Nel corso dell’anno 2011 la rivista “Studi Trentini. Storia” si è presentata ai lettori con le novità che erano state previste e annunciate: nuova testata, nuova grafica, nuova periodicità (è uscita nei mesi di maggio e ottobre, con un ritardo rispettivamente di una quarantina e di una ventina di giorni rispetto al previsto), parzialmente nuova suddivisione interna, articoli – dotati di abstract in italiano e in inglese – che sono sostanzialmente rimasti nelle dimensioni previste (il più lungo ha occupato 43 pagine, ma era dotato di una lunga appendice documentaria), nuove modalità di citazione bibliografica. Le pagine complessive sono state 603, con un aumento di una cinquantina di unità rispetto all’anno precedente; queste diventano più di un migliaio se si tiene conto del supplemento (lo studio su Giovanni Battista Lampi alla corte di Caterina II di Russia di Roberto Pancheri), che però è stato volutamente realizzato in modo da renderlo chiaramente identificabile come monografia (e senza inutili doppie paginazioni).
Sono stati pubblicati complessivamente undici saggi e dieci tra note, comunicazioni e notizie di “lavori in corso”, dedicati a un ampio spettro di argomenti: nel dettaglio, due riguardano prevalentemente la storia medioevale, otto la storia moderna e undici la storia dell’Ottocento e del Novecento, con particolare attenzione agli avvenimenti della fine del XIX secolo e dell’inizio del XX. “Studi Trentini”, nel 2011, ha parlato (in ordine alfabetico) di Angelo Ara, dell’Archivio di Stato di Belluno, del Cementificio Frizzera, di Giuseppe Gregorio Dalle Mule, del Dizionario Toponomastico Trentino, delle risorse forestali delle comunità, dell’indagine geostorica, di Andreas Hofer, dell’unità d’Italia vista dal Tirolo, di Claudio Leonardi, del rapporto tra militari e popolazione civile, degli archivi notarili, dei patti gebardini, di Antonio Piscel, dei baroni a Prato di Segonzano, dell’ospedale di San Pellegrino, di santuari, della scuola trentina durante l’Alpenvorland, di castel Thun, di Cristoforo Simone Thun-Hohenstein. Questo insieme di contributi ancora una volta tematicamente eterogeneo ben rispecchia la molteplicità di interessi dei soci e dei collaboratori, anche se si deve far notare la scarsità di contributi sulle epoche più remote. Sulla rivista sono poi comparse anche le consuete comunicazioni della Biblioteca Comunale di Trento, tredici recensioni o segnalazioni e le notizie sulla vita della Società, con il verbale della riunione del 14 maggio 2011.
Voglio però richiamare la vostra attenzione sulle sezioni più innovative. Prima di tutto gli editoriali (nel primo numero quello del direttore, nel secondo quello del presidente), che hanno affrontato in modo schematico ma – oso dire – non banale alcune questioni di fondo che chiunque voglia fare storia nel territorio si trova ad affrontare. Il primo editoriale, quello sulle “grandi narrazioni” che hanno o avrebbero fatto da sfondo alla costruzione della storiografia sul territorio trentino, ha avviato un dibattito che si è già concretizzato in otto interventi (cinque pubblicati sul n. 2/2011 e tre sul n. 1/2012; altri potrebbero giungere in futuro). Il secondo, quello sul polo archivistico trentino, ha accompagnato l’avvio dell’iter che dovrebbe portare all’attesa realizzazione (come viene riferito in un intervento integrativo nel n. 1/2012). Intendiamo continuare anche nei prossimi numeri a pubblicare brevi interventi di apertura per riflettere sul senso del nostro impegno storiografico (sul n. 1/2012 ci sono alcune pagine su università e storiografia), dando anche spazio a repliche e riflessioni sui vari temi proposti.
