Trento, 6 luglio 1909 – Bolzano, 5 dicembre 1986

Figlio di Guido e Anna Povoli, consegue la maturità classica al Liceo Prati di Trento, mostrando già negli anni del liceo una netta predilezione per gli studi storico-artistici come testimoniano le sue pagelle: sufficienza in tutte le materie e votazione massima in storia dell’arte. Dal 1929 al 1933 frequenta l’Università di Firenze, studiando prima archeologia e poi storia dell’arte. Qui conosce Pietro Annigoni con cui stringe una duratura amicizia. Si laurea il 22 giugno 1933 discutendo con Mario Salmi una tesi sul Castello del Buonconsiglio; si perfeziona quindi il 26 ottobre 1934 con una tesi sul codice palatino 556. Dal 1933 al 1948 insegna storia dell’arte e materie letterarie in varie scuole del Trentino-Alto Adige ma già nel 1939 è Ispettore comandato presso la Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie di Trento e Bolzano. In questa veste viene distaccato a Bolzano come membro italiano della Kulturkommission per l’esportazione delle opere d’arte in seguito agli accordi italo-tedeschi del 1939 (“opzioni”) e si occupa, in particolare, delle collezioni del Museo civico di proprietà del Bozner Museumsverein, impedendone di fatto l’esportazione oltralpe. Dello stesso Museo civico sarà anche Direttore incaricato dal 1940 al 1981. Nel 1939 si sposa con Ada Barberi da cui avrà tre figlie. Richiamato alle armi come tenente di fanteria il 15 luglio 1943, dopo l’8 settembre dello stesso anno e fino al settembre 1945 sarà prigioniero nel campo di Przemysl in Polonia. Rientrato a Bolzano, dove risiedeva con la famiglia, viene riassunto in Soprintendenza a Trento e, accanto all’opera di tutela particolarmente delicata nel periodo post-bellico e come ineludibile supporto ad essa, si dedica intensamente all’attività di studio. Nel 1947 fonda la rivista “Cultura atesina – Kultur des Etschlandes” di cui usciranno 22 annate fino al 1976. “Cultura atesina”, metodologicamente ispirata alla rivista “L’Arte” di Adolfo Venturi, è espressamente dedicata allo studio della storia dell’arte locale, che Rasmo intende in un’ampia accezione, prestando uguale attenzione e rigore d’indagine a tutti gli aspetti, anche minuti, della cultura del territorio, affrontati partendo dallo studio delle fonti d’archivio. In ciò Rasmo si mostra debitore della tradizione di studio della Scuola di Vienna, già testimoniata in loco dall’opera di Josef Weingartner e dai suoi studi di topografia artistica. Accanto ai saggi più articolati, pubblicati nella lingua dei vari autori quale precisa scelta di “pacifica convivenza”, la rivista accoglie recensioni e segnalazioni di scoperte e restauri e pubblica edizioni critiche di fonti archivistiche. Anche la mostra “Arte medievale nell’Alto Adige”, organizzata al Museo civico di Bolzano nel 1948-1949, e il relativo catalogo testimoniano il rigore scientifico dello studio che gli permette un’acuta revisione di tante attribuzioni di opere romaniche e gotiche. Il campo dell’arte medievale è quello prediletto dallo studioso che effettua anche scoperte eclatanti tra cui il ciclo affrescato di castel Rodengo in Pusteria, degli inizi del Duecento, e gli affreschi bizantineggianti di Santa Maria del Conforto a Maia Bassa (Merano), e cui dedica importanti interventi di restauro, spesso anche arditi (come nel caso della collegiata di San Candido in Pusteria e dell’abside della parrocchiale di Lasa in Venosta: in entrambi i casi il recupero delle forme romaniche originarie avviene demolendo interventi posteriori), ma sempre sorretti da un’acutissima sensibilità personale e da una precisa conoscenza professionale degli aspetti tecnici, oltre che di quelli artistici. Suo secondo polo privilegiato di interesse è l’arte barocca e rococò; ad artisti come Giuseppe Alberti, Francesco Unterperger, Antonio Longo, Giovan Battista Lampi e Carl Henrici, ad esempio, dedica studi approfonditi e anche mostre monografiche che ne permettono la riscoperta. Libero docente di storia dell’arte presso l’Università Statale di Milano dal 1957 al 1960, diventa ispettore di ruolo della Soprintendenza di Trento e Bolzano il 1° gennaio 1950, direttore di II classe due anni più tardi, mentre dal 1° maggio 1960 ne è titolare. Il 1° luglio del 1971 è nominato soprintendente di I classe. Dal 1° maggio del 1974 è in pensione: dopo il passaggio delle competenze in materia di tutela dei beni culturali dallo Stato alla Provincia di Trento e a quella di Bolzano, avvenuto tra il 1973 e il 1974 in seguito all’entrata in vigore del nuovo Statuto di Autonomia, lascia l’incarico non senza polemica non ritenendo sufficientemente garantita la libertà di azione nella tutela da un potere da lui considerato territorialmente troppo vicino e in grado, pertanto, di pericolose ingerenze. Rasmo, del resto, aveva sempre interpretato in modo molto rigoroso la funzione tutoria del suo ufficio: lo dimostrano le aspre battaglie da lui condotte, e non sempre vinte, nell’ambito della tutela ambientale in Trentino, di cui è responsabile dal 1960 al 1971 (cartiera al Linfano, ampliamento delle cartiere del Garda, infrastrutture idroelettriche in val di Genova, urbanizzazione al lago di Tovel ecc.). La maggior parte del lascito del suo materiale di studio, comprendente circa 70.000 fotografie, 12.000 tra volumi, estratti e riviste specializzate, numerosissimi documenti, appunti di studio, trascrizioni di fonti d’archivio e ricerche storico-artistiche, oltre ad un imponente carteggio con circa 1300 corrispondenti, tra i principali storici dell’arte italiani e tedeschi del Novecento, è conservata a Bolzano presso la “Fondazione Nicolò Rasmo – Adelheid von Zallinger”, istituita nel 1989; altro materiale di minore entità si trova presso l’Archivio provinciale di Bolzano e la Biblioteca comunale di Trento.

