DBST Roberti Giacomo

Rovereto, 17 novembre 1874 – Trento, 3 agosto 1960

Figlio di Giuseppe ed Elisabetta Bini, dopo aver frequentato il liceo classico intraprese gli studi universitari a Vienna e ad Innsbruck, conseguendo la laurea in filologia classica nel 1900. Durante gli anni universitari intrecciò amicizie con importanti personalità tra cui Alcide Degasperi, con il quale fondò il Circolo universitario cattolico di Vienna.
Roberti fu prima di tutto un insegnante. Nel 1902 la Commissione esaminatrice dell’Università di Innsbruck gli conferì l’abilitazione all’insegnamento della lingua latina e greca per il ginnasio superiore e della lingua italiana per il ginnasio inferiore. Dal 1900 al 1906 fu supplente al Ginnasio superiore di Rovereto, nominato annualmente con decreto del Consiglio scolastico provinciale di Innsbruck.
In quegli anni si sposò con Ida Brentari, sorella del famoso studioso trentino Ottone Brentari (successivamente, rimasto vedovo nel 1932, si risposò con una cugina, Lina Roberti, maestra in pensione; da entrambe le mogli non ebbe figli). Roberti insegnò anche al Ginnasio superiore di Trento, dimostrando grandi doti e capacità tanto da meritare nel 1913 un premio dal Ministero austriaco per il culto e l’istruzione, che consistette in un viaggio di studio in Italia e in Grecia.
Durante la prima guerra mondiale entrò a far parte dell’esercito austriaco come “soldato di leva di massa”. Rimase in servizio per due anni nel I Reggimento Cacciatori tirolesi. Il fatto di non aver ricoperto il grado di ufficiale nell’esercito, come la sua condizione di laureato gli avrebbe consentito, è sicuramente legato ai sentimenti profondamente italiani che il professore provò durante tutta la vita e che espresse apertamente in varie occasioni. Durante la guerra, ad esempio, scrisse delle poesie palesemente antiaustriache. Proprio per i suoi sentimenti patriottici, oltre che per la sua indubbia competenza, dopo il primo conflitto mondiale fu chiamato a lavorare nell’Ufficio scuole presso il Governatorato militare italiano e riprese l’insegnamento al Ginnasio Liceo di Trento. Nel 1923 fu nominato preside della regia scuola complementare di Trento “Narciso e Pilade Bronzetti” (divenuta poi, a partire dal 1929-1930, scuola di avviamento professionale) dove rimase fino al 1934, quando passò a dirigere il Ginnasio Liceo di Bressanone (fino al 1937) e poi al Liceo di Riva del Garda (fino al 1939 quando andò in pensione).
Giacomo Roberti fu anche uno degli studiosi più attivi nell’ambiente culturale trentino, dando vita a contributi scientifici che riguardavano l’archeologia, per la quale dimostrò un particolare interesse, ma anche l’etnografia, la poesia dialettale, la toponomastica e la musica.
Collaborò con molte riviste culturali nazionali (tra cui “Mitteilungen der anthropologischen Gesellschaft in Wien” e “Bollettino di Paletnologia italiana”) e con molte riviste locali (“Alba trentina”, “Archivio per l’Alto Adige”, “Archivio Trentino”, “la Rivista tridentina”, “Il Brennero”, “El Campanom”, “Lares”, “San Marco”, “Schola” e “Strenna del giovane trentino”, poi “Strenna trentina”; inoltre: “Archivio storico per la Calabria e la Lucania” e “Archivio Veneto”).
Dal 1910 fu socio dell’Accademia roveretana degli Agiati e dell’Associazione “Pro Cultura” (che dopo il primo conflitto mondiale riprese l’attività con il nome di “Università popolare”: ne fu il primo presidente). Fu socio della Società del Museo trentino del Risorgimento dal 1936 e dall’anno successivo del Museo civico di Rovereto. Nel 1941 divenne Presidente della sezione di Trento della “Reale deputazione di storia patria per le Venezie”.
La rivista alla quale Giacomo Roberti diede la maggiore collaborazione fu però “Studi Trentini”, sulle cui pagine comparvero costantemente per cinquant’anni numerosi contributi, soprattutto di carattere archeologico; si ricordano in particolare le “bricciche”, cioè piccole comunicazioni di scoperte. Tutto ciò con lo scopo di raccogliere e ordinare i dati relativi ai ritrovamenti di reperti fatti in territorio locale e realizzare così una Carta archeologica del Trentino. L’interesse per l’archeologia portò Giacomo Roberti anche a ricoprire importanti incarichi all’interno del Museo civico di Trento e, a partire dal 1921, del Museo nazionale del Castello del Buonconsiglio. Fece parte della Commissione direttrice e fu nominato Ispettore onorario per l’archeologia del circondario di Trento. Nel Museo riordinò tutti i reperti presenti verificandone la corrispondenza negli inventari, per individuare eventuali confusioni o perdite. Compilò così “2000 schede di oggetti non inventariati”, cartellini di riconoscimento estremamente accurati e dettagliati, una banca dati di estrema importanza e di facile consultazione ancora oggi in uso. A Roberti fu così assegnato l’incarico di compilare tre Fogli dell’Edizione archeologica della carta d’Italia al 100.000 per l’Istituto Geografico Militare di Firenze (Foglio XXI Trento, 1952; Foglio XXXV Riva, 1954; Foglio XX Adamello, 1958).
Il ruolo di primaria importanza svolto da Roberti nel panorama culturale trentino fu riconosciuto in diverse occasioni attraverso anche il conferimento di importanti onorificenze: nel 1940 venne nominato Ufficiale dell’ordine della Corona d’Italia, nel 1942 ricevette, tra i primi studiosi trentini, la medaglia d’oro al merito della cultura. Lo studioso però, schivo e riservato com’era, rifiutò la solenne consegna dell’onorificenza e preferì istituire una borsa di studio (il 28 aprile 1942) che doveva essere consegnata a uno studente del Liceo classico di accertate attitudini, ma di scarse possibilità economiche, a ricordo forse delle sue umili origini.
Morì il 3 agosto del 1960; dopo la morte della moglie Lina (1962), gli eredi donarono alcuni scritti del professore alla Biblioteca comunale di Trento. Degni di nota sono in particolare le schedine manoscritte su cui il professore basava i suoi studi archeologici (schede in ordine alfabetico con i nomi di studiosi e le relative opere realizzate; schede di località, anch’esse in ordine cronologico, con indicati i rinvenimenti fatti). Parte di queste schede sono conservate anche presso l’Ufficio Beni archeologici. Presso la Biblioteca comunale si trovano anche alcune pubblicazioni che lo studioso aveva donato quando era in vita. Al Museo storico di Trento c’è un’opera manoscritta devoluta nel 1955 (Professor Giacomo Roberti, 1915-1918: Kaiserjäger a 42 anni).

