Josef Kögl

(Bolzano 1898-1979)

Nacque a Bolzano il 6 giugno 1898, figlio di Leopold e di Creszenz Gaiser, in una famiglia di modeste origini (il padre era un fabbro). Venne ordinato sacerdote nel 1923 e compì poi studi filosofici e teologici a Roma (Università Gregoriana). Tornato a Trento fu prima segretario del vicario generale, quindi lui stesso vicario per la parte tedesca della diocesi (1931-1948) e infine vicario generale dell’intero territorio (1948-1964). Fu anche canonico (dal 1932) e arcidiacono (dal 1949) della cattedrale.

La sua opera amministrativa si compì in un periodo non facile per la storia diocesana e regionale, anche perché egli era specificamente incaricato dell’amministrazione della parte tedesca della diocesi (che corrispondeva a due terzi del territorio altoatesino). La sua fu una attività discreta e poco appariscente; fu apprezzato dai vescovi per i quali operò (soprattutto Endrici e de Ferrari). Si ricorda la sua collaborazione con il vescovo Endrici contro il diffondersi del nazionalsocialismo e le Opzioni del 1939; nel 1946 prese posizione – lui che era di lingua e cultura tedesca – contro le manifestazioni per l’autodeterminazione e ricordò che la venerazione al Sacro Cuore e l’odio nazionale erano come l’acqua e il fuoco. Dopo la ridefinizione dei confini diocesani e la nascita della diocesi di Bolzano-Bressanone (1964) il suo ruolo amministrativo ebbe termine e si stabilì a Bolzano, dove fu nominato canonico onorario della concattedrale e dove proseguì la sua azione pastorale fino alla morte, avvenuta il 19 ottobre 1979.

Kögl non era uno storico; a suo nome uscirono, oltre a uno studio d’occasione sul concilio di Trento, due rassegne statistiche (non prive però di interessanti parti cronistiche) sulla parte tedesca della diocesi. La sua presenza nel Dizionario Biografico degli Storici Trentini è motivata però dal fatto che nel 1964 pubblicò anche un robusto volume dal titolo La sovranità dei vescovi di Trento e di Bressanone, i cui obiettivi erano specificati dal sottotitolo: Diritti derivanti al clero diocesano dalla sua soppressione. Egli riteneva infatti che il fatto di essere subentrato, nel 1919, all’Austria nel governo del territorio trentino-sudtirolese obbligasse lo Stato italiano a farsi carico degli oneri di mantenimento del clero che l’Impero si era a sua volta assunto un secolo prima. Tale convinzione lo portò a redigere la lunga monografia (oltre 600 pagine), divisa in due parti. Nella prima si fa la “storia della sovranità” dei vescovi (“documentata” fino al 1218; “offuscata” fino al 1418; “confederata” fino al 1567; “salvaguardata” fino al 1803), per dimostrare che all’inizio del XIX secolo essa era ancora perfettamente operante. Nella seconda si descrivono la procedura di secolarizzazione dei principati e, appunto, gli oneri che ne erano derivati. Tali oneri, a dire dell’autore, avrebbero continuato a esistere ancora nel 1964: “non si pretende una concessione o un privilegio, ma solo l’adempimento di un onere riconosciuto da ogni stato di diritto” (p. 556).

La sovranità dei vescovi era basata su un’ampia bibliografia, in gran parte in lingua tedesca, e su documentazione archivistica conservata a Trento, Bressanone, Innsbruck e Vienna; presentò agli studiosi – e in modo particolare a quelli di lingua italiana – i risultati della ricerca dei due secoli precedenti, recuperando nell’impostazione sia le posizioni filo-vescovili settecentesche sia l’ostilità verso il giurisdizionalismo (“giuseppinismo”) ancora viva fino all’episcopato di Endrici. Non è un caso che Mainardo II sia definito “usurpatore prepotente”, che siano contestate le “falsificazioni” degli Asburgo e che si descrivano come “spire di Laocoonte” le decisioni dello Stato settecentesco.

Il fatto che vi fosse una tesi da difendere e che alcuni passaggi fossero venati di anacronismo non impedì al volume di avere una notevole diffusione e importanza; per alcuni decenni “il Kögl” fu uno dei pilastri bibliografici nelle ricostruzioni della storia medievale e moderna del territorio. Ed è ancora uno strumento utile, non solo per le fonti che pubblica, ma anche perché affronta la storia da un punto di vista particolare, non adottato da altre ricerche interessate invece soprattutto ai destini nazionali o alle peculiarità autonomiste.

 

Opere di Josef Kögl  (in ordine cronologico)

  • Breve diarium S. Concilii Tridentini. Conspectus decretorum, additis rationibus selectis temporis loci personarum, Trento, Artigianelli, 1947, 100 pp. (estratto dal supplemento a Folium diocesanum tridentinum”, 1945 e 1947).
  • Der Bozner Anteil der Kirche des hl. Vigilius im Spiegelbild der Zahlen. Mit Daten über das gänze Erzbistum Trient, Vergleichen und Anhängen, Trento, Artigianelli, 1956, 159 pp. (numero monografico di “Folium diocesanum tridentinum”, 1956).
  • La sovranità dei vescovi di Trento e di Bressanone. Diritti derivanti al clero diocesano dalla sua soppressione, Trento, Artigianelli, 1964, 660 pp.
  • Statistische Analysen der geistlichen Berufe in der Diözese Bozen-Brixen: über Ersuchen des 4. Arbeitskreises der Diözesan-Synode zusammengestellt, Bozen, Athesia, 1970, 28 pp.

Opere nelle quali si fa riferimento a Josef Kögl  (in ordine cronologico)

  • Josef Gelmi, Geschichte der Kirche in Tirol. Nord-, Ost- und Südtirol, Innsbruck-Wien-Bozen, Tyrolia-Athesia, 2001, ad indicem.
  • Severino Vareschi, La Chiesa cattolica trentina fra radici cristiano-sociali e confronto con i tempi nuovi, in Storia del Trentino, 6: L’età contemporanea. Il Novecento, a cura di Andrea Leonardi, Paolo Pombeni, Bologna, Il Mulino, 2005, pp. 291, 310.
  • Josef, Gelmi, Bischof Joseph Gargitter (1917-1991): der Friedensstifter : einer der bedeutendsten Bischöfe unseres Landes, Bressanone, Weger, 2016, ad indicem.
  • Luigi Bressan, Celestino Enrici contro il Reich. Gli archivi svelano, Bolzano, Athesia, 2019, ad indicem.

 

Emanuele Curzel