Care socie e cari soci di Studi Trentini,

ringrazio tutti i presenti a questa Assemblea sociale 2019, che sarà anche Assemblea elettorale per il triennio 2019-2022; ringrazio chi ci ha fatto pervenire gli auguri di buon lavoro e coloro che hanno inviato la propria delega per partecipare alla votazione, e tutti coloro che nell’anno appena trascorso hanno prestato la loro collaborazione alla vita associativa e all’attività scientifica di Studi Trentini. Saluto i nuovi soci, che tra poco presenteremo e accoglieremo tra noi.

Prima di cominciare mi corre l’obbligo di ricordare i soci che ci hanno lasciato dopo il nostro ultimo incontro del maggio scorso:
– Gian Piero Sciocchetti, scomparso il 7 gennaio 2019 all’età di 84 anni, generale di brigata del Genio Alpini, studioso della storia delle fortificazio- ni, dei trasporti in montagna, dell’architettura militare otto- e novecentesca, del quale ricordiamo in particolare la donazione dell’archivio personale alla Biblioteca dell’Università di Trento, valorizzata dal progetto Codico e dalla mostra “Architetture della speranza e della paura”, entrambi parte- cipati dalla nostra Società;
– Monsignor Silvio Gilli, morto il 26 marzo 2019 a 98 anni, professore al Seminario e incaricato presso la Segreteria di Stato vaticana, canonico ono- rario della Cattedrale di Trento, studioso della storia della Chiesa Tridentina.
In ricordo di questi soci e valenti studiosi, chiedo all’Assemblea qualche istante di raccoglimento.

Attività istituzionale. Cercherò di essere più breve del solito, anche se le cose da riferire sono numerose, per lasciare più spazio alla discussione e alle operazioni elettorali. Comincerò la mia relazione con tre informazioni di carattere istituzionale, una delle quali impegnativa per tutti noi.
La prima è che – come dirà meglio la tesoriera Cinzia Lorandini tra poco – siamo riusciti a chiudere in attivo il bilancio 2018, come già quelli del 2015 e del 2012. Il che significa che rientriamo pienamente nei parametri che regolano le convenzioni tra Provincia autonoma di Trento e associa- zioni culturali in base alla legge 15/2007. Si tratta di un risultato non scontato e prezioso, stanti le crescenti limitazioni ai nostri cespiti di entrata (contributi pubblici, vendita dei nostri prodotti editoriali, interessi su patrimonio). Si tratta di un tema centrale per il futuro della Società e per la Direzione che oggi sarà eletta: io mi limito ad accennarlo, perché ne parleranno tra poco i miei colleghi, ma fin d’ora sollecito un dibattito e un con- corso di idee sul tema.
Un contributo fondamentale all’attivo di bilancio è stato fornito dal nostro magazzino, che ha rimanenze importanti. Ma il calcolo effettuato quest’anno non potrà essere replicato in futuro. Dunque il magazzino, oltre che una risorsa, costituisce una questione da affrontare: sia perché troppe nostre monografie restano lì, sia perché sarebbe opportuno trovare una soluzione di lungo periodo alla sua conservazione. Lasciamo anche questo tema all’esame della prossima Direzione.
Infine, incombe su tutte le organizzazioni non profit e volontaristiche come la nostra la scadenza del 2 agosto per il rinnovo degli Statuti in ottemperanza alla legge 106/2016 per la riforma del Terzo settore. Suona bizzarro che tale legge sia entrata in vigore il 6 giugno 2016, vale a dire poche settimane dopo che la Società di Studi Trentini aveva rinnovato il proprio Statuto dopo un lungo iter e a seguito di un partecipato dibattito. Ma tant’è: la legge impone degli adeguamenti ai quali – anche sulla base di una perizia dei nostri consulenti – dovremo adeguarci. Attendetevi perciò la convocazione di un’Assemblea straordinaria dei soci, verso l’inizio dell’estate, per l’approvazione del nuovo Statuto conformato alle esigenze di legge (La convocazione di tale Assemblea non è stata necessaria, in quanto la scadenza per l’aggiornamento degli statuti è stata prorogata al 30 giugno 2020).