Opere principali (in ordine cronologico)

  • L’età neolitica nel Trentino, in “Rivista tridentina”, 9 (1909), pp. 209-235.
  • Bricciche, in “Pro Cultura”, 1910, 1911, 1912, 1913, 1914; “Studi Trentini di Scienze Storiche” 1923, 1928, 1931,1938, 1946, 1950, 1955, 1956, 1957.
  • Inventario delle ambre antiche del Trentino: con prefazione intorno a vari problemi riguardanti le ambre archeologiche in generale, in “Atti dell’Accademia roveretana degli Agiati”, a. acc. 161, s. 3, v. 17 (1911), pp. 44-73.
  • La raccolta archeologica “Monsignor Francesco De Pizzini” al civico Museo di Trento, in “Archivio Trentino”, 29 (1914), pp. 201-220.
  • Doss Trento: la sua prima storia rivelata dai relitti e dalla leggenda, in “Schola”, 1925, pp. 388-393.
  • Quadro sinottico dei recuperi archeologici germanici nel Trentino dalla caduta dell’Impero Romano d’occidente alla fine del Regno longobardo (476-774), in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, 30 (1951), pp. 323-361.
  • Il tramonto dell’archeologia barbarica -appendice storica riassuntiva alle pp. 323-361 dell’a. XXX (1951), in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, 36 (1957), pp. 273-290.
  • Rovereto prima della storia, in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, 34 (1955), pp. 141-182.
  • Edizione archeologica della Carta d’Italia al 100.000. Foglio 21 (Trento), a cura della Soprintendenza alle antichità delle Venezie. Rilevamento e compilazione del prof. Giacomo Roberti, Firenze, Istituto geografico militare, 1952, pp. 3-104.
  • Edizione archeologica della Carta d’Italia al 100.000. Foglio 35 (Riva), a cura della Soprintendenza alle antichità delle Venezie. Rilevamento e compilazione del prof. Giacomo
  • Roberti, Firenze, Istituto geografico militare, 1954, pp. 3-46.
  • Edizione archeologica della carta d’Italia al 100.000. Foglio 20. Monte Adamello, a cura della Soprintendenza alle antichità delle Venezie. Rilevamento e compilazione del prof. Giacomo Roberti, Firenze, Istituto geografico militare, 1958, pp. 3-16.
  • La zona archeologica di Rovereto. Rilevamento e compilazione per il foglio XXXVI della Carta archeologica d’Italia al 100.000, in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, 40 (1961), pp. 3-16, 105-137, 201-212.

Bibliografia su Giacomo Roberti (in ordine cronologico)

  • Annamaria Azzolini, Giacomo Roberti e l’archeologia barbarica trentina nella prima metà del ’900, in “Atti dell’Accademia roveretana degli Agiati”, a. acc. 256 (2006), s. 8, v. 6, pp. 63-92.
  • M. Raffaella Caviglioli, Uno studioso trentino tra il XIX e il XX secolo. Giacomo Roberti, in “Studi Trentini di Scienze Storiche. Sezione prima”, 85 (2006), pp. 553-702.

Raffaella Caviglioli