DBST Rogger Iginio

Pergine Valsugana, 20 agosto 1919 – Trento, 12 febbraio 2014

Figlio di Francesco e di Faustina Persiali, dopo aver frequentato il Seminario diocesano di Trento fu mandato, nel 1939, a completare gli studi a Roma, presso il Collegio Germanico. Conseguì la licenza in teologia presso l’Università Gregoriana; fu ordinato sacerdote il 28 ottobre 1945. Dal 1947 risiedette presso il Collegio Teutonico, potendo così conoscere gli studiosi della Görresgesellschaft (l’associazione degli intellettuali cattolici tedeschi impegnata, tra l’altro, nell’edizione critica dei documenti del Concilio di Trento), tra i quali vi era Hubert Jedin; infine si specializzò in storia della Chiesa, ancora presso l’Università Gregoriana.
Rientrò a Trento nel 1951 per insegnare storia della Chiesa e (dal 1955) liturgia presso il Seminario teologico. In quegli anni pubblicò quella che era stata la sua tesi dottorale, condotta sotto la guida di Pedro Leturia e dedicata ai raggruppamenti nazionali presenti al Concilio di Trento tra 1545 e 1552, e curò la traduzione dal tedesco del manuale di storia della Chiesa di Karl Bihlmeyer e Hermann Tüchle, opera fondamentale per il rinnovamento degli studi in materia. Già alla fine degli anni Quaranta aveva cominciato a collaborare a “Studi Trentini” con recensioni e articoli; nel 1955 entrò a far parte della direzione della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche.
Nella fase di transizione tra l’episcopato di Carlo de Ferrari e quello di Alessandro Gottardi, Rogger fu stretto collaboratore di mons. Gargitter, vescovo di Bressanone e amministratore apostolico di Trento (1961-62); in quegli stessi anni ebbe un ruolo centrale nell’organizzazione delle celebrazioni per il quarto centenario della chiusura del Concilio di Trento (1963), con la conseguente rifondazione del Museo diocesano, del quale fu a lungo direttore. Fu convinto promotore della riforma liturgica attuata dal Concilio Vaticano II; partecipò come consultore al Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia, presieduto dall’arcivescovo di Bologna card. Lercaro e impegnato nell’applicazione della costituzione liturgica Sacrosanctum Concilium del Concilio Vaticano II; ed ebbe un ruolo fondamentale nel percorso che condusse, nel 1965, all’abrogazione del culto del “Simonino” (Rogger preferì però lasciare ad altri studiosi le responsabilità principali dell’approfondimento storico-scientifico della questione). Nella seconda metà degli anni Sessanta e negli anni Settanta promosse e diresse gli scavi archeologici sotto la cattedrale di San Vigilio, scavi che portarono alla scoperta dei resti dell’antica basilica cimiteriale; e curò, insieme a Ferdinando Dell’Oro, l’edizione dei più antichi manoscritti liturgici della diocesi (poi pubblicati negli anni Ottanta). Nel 1973 fu tra i fondatori dell’Istituto storico italo-germanico (primo presidente Hubert Jedin) e nel 1975 dell’Istituto di Scienze religiose (che Rogger stesso diresse fino al 1997).
Connessa alla sua attività di docente di storia della Chiesa fu la sua costante attenzione verso fasi, episodi e personaggi della storia della comunità ecclesiastica trentina; compì studi specifici sulla cristianizzazione, il vescovo Vigilio e i Martiri Anauniesi; sulle strutture del principato vescovile; sui vescovi Adelpreto e Johannes Hinderbach; sull’epoca del concilio di Trento; sui rapporti tra l’ambiente locale e Antonio Rosmini. Anche quando si occupava di temi di carattere locale, li affrontava sempre con metodo rigoroso e costante attenzione alle fonti, tenendo conto di un quadro storiografico ampio, esercitando una franca critica nei confronti di ciò che non si adeguava a questi standard.
Gli orizzonti dell’interesse roggeriano in ambito storiografico (e non solo storiografico) appaiono segnati anche dalla preoccupazione per i rapporti con il mondo tedesco in generale e quello sudtirolese in particolare. Egli aveva un’opinione critica verso le scelte politiche e amministrative che nel corso degli anni Cinquanta avevano favorito l’aumento della tensione tra gruppo italiano e gruppo tedesco, e che portarono poi alla divisione della Regione in due Province autonome. Nella stagione del secondo statuto di autonomia, si interrogò più volte sulla definizione dell’identità trentina (con la connessa urgenza di scriverne una storia lungamente attesa).
A proposito del suo ruolo nella Società di Studi Trentini di Scienze Storiche, va ricordato che ne fu vicepresidente dal 1998 al 2010 ed ebbe in quanto tale un ruolo di rilievo nella fase di transizione tra la presidenza di Maria Garbari e quella di Marcello Bonazza (2010). Rimase poi in Direzione anche nel triennio successivo, partecipando alle attività sociali per quanto le sue condizioni di salute glielo permettevano.
Il suo archivio e la sua biblioteca stanno confluendo nel nuovo polo culturale che la diocesi di Trento ha costruito in via Endrici. Non è ancora noto quando l’archivio sarà aperto alla consultazione.

