DBST Maroni Riccardo

Riva del Garda, 17 luglio 1896 – Trento, 18 settembre 1993

Figlio di Luigia Brunati e di Vigilio Maroni, commerciante dalle spiccate posizioni irredentiste originario di Pieve di Ledro, Riccardo Maroni trascorse l’infanzia a Riva del Garda. Dopo aver frequentato le scuole elementari e il primo anno della Scuola civica a Riva, nel 1908 venne ammesso alla Scuola reale Elisabettina di Rovereto, dove si diplomò nel 1914, nei giorni dello scoppio del primo conflitto mondiale.
Intrapresi gli studi di ingegneria a Vienna, Maroni tornò a Riva per varcare clandestinamente il confine italiano nel febbraio del 1915 e iscriversi al Politecnico di Torino; alla dichiarazione di guerra dell’Italia si arruolò volontario con l’amico e compagno Damiano Chiesa nel corpo degli artiglieri, combattendo al fronte per tutta la durata del conflitto. Si laureò a Torino nel 1922 e venne presto assunto dalla ditta trentina Società Cementi Armati Centrifugati (SCAC), per la quale lavorò fino al 1966, impegnato nell’organizzazione interna, nella progettazione di stabilimenti e nel settore della promozione aziendale.
Accanto all’attività professionale, l’ingegnere coltivò per tutta la vita quegli interessi culturali che erano stati alla base della sua educazione, imperniata su una visione universale e umanistica della conoscenza. Gli anni della formazione presso la Realschule avevano inciso profondamente su di lui, che nel corso del tempo dedicò iniziative in memoria, studi e pubblicazioni ai professori Cesare Coriselli, Luigi Comel e Luigi Ratini.
Fin dalla giovinezza, nei primi anni Venti, aveva scritto articoli di cultura e attualità per varie testate trentine fra cui “La Libertà”, diretta da Oreste Ferrari. Il suo contributo come giornalista e autore di cronache si sarebbe interrotto sotto il fascismo, per riprendere sporadicamente nel secondo dopoguerra, soprattutto dalle pagine del “Corriere Tridentino”.
Nel 1951 con un volumetto dedicato all’amico incisore roveretano Carlo Cainelli, scomparso 25 anni prima, Maroni inaugurò la “Collana Artisti Trentini” (CAT), raccolta di monografie su pittori, incisori, scultori e architetti, che si interruppe solo nel 1980 con il 63° volume.
Il progetto rivelò un’apertura di campo che rendeva giustizia a molti trentini del passato (i semi-sconosciuti Antonio Abondio, Mattia Carneri, Fede Galizia e altri figurano accanto ai più noti Alessandro Vittoria, Marcello Fogolino, Martino Teofilo Polacco, Andrea Pozzo, Valentino Rovisi, Giambattista Lampi), comprendendo per l’Ottocento Giuseppe Craffonara, Eugenio Prati, Bartolomeo Bezzi, Giovanni Segantini. Per il Novecento, Maroni dedicò monografie al suo maestro Ratini, a Benvenuto Disertori, a Umberto Moggioli, a Gigiotti Zanini, a Roberto Iras Baldessari, a Bruno Colorio, a Eraldo Fozzer, al cugino Giancarlo (l’architetto rivano artefice del Vittoriale) e contemplò nella collana un ampio numero di ex-allievi della Elisabettina: Oddone Tomasi, Giuliano Ernesto Armani, Fortunato Depero, Giovanni Tiella, Giorgio Wenter Marini, Luciano Baldessari, Umberto Maganzini oltre al già citato Cainelli. I volumetti, ispirati alla collana “Arte Moderna Italiana” della Hoepli diretta da Giovanni Scheiwiller, erano agili nelle forme, di formato tascabile, e congiungevano all’economicità una buona veste grafica, illustrazioni di qualità e apparati esaustivi. Per comprendere il valore storiografico dell’impresa editoriale, basta pensare che 43 artisti, dei 53 presentati nella CAT, trovavano con Maroni la loro prima monografia.
Nel suo ruolo di promotore culturale, Maroni si avvalse per diverse monografie della collaborazione di amici e conoscenti, ma anche di esimi studiosi italiani e stranieri (fra questi Remigio Marini, Stefano Bottari, Francesco Cessi, Franca Zava Boccazzi, Lionello Puppi, Fritz Dworschak, Stanislaw Szymanski), prevedendo di rado un proprio apporto critico; tuttavia, curò personalmente buona parte dei volumi, occupandosi non solo della raccolta dei materiali e della redazione, ma della ricostruzione della bibliografia e dei profili biografici, basandosi per i contemporanei su una gran messe di testimonianze dirette.
Un’analoga collana, dal titolo “Voci della Terra trentina” (VDTT) venne edita a partire dal 1959 e proseguì fino al 1980 per un totale di 24 numeri; era dedicata all’opera di trentini illustri, quali poeti, scrittori, giornalisti e storici (Giacomo Floriani, Dante Sartori, Mario Untersteiner, Ernesta Bittanti), senza trascurare una figura politica della rilevanza di Cesare Battisti. Le VDTT toccarono diversi aspetti della cultura locale, dall’artigianato alla cucina: la collana accolse, in particolare, quattro volumetti sugli strumenti musicali e sulla storia della musica in Trentino, con testi di Renato Lunelli.
Con l’ultima delle monografie edite, nel 1980 Maroni ricapitolò le vicende del paese di Gavazzo, fra Riva e Tenno, per la cui rinascita egli aveva sostenuto da giovane una strenua campagna giornalistica, dando voce agli appelli della popolazione. Il paese, evacuato per la guerra nel 1915, parzialmente bombardato e rovinato per gli smottamenti del terreno, veniva riedificato nei primi anni del regime fascista a cura del Consorzio della Provincia e dei Comuni Trentini.
Ma vero omaggio alla sua terra d’origine fu il progetto, non portato a compimento, della monografia Riva sul Garda nella storia nelle lettere nell’arte. L’idea dell’opera era nata negli anni Venti e si sviluppò alla metà degli anni Cinquanta. Secondo Maroni avrebbe dovuto contenere testi “quasi totalmente altrui”; di fatto, sua è la collezione di fonti suddivise per secoli, dall’antichità al Novecento: schedature di lapidi e monumenti; trascrizioni di documenti d’archivio; appunti, carteggi e articoli, materiali fotografici e a stampa sulle emergenze architettoniche e artistiche, sul folclore, sulle istituzioni locali, ma anche su alcune figure di spicco, come il patriota Ippolito Pederzolli, il liutaio Pietro Floriani, il poeta Andrea Maffei, il botanico Pietro Porta.
Le scrupolose modalità di accumulo della documentazione avevano prodotto nel tempo una preziosa raccolta di dati, che Maroni desiderava destinare alle generazioni future per il progresso della ricerca. Con questo intento, nel 1980 donò alla Provincia autonoma di Trento i materiali preparatori delle monografie edite, poi conservati dal Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (Fondo Riccardo Maroni). In seguito, con versamenti successivi avvenuti tra il 1982 e il 1992, decise di donare alla Biblioteca civica Tartarotti di Rovereto (Archivio Riccardo Maroni) la parte restante del suo ordinatissimo archivio: i documenti raccolti per le monografie non pubblicate e molti materiali di carattere personale e professionale.

