Innsbruck, Vereinsbuchhandlung, 1893-1896.
  • Tridentinische Urbare aus dem dreizehnten Jahrhundert. Mit einer Urkunde aus Judicarien, Innsbruck, Wagner, 1898.

Bibliografia su Christian Schneller (in ordine cronologico)

  • Simon M. Prem, Christian Schneller: ein Beitrag zur tirolischen Literatur- und Geistesgeschichte des 19. Jahrhunderts, Hall, Niemeyer, 1913.
  • Johannes Kramer, Christian Schneller (1831-1908) und das Dolomitenladinische, in „Der Schlern“, 48 (1974), pp. 639-643.
  • Viktor Malfér, Christian Schneller 1831-1908, in „Der Schlern“, 55 (1981), pp. 626-631.
  • Reihard Stauber, Von der “welschen Volkskultur” zum “deutschen Kulturprinzip”. Christian Schneller und die Anfänge deutschnationaler Schutzarbeit im Süden der Habsburgermonarchie 1860/70, in „Geschichte und Region/Storia e Regione“, 5 (1996), pp. 143-162.

Davide Zaffi