Opere principali (in ordine cronologico)

  • Scavi e ricerche sotto la cattedrale di Trento, in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, 46 (1967), pp. 197-212; 47 (1968), pp. 3-26, 52 (1973), pp. 375-392, 53 (1974), pp. 102-107; 53 (1974), pp. 387-409; 54 (1975), pp. 3-40.
  • Vita, morte e miracoli del Beato Adelpreto (1156-1172) nella narrazione dell’agiografo Bartolomeo da Trento, in “Studi Trentini di Scienze Storiche. Sezione prima”, 56 (1977), pp. 331-384.
  • I principati ecclesiastici di Trento e di Bressanone dalle origini alla secolarizzazione del 1236, in I poteri temporali dei vescovi in Italia e in Germania nel Medioevo, a cura di
  • Carlo Guido Mor, Heinrich Schmidinger, Bologna, Il Mulino, 1979, pp. 177-223.
  • Struttura istituzionale del Principato vescovile di Trento all’epoca del Concilio, in Il Concilio di Trento come crocevia della politica europea, a cura di Hubert Jedin, Paolo Prodi, Bologna, Il Mulino, 1979, pp. 15-32.
  • Contrasto di opinioni su un martirio singolare. Il caso di Anaunia del 29 maggio 397, in I Martiri della Val di Non e la reazione pagana alla fine del IV secolo, a cura di Antonio Quacquarelli, Iginio Rogger, Bologna, EDB, 1985, pp. 135-148.
  • Monumenta liturgica Ecclesiae Tridentinae saeculo XIII antiquiora, 1: Testimonia chronographica ex codicibus liturgicis, Trento, Società di Studi Trentini di Scienze Storiche, 1983.
  • Inizi cristiani nella regione tridentina, in Storia del Trentino, 2: L’età romana, a cura di Ezio Buchi, Bologna, Il Mulino, 2000, pp. 475-524.
  • Le indagini degli anni 1964-1975. Riesame dei risultati, in L’antica basilica di San Vigilio in Trento. Storia Archeologia Reperti, a cura di Iginio Rogger, Enrico Cavada,Trento, Museo Diocesano Tridentino, 2001, pp. 19-133.
  • Storia della Chiesa di Trento. Da Vigilio al XIX secolo, Trento, Il Margine, 2009.
  • Gli scritti di Iginio Rogger sul caso del “Simonino”, a cura di Emanuele Curzel, introduzione di Diego Quaglioni, in “Studi Trentini. Storia”, 94 (2015), pp. 19-42.

Bibliografia su Iginio Rogger (in ordine cronologico)

  • Iginio Rogger, Lebenserinnerungen, in „Römische Quartalschrift für christliche Altertumskunde und Kirchengeschichte”, 82 (1987), pp. 60-66.
  • A Iginio Rogger, Trento, s.n., 1998 (in occasione del conferimento dell’Aquila di San Venceslao da parte del Comune di Trento).
  • In factis mysterium legere. Miscellanea di studi in onore di Iginio Rogger in occasione del suo ottantesimo compleanno, Bologna, EDB, 1999, pp. 639-660 (scheda biografica e bibliografia).
  • Diego Quaglioni, Elogio di monsignor Iginio Rogger, in Omaggio a Iginio Rogger. Conferimento della laurea honoris causa in Giurisprudenza, Trento, 12 aprile 2006, a cura di Diego Quaglioni, Fulvio Zuelli, Padova, CEDAM, 2008, pp. 5-14
  • Mauro Marcantoni, Iginio Rogger, Trento, Fondazione Museo storico del Trentino, 2014 (con bibliografia a pp. 209-230).
  • Emanuele Curzel, Iginio Rogger (1919-2014) nella Società di Studi Trentini di Scienze Storiche, in “Studi Trentini. Storia”, 93 (2014), pp. 5-26.
  • Monsignor Iginio Rogger. Un ricordo, testi di Enrico Cavada [et al.]), Trento, FBK press, 2015 (con le relazioni del convegno di Trento, 23 settembre 2014).

Emanuele Curzel