Attività scientifiche e collaborazioni. L’anno appena trascorso dall’ultima assemblea ha visto innanzitutto la celebrazione del Convegno Arrivi. Persone, gruppi, popolazioni verso il territorio trentino dalla preistoria al XX secolo, organizzato in collaborazione con la Presidenza del Consiglio della Provincia autonoma di Trento. In quattro relazioni di sistema e trenta brevi comunicazioni abbiamo cercato di delineare un quadro non completo, certo, ma statisticamente significativo, dei fenomeni immigratori verso il territorio trentino, delle loro caratteristiche comuni e delle loro peculiarità. Il convegno, tenutosi in queste stesse sale dal 18 al 20 giugno, è andato molto bene: nonostante i primi calori estivi, abbiamo sempre registrato la presenza di una sessantina di ascoltatori e un certo interesse da parte della stampa. Stiamo lavorando alla raccolta degli Atti, che speriamo di poter completare e pubblicare entro l’anno.
Il 7 gennaio, di fronte a un folto pubblico, si è tenuta l’inaugurazione dell’anno sociale con la conferenza-spettacolo del nostro socio Carlo Romeo intitolata Bruciate quel libro! Sventure di una satira tirolese del 1909 e incentrata sulle vicende del libello satirico Tirol ohne Maske, protagonista di una vivace polemica 110 anni fa. Con l’aiuto dell’attore Nicola Benussi, il relatore ha presentato alcuni dei passi più significativi del volume e ha ragionato sulla costruzione dell’immagine e degli stereotipi relativi al Tiro- lo storico. Nella stessa occasione è stato proclamato il Premio “Luigi Onestinghel” per l’anno 2018, assegnato a Nicolò Caramel per un pregevole lavoro sui commercianti tesini in età moderna.
L’11 marzo, sempre qui, si è tenuta l’affollatissima presentazione della monografia Mantenere memoria. Documentazione di donne trentine in politica e nell’associazionismo, curata da Roberta Arcaini, Anna Vittoria Ottaviani e Gianluca Pederzini, con la partecipazione di Armando Vadagnini e Sandra Dorigotti. Si è trattato della degna conclusione di un progetto cofi- nanziato dall’Ufficio pari opportunità della Provincia autonoma di Trento, di cui ho parlato anche nella mia relazione dello scorso anno, che ci ha dato la possibilità di corrispondere una borsa di studio a due giovani studiosi per l’approfondimento della tematica sul piano storico-archivistico e sociologico-statistico. Il volume è praticamente esaurito e stiamo pensando a una ristampa.
L’impegno maggiore da parte della Direzione e delle Redazioni è stato dedicato, negli ultimi mesi, alla costruzione di un programma ragionevole ma ambizioso per la celebrazione del centesimo anniversario della fonda- zione della Società, avvenuta nell’agosto 1919. Il centenario è una ricorren-za importante, sia per la Società in sé, che rappresenta ormai una delle più antiche e persistenti sedi associative della città e della regione, sia per la storia della storiografia del territorio, che – se non tutta imputabile a Studi Trentini – alla nostra Società deve continuità di azione e di presenza e numerosissime pubblicazioni. Possiamo dire senza tema di smentita che il “senso comune storiografico” dei trentini, per usare una bella espressione di Edoardo Grendi, dipende in buona parte dall’attività di Studi Trentini.
A questi elementi di identità, e non all’idea di una celebrazione fine a sé stessa, si è cercato di legare il programma delle iniziative che un po’ alla volta sta prendendo forma. Prima la Direzione uscente, che ringrazio, quindi un comitato di volontari costituito, oltre che dal sottoscritto, da Francesca Brunet, Enrico Cavada, Emanuele Curzel, Italo Franceschini, Mirko Saltori, Luca Siracusano e Michele Toss, hanno delineato un percor-so in più tappe che dovrebbe prevedere – tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2020, le seguenti iniziative.