Opere principali

  • Curatela della “Collana Artisti Trentini”, 63 volumi, 1951-1980(ristampa anastatica in 10 voll. delle prime 59 monografie, ordinata dall’Assessorato alle Attività culturali della Provincia Autonoma di Trento, Editrice Saturnia, 1977-1978); curatela delle “Voci della Terra Trentina”, 24 volumi, 1959-1980. Contengono suoi testi in particolare: Carlo Cainelli incisore e pittore, Trento, Saturnia, 1951 (CAT, 1); Fortunato Depero pittore, Trento, Saturnia, 1953 (CAT, 4); Benvenuto Disertori. Grafica minore, Trento, Saturnia, 1963 (CAT, 35); Umberto Maganzini, pittore e poeta, 2. ed., Trento, Saturnia, 1966 (CAT, 50); Alcuni maestri artigiani trentini, Trento, Saturnia, 1973 (VDTT, 18); Gavazzo. Crollo e rinascita di un paese trentino, Trento, Saturnia, 1980 (VDTT, 24).
  • Per ricordare il 50° traguardo della Collana artisti trentini e di artisti che operarono nel Trentino, Trento, Saturnia, 1967.
  • Note autobiografiche (richiestemi dalla RAI di Trento e trasmesse via radio nel giugno 1983), Trento, s.n., 1983.

Bibliografia su Riccardo Maroni (in ordine cronologico)

  • L[uigi] M[iorandi], Arte trentina. Un’intervista con Riccardo Maroni. La “Collana d’arte” in onore di Luigi Ratini, in “Trentino”, maggio-giugno 1953, pp. 29-32.
  • Collana di artisti trentini: iniziata ed attuata da Riccardo Maroni, Trento Venezia, s.n., 1955-1956.
  • Biagio Marin, I primi 25 volumetti della Collana Artisti Trentini, s.l, s.n., 1960.
  • Remigio Marini, Riccardo Maroni e la sua Collana, in “Alto Adige”, 7 aprile 1964.
  • Vincenzo Passerini, Dediche a Riccardo Maroni, Rovereto, Associazione culturale Confine, 1989.
  • Vincenzo Passerini, Riccardo Maroni, in Una vita per la cultura: tredici illustri contemporanei raccontano, Trento, Publiprint, 1992, pp. 152-175.
  • Fabrizio Rasera, La Scuola Reale di Rovereto tra mito e realtà. Appunti sulla formazione degli intellettuali in una città di confine, in Una scuola per la città. Dalla Realschule all’Istituto Tecnico Fontana. Storia e prospettive (1855-1995), a cura di Quinto Antonelli, Pietro Buccellato, Rovereto, Osiride, 1999, p. 95-122.
  • Paola Pettenella, Riccardo Maroni e la Realschule di Rovereto, in La Scuola reale Elisabettina di Rovereto: docenti e allievi nel contesto del primo Novecento, catalogo della mostra a cura di Lia de Finis, Trento, Fondazione Cassa di risparmio di Trento e Rovereto, 2008, pp. 137-151.
  • Studenti e professori dell’Istituto tecnico di Rovereto (1855-2005). Esperienze e protagonisti di una scuola europea, a cura di Fabrizio Rasera, Cristina Andreolli, Quinto Antonelli, Rovereto, Osiride, 2011.
  • Fondo Riccardo Maroni. Inventario, a cura di Giovanni Caliò, Nadia Solai, Rovereto, MART; Cinisello Balsamo (Mi), Silvana Editoriale, 2011.

Paola Pettenella