Canneto sull’Oglio (Mantova), ca. 1475 – post 1554

Figlio di Domenico di Giovanni e Giovanna Fiera, apparteneva a una famiglia di origine bergamasca, i Penci: latinizzò il proprio nome, Giovanni Pietro, in quello di Janus Pyrrus Pincius. Scarse le notizie sulla sua formazione, che dovette svolgersi probabilmente a Venezia, dove lo zio Filippo Pincio già dal 1490 era proprietario di una stamperia. In età giovanile strinse contatti con gli umanisti Antonio Mancinelli e Bartolomeo Merula, originario di Mantova, protonotario apostolico, filologo e commentatore di Ovidio. Un documento notarile del 1554, indica il Pincio con il titolo di dottore utriusque iuris.
È possibile ipotizzare che, dopo aver lasciato Venezia, sia giunto a Trento in qualità di insegnante. I primi contatti con la città risalgono al 1509, anno in cui è documentato come maestro di grammatica; nel 1514 risulta sposato con Agnese di Glese (da Cles) da cui avrà tre figli, Lucio Romolo – che diventerà segretario del principe vescovo Bernardo Cles, nonché canonico del capitolo –, Cornelio e Camilla.
La sua attività letteraria è indirizzata inizialmente nell’ambito di dediche ed epitaffi, tra i quali si segnalano quelli composti in occasione della morte del principe vescovo di Trento Georg von Neideck (5 giugno 1514) e per l’insediamento vescovile del successore, Bernardo Cles, che diventerà il mecenate di riferimento del letterato. Numerose furono infatti le opere per il Cles, attualmente raccolte nei manoscritti 30 e 329 della Fondazione Biblioteca di San Bernardino di Trento: il discorso tenuto il 9 settembre 1515 in occasione della prima messa celebrata dal Cles nella cattedrale di Trento, otto componimenti in distici elegiaci e un poemetto in 48 distici. Nel 1533 è lo stesso principe vescovo Bernardo Cles a chiedere all’umanista mantovano, un elenco di volumi (“indicem sive notulam”) per la realizzazione della propria “Libraria” al Castello del Buonconsiglio.
L’attività pedagogica del Pincio fu oggetto di contestazione già nel 1515 e per risolvere la controversia gli venne affiancato un secondo maestro con il compito di “ripetitore”.
Nel corso del 1521 richiese per il suo insegnamento uno stipendio maggiore, ma non avendolo ottenuto abbandonò Trento, nonostante i tentativi di trattenerlo del vescovo Bernardo Cles.
L’anno successivo il duca di Mantova Federico II concesse al Pincio la cittadinanza mantovana e nel 1531 egli venne scelto come rettore delle scuole pubbliche per l’insegnamento della lingua e letteratura greca e latina, con il salario annuo di 100 scudi d’oro. Nel giro di pochi anni, tuttavia, il Pincio cadde in disgrazia e nel 1536 venne improvvisamente esonerato dall’incarico.
Oltre alle liriche latine composte in gioventù, il Pincio scrisse il De navigatione Philippi regis in Hispaniam, poema eroico in tre libri, edito senza indicazione di data, ma successivamente al 1531, che narra le avventure affrontate da Filippo il Bello per raggiungere i possedimenti spagnoli; un’opera in versi Clesiade, non conservata; il De vitis pontificum Tridentinorum libri duodecim, prima opera storiografica riguardante Trento e i suoi vescovi, commissionata dal Cles ma dedicata al suo successore, Cristoforo Madruzzo, e integrata da due libri dal titolo De gestis ducum Tridentinorumde Gallorum Senonum adventu in ItaliamDe origine urbis TridentinaeDe appellatione et transitu AlpiumDe confinibus Italiae, dedicati ad Aliprando Cles. Le due opere furono poi stampate insieme a Mantova nel 1546 e una traduzione seicentesca diede loro ulteriore diffusione.
Il Pincio, grazie all’intensa attività letteraria, molto lodata dal poeta Niccolò d’Arco, fu insignito dell’alloro poetico. Il riconoscimento, secondo una notizia riportata dallo storico mantovano Carlo d’Arco, venne conferito dall’imperatore Massimiliano (1508?) e da Carlo V nel 1543.
Non è nota la data di morte, ma le ultime notizie risalgono al 1554, anno in cui il Pincio “comes palatinus ac poeta caesareus, doctor utriusque iuris” effettuò una donazione a favore del nipote.