In primo luogo la pubblicazione dei diari di guerra di due “padri fondatori” quali Gino Onestinghel e Francesco Menestrina, entrambi propugnatori della nuova società degli storici trentini al termine del conflitto e interpretabili – con qualche beneficio di inventario – come precursori delle “due anime” tradizionali della Società: quella più nazionalista e militante e quella più filologica e teoretica. Intorno alla pubblicazione dei due volumi – ai quali stanno lavorando rispettivamente Emanuele Curzel e Francesco Frizzera e Mirko Saltori e Nicola Fontana – si organizzeranno un seminario di studi e una tavola rotonda sulle origini e il presente delle Società di storia del territorio delle regioni circonvicine.
Una seconda iniziativa vorrebbe invece ripercorrere le vicende della Società, collocandola da una parte nel suo milieu storico e sociale ed evidenziando dall’altra i momenti salienti della sua attività scientifica. Si era pensato in un primo momento a una mostra che esibisse e contestualizzasse i contributi più significativi per la storia del territorio proposti in cent’anni dalla Società di Studi Trentini. Di fronte alle difficoltà non solo organizzative, ma anche concettuali di una mostra siffatta, si è scelto di cambiare strategia e di affidarsi a un documentario. Grazie alla collaborazione della Fondazione Museo Storico del Trentino e del canale TV HistoryLab, e con la collaborazione di Michele Toss, stiamo lavorando alla realizzazione di un programma televisivo in cinque o sei puntate che racconti in maniera efficace i momenti più significativi nel passato (remoto e vicino) della Società. I lavori entreranno nel vivo nelle prossime settimane e ci sarà bisogno di collaborazione. Restate connessi!
Il documentario sarà infine al centro di un momento di festeggiamento più formale, nelle intenzioni aperto alla cittadinanza, nel quale – possibilmente con l’ausilio di un nome importante della cultura italiana – tentare un ragionamento di ampio respiro o sul senso della produzione scientifica e storiografica della nostra Società, o sul senso del “lavoro culturale” messo in atto da generazioni di storici, storici dell’arte, archivisti e bibliotecari, sacerdoti e professori nella Trento e nel Trentino del Novecento. Questo momento non è ancora ben definito e sarà compito della nuova Direzione darvi corpo e prospettiva.
Stiamo infine lavorando a un altro centenario importante, quello delle Conferenze di pace di Parigi, che nel 1919 definirono l’assetto dell’Europa postbellica e della nostra regione. Su proposta e in collaborazione con il socio Davide Zaffi si vorrebbe organizzare per il prossimo autunno un pic- colo ma ambizioso convegno dedicato al tema della nazione e della conferenza di pace come spazio organizzato di confronto.

Attività editoriali. Delle riviste vi riferiranno tra poco i direttori.
Negli ultimi mesi siamo usciti con due nuove monografie: la n° 10, Mantenere memoria. Documentazione di donne trentine in politica e nell’associazionismo, di cui vi ho già parlato; e la n° 11, 577. I Longobardi nel Campo Rotaliano, a cura di Giuseppe Albertoni, in collaborazione con l’Associazione Castelli del trentino, ente organizzatore del Convegno del 2017 di cui il volume sono gli atti: questa pubblicazione è stata presentata lo scorso 21 marzo presso il Dipartimento di Lettere.
Abbiamo in avanzata fase di lavorazione gli atti del Convegno del 2016 Il paese sospeso. La costruzione della Provincia tirolese, che conterranno oltre venti contributi di studiosi italiani e austriaci. I curatori saranno Francesca Brunet, Florian Huber e il sottoscritto e prevediamo di poter presen- tare il volume al più tardi all’inizio del prossimo autunno.
Degli atti del convegno dedicato agli Arrivi vi ho riferito poco fa: diversi contributi sono già arrivati, nei prossimi giorni partirà una nuova richiesta con un secondo termine di consegna al quale sperabilmente gli autori vorranno attenersi. Lo dico anche a scopo pratico, giacché un notevolissimo numero di relatori al convegno è anche socio di Studi Trentini e conto che diversi tra loro siano presenti anche quest’oggi.
Per la fine dell’anno contiamo di avere le due monografie dedicate a Onestinghel e a Menestrina e ai loro diari di guerra. È in lavorazione anche il volume contenente gli atti del pomeriggio di studio su Cesare Battisti e il lavoro culturale.
