DBST Emert Giulio Benedetto

Trento, 25 marzo 1894 – Verona, 28 febbraio 1971

Figlio di Antonio e Teresina Maccani. Il padre svolgeva l’attività di tipografo, coltivando il desiderio di far studiare i propri due figli, Arcadio Giuseppe Mario (1885-1950) e Giulio Benedetto Paolo: il primo divenne professore di matematica, il secondo di lettere. Questi frequentò il liceo classico, conseguendo la maturità nel 1913. Si iscrisse poi alla facoltà di Lettere nelle Università di Milano, Graz e Pisa, laureandosi presso quest’ultima nel 1920.
Tra le personalità significative che arricchirono l’orizzonte culturale di Emert va ricordato il francescano Emilio Chiocchetti da Moena (1880-1951), noto per le sue ricerche di filosofia. Fu lui a suggerire a Emert di iscriversi all’Università di Graz per compiervi gli studi di legge. A Pisa conobbe il cardinale Pietro Maffi (1858-1931), astronomo e critico letterario. Iniziò la sua carriera di insegnante come professore supplente di lettere nel Liceo Ginnasio “Giovanni Prati” di Trento durante il biennio 1920/21 e 1921/22, poi nell’Istituto tecnico, quindi nell’Istituto magistrale pareggiato delle Dame inglesi a Rovereto. Diresse questo istituto durante l’anno scolastico 1923/24. Nel 1924/25 insegnò, quale professore di ruolo, materie letterarie nel Liceo Ginnasio di Trento. Per gravi motivi di salute rinunciò alla nomina a preside conferitagli fuori di Trento.
Ottenne molti incarichi di corsi di letteratura e storia dell’arte, così come di commemorazioni e conferenze. Fu delegato per il Trentino dei Fasci per l’educazione nazionale e per vari anni fece parte del Comitato di Trento della “Dante Alighieri”. Fu socio dell’Accademia degli Agiati di Rovereto (dal 1930), membro della Deputazione veneta per la storia delle Venezie, membro della direzione della “Pro Cultura”, della Società del Museo del Risorgimento trentino, della Società “Arte Cristiana”, ispettore onorario per la Sovrintendenza alle Belle Arti. Dopo il 1945 continuò il ruolo di docente presso la scuola media “Giacomo Bresadola” di Trento.
Di carattere schivo, non partecipò alla vita pubblica: motivava questo suo atteggiamento riflettendo sul fatto “che la politica è innanzitutto pedagogia e che egli credeva di dare il suo contributo alla società rinforzando col suo dire e col suo costume di vita – senza velleità messianiche che esulavano totalmente dal suo tratto – la fiducia negli ideali individuali e sociali di serietà, disinteresse e probità” (Corsini, L’uomo e il maestro, p. 5). Si dedicò piuttosto alla ricerca improntata alla critica d’arte di ambito trentino, riflettendo su aspetti legati a testimonianze artistiche dislocate sul territorio (Notizie sulla chiesetta di S. Lucia di BezzeccaIl bassorilievo paleocristiano a Vigolo Vattaro). Si occupò inoltre di poesia, musica classica e pittura, rappresentando per oltre cinque decenni una figura di riferimento nel panorama culturale trentino.
Il nome di Emert è legato in particolare alla “Società di Studi Trentini” in quanto collaborò con la rivista “Studi Trentini di Scienze Storiche” a partire dal momento della fondazione (1920), pubblicando articoli su temi dedicati in particolare alla storia dell’arte del Trentino o alla città di Trento. Si segnalano per esempio Appunti sulle chiese minori di Trento in un manoscritto inedito del conte Simone ConsolatiIl manoscritto tovazziano “De Pictoribus”Del pittore Craffonara. Opere e notizieCuriosità: la piazza del duomo nel 1841Il Palladio, lo Scamozzi e TrentoRestauri di affreschi nella cattedrale di Trento (1910-1960). Agli stessi temi si riferivano i volumi da lui recensiti, come quello di Nicolò RasmoGli scultori Benedetti e Domenico Molin (1943); di Enrico Tamanini, La chiesa di S. Maria del Carmine e il Convento carmelitano a Rovereto (1964); di Nicolò RasmoSant’Apollinare e le origini romane di Trento (1966). Scrisse inoltre i necrologi di Giuseppe Gerola e Giacomo Roberti. All’interno della rivista, ricoprì dapprima il ruolo di membro del comitato redazionale; poi nel 1938 – dopo Giuseppe Gerola – assunse la carica di direttore, che mantenne fino a pochi mesi prima della morte, nel 1970. È sepolto nel cimitero di Trento.

Opere principali (in ordine cronologico)

  • Saggi manzoniani, in “Rivista Tridentina”, 14 (1914), n. 3, pp. 156-164; nn. 4-5, pp. 213-229, n. 6, pp. 250-263.
  • I letterati trentini e il “Faust” di W. Goethe (Contributo per uno studio sulla fortuna del “Faust” goetiano in Italia), in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, 1 (1920), pp. 129-138.
  • Monumenti ed opere d’arte nella Venezia Tridentina, Trento, Saturnia, 1931.
  • Gli affreschi nel Duomo di Trento, in Atti della XIX riunione della Società italiana per il Progresso delle Scienze (Bolzano e Trento, 7-15 settembre 1930), 2, Roma, Società italiana per il progresso delle scienze, 1931, pp. 472-477.
  • Fonti manoscritte inedite per la storia dell’arte nel Trentino, Firenze, Sansoni, 1939.
  • I monumenti di Trento, Trento, Saturnia, 1954.
  • L’ambiente culturale trentino dal secolo XIX al secolo XX, in Trentino e Alto Adige dall’Austria all’Italia, Bolzano, S.I.T.A., 1969.

Bibliografia su Giulio Benedetto Emert (in ordine cronologico)

  • Umberto Corsini, L’uomo e il maestro, in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, 50 (1971), pp. 4-5.
  • Bice Rizzi, G.B. Emert: La politica come cultura, in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, 50 (1971), pp. 6-28.
  • Luigi Menapace, Profilo intellettuale e morale di Giulio Benedetto Emert (1894-1971). Appunti per una biografia, in “Il Cristallo”, 13 (1971), pp. 45-66.
  • Bice Rizzi, Ricordo di Giulio Benedetto Emert, in “Bollettino del Museo trentino del Risorgimento”, 20 (1971), n. 2, pp. 5-6.
  • Ricordo di Giulio Benedetto Emert letterato e pittore, Trento, 20-30 aprile 1972, Galleria d’arte “Il Castello”, Trento, a cura di Marco Pola, Trento, TEMI, 1972 (in particolare pp. 4-5).
  • Ferruccio Trentini, Necrologio, in “Atti dell’Accademia roveretana degli Agiati”, a. acc. 220-223 (1970-1973), s. 6, vol. 10-13/A, p. 335.
  • Bibliografia completa degli scritti di Giulio Benedetto Emert dal 1911 al 1950, in Giulio Benedetto Emert, Saggi di critica letteraria, Trento, Saturnia, 1978, pp. 191-212.
  • Ricordo di Giulio Benedetto Emert: 1894-1971, rievocazioni di Nino Betta, Bice Rizzi, Franco de Battaglia, Trento, TEMI, 1980.

Paolo Dalla Torre