Taio, 12 settembre 1738 – Trento, 23 luglio 1825

Di famiglia benestante, studiò retorica e filosofia a Trento, presso il collegio dei Gesuiti. La sua educazione giuridica, come ammette egli stesso, fu quella di un autodidatta, formatosi sull’autonomo studio delle Istituzioni giustinianee e su quello della pratica forense, grazie anche agli scritti dell’avo Giovanni Francesco. Ottenuto il dottorato in utroque iure a Mantova nel 1756, senza, in realtà, aver compiuto alcun ulteriore studio giuridico, il consolidamento della sua formazione si può cogliere leggendo in trasparenza il catalogo della sua biblioteca, come sottolinea Maria Rosa Di Simone. Dopo una decina d’anni passati esercitando l’avvocatura in val di Non, nel 1767 vinse il concorso per la cattedra di diritto civile istituita a Trento, e tenuta fino a quel momento da Carlo Antonio Pilati. Fu questa l’occasione per un ulteriore approfondimento degli studi giuridici, oltre che per l’inizio di una brillante carriera negli uffici del Principato vescovile trentino, che lo portò a entrare nel tribunale ecclesiastico, nel Consiglio aulico del Principato e a giungere fino all’ufficio di Cancelliere aulico (1792). Dissapori con il principe vescovo Pietro Vigilio Thun portarono alla cessazione dalla carica, mentre, durante gli anni napoleonici, le vicende politiche lo condussero prima a riavvicinarsi al vescovo, poi al governo bavarese e a quello del Regno italico e infine al restaurato governo austriaco, senza peraltro mai riuscire a raggiungere di nuovo gli uffici di vertice cui aspirava. Trascorse gli ultimi anni attendendo alla pubblicazione dell’autobiografia e di numerosi scritti, giuridici e storici.
L’opera del Barbacovi è legata anzitutto alla lotta settecentesca per la riforma del diritto, e in primo luogo alla redazione, nel 1785, del Progetto di un nuovo codice giudiziario nelle cause civili, approvato nel 1788 e in vigore nel territorio del Principato fino al 1807. Di questo testo è stata sottolineata la radice giusnaturalistica e illuministica, e la consonanza con le contemporanee riforme legislative europee, soprattutto giuseppine, in chiave anticorporativa e centralistica. In particolare tutto ciò trova espressione in una riduzione della discrezionalità del giudice e del potere degli avvocati, e in una serie di meccanismi processuali, a partire dalle rigide preclusioni, che avevano lo scopo di ridurre e comprimere la litigiosità e la durata dei processi, dando al giudizio un’impronta pubblicistica marcata. Assai meno indagata, invece, è stata la radice tradizionale del pensiero e dell’opera del Barbacovi, che, a giudicare almeno dal catalogo della sua biblioteca, sembra affondare nella dottrina del tardo umanesimo giuridico, come pare essere suggerito anche da talune polemiche in cui egli si impegnò, fra cui quella sull’insegnamento del diritto e sui limiti della compilazione giustinianea. Anche meno esplorata pare essere la sua opera storica, dedicata alla storia della città di Trento e del suo territorio, ma anche alla storia letteraria d’Italia e ad alcuni aspetti della storia europea.

Opere principali (in ordine cronologico)

  • Vindiciae Celsissimi Tridentinorum Principis adversus Magistratum Municipalem Tridentinum, Tridenti, Monauni, 1774.
  • Progetto d’un nuovo codice giudiciario nelle cause civili, I-II, Trento, Monauni, 1785; Venezia, Giovanni Vitto, 1788.
  • Considerazioni per servire alla storia delle guerre e del regno di Francesco I imperador d’Austria re d’Ungheria e di Boemia ec. ec., Trento, Monauni, 1814.
  • Opuscoli spettanti alla scienza della legislaz., I-VII, Trento/Milano, Monauni/Stella, 1814-1818.
  • Riflessioni o massime morali, politiche e letterarie, Trento, Monauni, 1819.
  • Memorie intorno alla vita ed agli studi di Francesco Vigilio Barbacovi cancelliere del già Principato di Trento, Padova, Stamperia del Seminario, 1821.
  • Memorie storiche della città e del territorio di Trento, I-II, Trento, Monauni, 1821-1824.
  • Della necessità della Religione alla conservazione ed alla felicità delle società umane e degli effetti funesti dell’empietà. Considerazioni intorno alla libertà della stampa, Trento, Monauni, 1822.
  • Discorsi intorno ad alcune parti della scienza della legislazione, I-II, Milano, Silvestri, 1824.
  • Compendio della storia letteraria d’Italia, Milano, Stella, 1826.

Bibliografia su Francesco Vigilio Barbacovi

  • Ludovico Oberziner, Barbacovi Dr. Francesco Vigilio, in Memorie dell’I.R. Accademia di scienze lettere ed arti degli Agiati di Rovereto, pubblicate per commemorare il suo centocinquantesimo anno di vita, Rovereto, Grigoletti, 1901, pp. 521-523.
  • Francesco Menestrina, Gian Domenico Romagnosi a Trento (1791-1802), Trento, STET, 1909.
  • Francesco Menestrina, Il codice giudiziario barbacoviano (1788), Leipzig, Meiner, 1913 (ora in Scritti giuridici vari, Milano, Giuffrè, 1964, pp. 139-212).
  • Francesco Menestrina, Barbacovi, Francesco Vigilio, in Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti, 6, Roma, Istituto Giovanni Treccani, 1930, p. 117B.
  • Carlo Francovich, Barbacovi, Francesco Vigilio, in Dizionario Biografico degli Italiani, 6, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1964, pp. 20A-21B.
  • Maria Rosa Di Simone, Legislazione e riforme nel Trentino del Settecento. Francesco Vigilio Barbacovi tra assolutismo e illuminismo, Bologna, Il Mulino, 1992 (Annali dell’Istituto storico italo-germanico in Trento. Monografie, 19).
  • Maria Rosa Di Simone, Barbacovi, Francesco Vigilio, in Dizionario Biografico dei Giuristi Italiani (XII-XX secolo), diretto da Italo Birocchi [et al.], Bologna, Il Mulino, 2013, 1, pp. 161B-163B.

Christian Zendri