E, last but not least, procede anche il progetto dedicato a Giovanni a Prato, realizzato in collaborazione con l’Accademia degli Agiati, curato dai nostri soci Francesca Brunet e Michele Toss, con la collaborazione di Samuele Rampanelli per la trascrizione delle lettere dell’abate e che fornirà, a conclusione dei lavori, un’ampia antologia degli scritti epistolari del padre del “Trentino”.
Un consistente programma editoriale, come potete constatare, che da un lato ci rende orgogliosi per la ricchezza di idee, di collaborazioni e di sinergie messe in campo: i volumi sono in parte il risultato di iniziative convegnistiche della Società, in parte l’esito di progetti di ricerca di riconosciuto interesse. D’altra parte rimane l’ormai inveterato problema della diffusione di questi volumi, che sembrano non attecchire sul pur modesto mercato editoriale al quale sono destinati: i soci in primis non li acquistano, qualche copia transita attraverso le librerie e il web, ormai anche le biblioteche pubbliche tendono a chiederli in omaggio. Non si pensi a queste considerazioni come a un atto di accusa verso chicchessia: permane in tutti noi l’idea che un buon volume stampato e pubblicato rappresenti un investimento culturale valido in sé e da valutare sul lungo periodo della scienza e della conoscenza. Ma sarebbe interessante poter ragionare, magari già oggi, dei motivi che impediscono una reale diffusione delle monografie storiche (non solo le nostre beninteso) e di eventuali pratiche alternative, dalla gratuità alla pubblicazione on line.

Conclusioni. Con queste riflessioni vengo alle considerazioni conclusive. Con oggi ha termine il mandato della Direzione eletta nel 2016. Il bilancio del triennio mi sembra si possa considerare positivo. La Società ha mantenuto la sua vitalità, ha pubblicato riviste e monografie, ha dato spazio a numerosi autori tra i quali molti giovani, ha organizzato iniziative significative come il Convegno dedicato agli Arrivi e gli incontri di inizio anno, ha saputo intervenire in alcune occasioni di dibattito pubblico su tematiche storiche e storico-artistiche, ha provato a stimolare la riflessione su nodi importanti della nostra cittadinanza. Dietro le quinte di tutto questo siamo riusciti a mantenere una struttura operativa efficace, assumendo una nuova segretaria, Giulia Porta, che anche oggi è qui ad aiutarci, salvaguardando i bilanci e l’affidabilità della Società di fronte agli interlocutori istituzionali, rinnovando il sito. La presenza di numerosi soci, qui, oggi, la vicinanza di quanti hanno inviato la propria delega, la partecipazione a molte delle nostre iniziative mostrano che la Società di Studi Trentini mantiene una sua capacità di attrazione, anche come spazio libero di confronto e di condivisione.
Ciò non significa che la nuova Direzione non debba interrogarsi su al- cune criticità che alla lunga potrebbero indebolire l’operatività e la stessa ragion d’essere di Studi Trentini. Alle questioni del magazzino e delle monografie ho già fatto cenno.
Le sfide principali, a mio parere, saranno però altre due. La prima sarà quella di trovare nuovi e affidabili cespiti di entrata. È rischioso affidarsi alla garanzia rappresentata dal piccolo patrimonio accumulato negli anni delle “vacche grasse” – mi si conceda l’espressione – e sarebbe un peccato dover rallentare significativamente l’attività, che rappresenta il motore e la ragion d’essere della nostra esistenza. Accordi di sistema con finanziatori disposti a investire sulla storia, o una più minuta attività di fund raisingsono prospettive forse non urgentissime ma necessarie.