Opere di Giano Pirro Pincio

  • De gestis ducum Tridentinorum, de Gallorum Senonum adventu in Italiam, de origine urbis Tridentinae, de appellatione et transitu Alpium, de confinibus Italiae libri duo, Mantova, Venturini Ruffinelli, 1546; traduzione Annali, overo croniche di Trento …,Trento, Carlo Zanetti, 1647; traduzione dei libri VI-XII con il titolo di Vita di Bernardo Clesio, a cura di Benedetta Valtorta, Tricase (Le), Libellula, 2015.
  • De navigatione regis Philippi in Hispaniam libri tres, Mantova, Venturini Ruffinelli, [1556-1558?].

Bibliografia su Giano Pirro Pincio (in ordine cronologico)

  • Benedetto Bonelli, Notizie istorico-critiche intorno al B.M. Adelpreto vescovo e comprotettore della Chiesa di Trento, 3/1, Trento 1762, pp. 302, 389-390, 397; 3/2, Trento 1765, pp. 173-174.
  • Vincenzo Lancetti, Memorie intorno ai poeti laureati, Milano, Manzoni, 1839.
  • Lazzaro Spallanzani, Lettere di vari illustri italiani del secolo XVIII e XIX …, 3, Reggio Emilia, Torregiani, 1843, p. 73.
  • Stefano Davari, Notizie storiche intorno allo studio pubblico ed ai maestri del secolo XV e XVI che tennero scuola in Mantova tratte dall’Archivio storico Gonzaga di Mantova, Mantova, Segna, 1876.
  • Francesco Ambrosi, Scrittori ed artisti trentini, Trento, Zippel, 1894.
  • Simone Weber, I maestri di grammatica a Trento fino alla venuta dei P.P. Gesuiti, in “Studi Trentini”, 1 (1920), pp. 289-318.
  • Carlo Ausserer, Giuseppe Gerola, I documenti clesiani del Buon ConsiglioVenezia, Venezia, Istituto federale di credito per il risorgimento delle Venezie, 1924, pp. 101 (doc. 138), 112 (doc. 151).
  • Orazio Dell’Antonio, Chi è il traduttore del Pincio?, in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, 10 (1929), pp. 262-267.
  • Gabriele Steinmayr, Carmi latini in lode di Bernardo Clesio, in “Annuario del R. Liceo Scientifico Galileo Galilei di Trento”, 8-9 (1932-1934), pp. 103-143.
  • Mantova. Le lettere, in Mantova. Le lettere. a cura di Emilio Faccioli, Mantova, Istituto Carlo d’Arco per la storia di Mantova, 1959-1963, 2, p. 383.
  • Renato Tisot, Ricerche sulla vita e sull’epistolario del cardinale Bernardo Clesio (1485-1539), Trento, Società di Studi Trentini di Scienze Storiche, 1969, p. 76.
  • Enrico Agosta del Forte, Storia e storici mantovani, Mantova, Grassi, 1971, pp. 45-107.
  • Lia de Finis, Dai maestri di grammatica al ginnasio liceo di via S. Trinità in Trento, in “Studi Trentini di Scienze Storiche. Sezione prima”, 62 (1983), pp. 3-76.
  • La biblioteca del cardinale Bernardo Clesio, Trento, Comune. Assessorato alla cultura, 1985, pp. 17-18.
  • Luciano Borrelli, Silvano Groff, Mauro Hausbergher, Edizioni per i Madruzzo (1540-1659). Dedicatari, committenti e autori nella famiglia dei principi vescovi di Trento,Trento, Società di Studi Trentini di Scienze Storiche, 1993, pp. 98-100, n. 21; p. 208, n. 235.
  • Lino Mocatti, Silvana Chistè, Le cinquecentine della Biblioteca provinciale Cappuccini di Trento. Catalogo, a cura di Anna Gonzo, Trento, Provincia. Servizio beni librari e archivistici, 1993, 2, p. 405, n. 754.
  • Mario Allegri, La produzione letteraria, in Storia del Trentino, 4: L’età moderna, a cura di Marco Bellabarba, Giuseppe Olmi, Bologna, Il Mulino, 2000, pp. 570-571.
  • Incunaboli e cinquecentine della Fondazione Biblioteca S. Bernardino di Trento, a cura di Claudio Fedele, Anna Gonzo, Trento, Provincia. Soprintendenza per i beni librari e archivistici, 2004, 2, pp. 814-815, nn. 2716-2720; 3, p. 1456.
  • Nicoletta Ilaria Barbieri, Cultura letteraria intorno a Federico Gonzaga, primo duca di Mantova, tesi di dottorato, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, a. acc. 2011-2012, pp. 44-47.
  • Lia de Finis, Mille anni di studi classici in Trentino, Trento, TEMI, 2012, pp. 45-50.
  • Benedetta Valtorta, Pincio, Giano Pirro, in Dizionario Biografico degli Italiani, 83, Roma, Istituito della Enciclopedia Italiana, 2015.

Francesca de Gramatica