Opere principali:

  • Arte medioevale nell’Alto Adige: catalogo dell’esposizione di Bolzano, 1948-1949, Bolzano, Cultura atesina, 1949.
  • L’altare di Hans Multscher a Vipiteno, Ora (Bz), Ferrari, 1963.
  • Michele Pacher, Milano, Electa, 1969.
  • Affreschi medioevali atesini, Milano, Electa, 1971.
  • Gli aspetti artistici, in Trentino-Alto Adige, a cura di Sandro Mattei, Roberto Mainardi, Sandro Pirovano, Nicolò Rasmo, Milano, Electa, 1979.
  • L’età cavalleresca in Val d’Adige, Milano, Electa, 1980.
  • Dizionario biografico degli artisti atesini, 2 voll., Bolzano, s.n., 1980-1998.
  • Storia dell’arte nell’Alto Adige, Bolzano, Provincia. Assessorato alla istruzione pubblica e alle attività culturali in lingua italiana, 1980.
  • Arte carolingia nell’Alto Adige, Bolzano, s.n., 1981.
  • Storia dell’arte nel Trentino, Trento, Dolomia, 1982.

Bibliografia su Nicolò Rasmo

  •  Nicolò Rasmo: Festschrift = Scritti in onore, Bolzano, Comune. Assessorato alla cultura, 1986 (con bibliografia).
  • Silvia Spada Pintarelli, Marina Botteri, Cultura Atesina = Kultur des Etschlandes, in, Bibliografia della questione altoatesina, a cura di  Giorgio Delle Donne, 2: Indici della rivista “Athesia Augusta”; Indici della rivista “Cultura Atesina”, Bolzano, Provincia. Assessorato scuola e cultura in lingua italiana, 1996, pp. 103-121.
  • Per l’arte: Nicolò Rasmo (1909-1986), atti del convegno di studi, Bolzano, 4 maggio 2007 = Für die Kunst: Nicolò Rasmo (1909-1986), Berichte der Studientagung, Bozen, 4. Mai 2007, a cura di = hrsg. von Silvia Spada Pintarelli, Bolzano, Comune, 2009.
  • Laura Dal Prà, Nicolò Rasmo, in Dizionario biografico dei soprintendenti architetti (19041974),Bologna, Bononia University Press, 2011, pp. 488-505.

Silvia Spada Pintarelli