La seconda sfida non potrà non riguardare le modalità di comunicazione dei contenuti della nostra ricerca e attività editoriale. Siamo tutti con- vinti sostenitori del valore della carta stampata e accreditata dal prestigio della nostra istituzione, e ci mancherebbe. Ma è un po’ frustrante sapere che il frutto di lavori di qualità non abbia quasi mai altro esito che la nostra rivista, diffusa e letta, certamente, ma a livello di professionisti del settore e di una nicchia di pubblico sensibilizzato. Credo che sia nostro dovere cercare e trovare altre forme che, pur basandosi sul rigore del saggio scientifico, sappiano veicolarne i risultati in modo diverso e innovativo e così intercettare altre fasce di pubblico. Penso alla stampa quotidiana e periodica, naturalmente, che si potrebbe provare a sensibilizzare di più. Ma penso soprattutto all’immenso oceano del multimediale e del digitale. L’esperienza con HistoryLab per la realizzazione del documentario su Studi Trentini potrebbe essere un punto di partenza importante. E non c’è dubbio che a breve il nostro sito (insieme alla nostra pagina Facebook ed eventualmente anche ad altri social network) dovrà assumere un carattere più dinamico e farsi tramite di contenuti e appuntamenti gestiti sulla base di un vero piano editoriale.
Se la prossima Direzione riuscirà almeno a costruire le basi per dare risposta a queste due esigenze improcrastinabili avrà compiuto pienamente, a mio parere, il proprio dovere.
Lasciatemi dire che le basi per una nuova Direzione operativa ci sono. Diciannove candidature alla Direzione sono un numero importante, che dimostra la vitalità del corpo sociale e l’interesse di molti per le sorti dell’Associazione. Non spetta certamente a me fornire valutazioni né tanto meno indicazioni. Mi sembra però che l’offerta di candidature possa consentire all’Assemblea una scelta equilibrata tra soci più esperti e soci più giovani, tra maschi e femmine, tra storici, storici dell’arte e operatori dei beni culturali.
Affido ai votanti la scelta. Lasciatemi solo dire due parole per ringrazia- re i consiglieri uscenti che hanno deciso di ricandidarsi, assicurando in questo modo la possibilità di una continuità operativa preziosa: la tesoriera uscente, Cinzia Lorandini; i direttori delle riviste, Emanuele Curzel e Luca Gabrielli; e poi Quinto Antonelli e Ugo Pistoia che con noi hanno condivi- so il percorso degli ultimi anni. Come loro, anche i tre revisori dei conti uscenti hanno confermato la loro disponibilità a prendere visione dei nostri bilanci e a partecipare alle discussioni: sono Andrea Bonoldi, Marina Garbellotti e Katia Pizzini, la loro presenza nel futuro organigramma sarà una garanzia di equilibrio.
Non voglio sorvolare, naturalmente, sul fatto che tra i ricandidati ci so- no anch’io: dopo essermi ampiamente confrontato con i consiglieri e diversi soci mi è sembrato giusto non negare a priori la mia disponibilità a far parte della prossima Direzione. Sono ben consapevole che tre mandati co- me presidente sono parecchi e che il nuovo Statuto prevede un limite alla ricandidabilità. Lascio comunque all’Assemblea, prima, e poi eventualmente alla Direzione una serena valutazione sul se e sul cosa io possa ancora fare per la nostra Società.
Un ringraziamento parimenti sentito vorrei rivolgerlo ai 13 soci che hanno dato la loro disponibilità a fare parte della prossima direzione. Auguro a tutti di ricevere i voti di chi intenderà valorizzarne le competenze e le esperienze e auspico da parte loro un impegno assiduo per la Società qualunque sia l’esito delle votazioni odierne.
Un pensiero speciale, infine, per i consiglieri uscenti che, ciascuno per motivi diversi e personali, hanno ritenuto di non ricandidare, lasciando una traccia forte e significativa del loro impegno. Il vicepresidente Mirko Saltori; la segretaria Stefania Franzoi; i consiglieri Franco Cagol, già tesoriere; Antonio Carlini, già direttore di “Studi Trentini. Arte”; Silvano Groff, già referente del sito internet; Lia Camerlengo e Armando Tomasi, che hanno condiviso tutte le nostre attività degli ultimi nove anni. Grazie, cari amici. Con voi se ne va un pezzo di storia della società, ma nuove forme di collaborazione si apriranno a partire da questa sera.
Grazie a tutti, da me personalmente, per l’indispensabile sostegno alle mie responsabilità di presidente.
Con il che credo di aver detto abbastanza. Vi ringrazio per l’attenzione e lascio spazio alla prosecuzione dei lavori.

                                                                                                    Marcello Bonazza