Non vorrei poi che passasse inosservata la pubblicazione, nel n. 2/2011, di una serie di 278 schede bibliografiche riferite ad altrettante pubblicazioni di storia e cultura trentina uscite nel 2010: si tratta del risultato dell’impegno di alcuni redattori di “Studi Trentini. Storia” e del personale della Biblioteca comunale di Trento. Ogni scheda è stata collocata in un ambito tematico ed è stata accompagnata da una breve nota descrittiva: un’occasione per gettare uno sguardo su quella che è la produzione storiografica riferita al territorio trentino e per conoscere quali possono essere gli studi pubblicati nell’ambito che è di proprio peculiare interesse. Un anno fa avevo parlato dell’“accantonamento” dell’ambizione di fare della Rivista il luogo in cui essere informati sistematicamente e ordinatamente di quanto esce sulla storia trentina: oggi posso dire invece che l’obiettivo è stato, nel 2011, raggiunto, anche se è chiaro che la qualità di questa operazione dipenderà in gran parte dalla nostra capacità di mantenere modalità analoghe di schedatura nel lungo periodo. I lavori del 2012, a questo scopo, sono stati comunque già avviati.
Le presentazioni dei numeri della Rivista sono state organizzate presso la torre Vanga il 14 settembre (il n. 1/2011, insieme con il n. 1/2011 di “Studi Trentini. Arte”); presso il teatro Portland a Piedicastello il 7 dicembre 2011 (il n. 2/2011: in quel contesto ha preso la parola Roberto Marini, autore di un saggio dedicato alla storia del cementificio di cui quel teatro porta il nome). La presentazione del n. 1/2012 si terrà il prossimo 24 maggio presso Casa de Gentili a Sanzeno; prenderà la parola anche Mauro Nequirito, autore di un saggio sulla piccola nobiltà anaune. Se non è stato possibile perseguire con efficacia l’obiettivo di stabilire contatti stabili con altre associazioni storiografiche presenti sul territorio, queste occasioni ci hanno comunque resi presenti e visibili anche al di fuori dell’ambito sociale e hanno contribuito al piccolo ma significativo aumento del numero degli abbonati.
La Redazione si è riunita nel 2011 in forma plenaria tre volte (28 gennaio, 24 giugno, 6 dicembre). Una newsletter elettronica del direttore ha però tenuto informati i suoi membri, con cadenza mensile, circa gli articoli che venivano proposti e lo stato di avanzamento dei numeri in uscita. Meno frequenti, rispetto al 2010, sono state le riunioni tematiche, essendosi concluso l’iter di determinate trasformazioni; ha però continuato la sua attività la “commissione ordinaria amministrazione” composta dal direttore e da Franco Cagol, Silvano Groff, Mauro Nequirito e Ugo Pistoia. Vi sono state poi riunioni in vista di progetti specifici: una di queste si è tenuta lo scorso 3 maggio per valutare la partecipazione della Società e delle Riviste al progetto “Grande Guerra”. L’impegno di alcuni soci ha poi permesso l’avvio del sito internet della Società e delle Riviste; i soci dotati di un indirizzo e-mail vengono periodicamente informati delle iniziative della Società e di altri appuntamenti di carattere storiografico (ringrazio a questo proposito il segretario Roberto Pancheri).
Se quanto ho detto finora è da porre certamente sul lato attivo di questo resoconto annuale, qualcosa va pur posto anche sul lato del passivo. Il meccanismo della peer review ha funzionato solo in parte, sia perché gli autori hanno la cattiva abitudine di inviare i testi all’ultimo momento utile (costringendo così la redazione a revisioni rapide e “interne”), sia perché all’atto pratico è risultata difficile l’applicazione del “doppio cieco”, come era stato previsto. Non credo che ciò abbia causato un indebolimento della qualità degli articoli pubblicati, ma è un dato di fatto che l’applicazione rigida di questa modalità di valutazione – considerata tanto importante da chi ritiene di poter valutare la credibilità scientifica di una rivista basandosi su parametri oggettivi – si è, almeno al momento, rivelata al di sopra delle nostre capacità organizzative.
Il direttore ritiene comunque che il bilancio 2011 si sia chiuso, dal punto di vista scientifico, ampiamente in attivo, e ringrazia tutti coloro che in vario modo hanno contribuito a questo risultato.

Emanuele Curzel