A. 91 (2012), 1

La collezione d’arte del conte Carlo Firmian

Categoria:

Descrizione

Fotografie di paesaggio

di Floriano Menapace

Floriano Menapace, Fotografie di paesaggio, pp. 5-26

SAGGI
Luca Gabrielli, Sulla via dell’Italia. Architetture rinascimentali di Trento nel taccuino di viaggio di Heinrich Schickhardt (1598), pp. 29-48
Federico Bona, Presenze portoghesi nell’araldica dei Madruzzo, pp. 49-60
Chiara Radice, Un nuovo busto di Cornelis van der Beck, pp. 61-66
Roberto Pancheri, Il vescovo, l’ostensorio e il serpente. Il San Norberto di Francesco Guardi a Castel Thun, pp. 67-92
Stefano Ferrari, Anatomia di una collezione d’arte: i dipinti e le sculture del conte Carlo Firmian, pp. 93-140


ALBUM 
Antonio Carlini, Famiglie in rete: Soster – Prezzi – Happacher – Segatta, pp. 141-166

CARTE D’ARCHIVIO E FRAMMENTI 
Alberto Mosca, La pietra datata “1169” nella chiesa di San Biagio di Nanno, pp. 169-172
Lucia Longo-Endres, Il Martirio di San Floriano: un dipinto di Peter Strudel ritrovato, pp. 173-176
Paolo Dalla Torre, Le tre lunette guardesche nella sagrestia di Vigo di Ton: un documento inedito con molti interrogativi, pp. 177-180

RECENSIONI E SEGNALAZIONI 
a cura di Giacomo Fornari, Pietro Marsilli, pp.181-186

 

Abstract

Luca Gabrielli, Sulla via dell’Italia. Architetture rinascimentali di Trento nel taccuino di viaggio di Heinrich Schickhardt (1598)

Nel corso del suo viaggio in Italia nel 1598, l’architetto tedesco Heinrich Schickhardt dedicò dieci pagine del suo taccuino di disegni agli edifici di Trento. Si tratta della più antica serie di disegni architettonici della città oggi conosciuta. Al suo interno, riconosciamo anzitutto alcuni degli edifici più famosi del Rinascimento trentino, come il castello del Buonconsiglio, la chiesa di Santa Maria Maggiore e il palazzo Tabarelli. Una seconda sezione è dedicata a un mulino idraulico da seta, al ponte di San Lorenzo e alla catena di sbarramento del fiume presso Torre Vanga. Infine, altri studi inediti illustrano elementi tuttora riconoscibili nel castello, o identificabili ipoteticamente con decorazioni o arredi del Buonconsiglio oggi perduti.
During his journey to Italy in 1598, the german architect Heinrich Schickhardt dedicated ten pages of his sketchbook to the visit of Trento. This is currently the most ancient series of architectural drawings depicting the town and its main buildings: the Buonconsiglio castle, the church of the Blessed Virgin and the palace of Tabarelli family. A second part of the manuscript shows a water mill for silk processing, the bridge of San Lorenzo and the chain which was used to bar the river, near Torre Vanga. Moreover, other unpublished studies depict some decorative elements still now existing inside the castle, or some other elements which we suppose to identify with some lost works of art once at the Buonconsiglio.

Federico Bona, Presenze portoghesi nell’araldica dei Madruzzo
A cinquecento anni dalla nascita di Cristoforo Madruzzo (Castel Madruzzo, 5 luglio 1512), si ricorda qui la grande dinastia trentina con un articolo che, partendo dalle numerose varianti dell’arma della famiglia, presente per circa un secolo anche in Val d’Aosta, dà ragione dell’esistenza, nello stemma di Carlo Emanuele (1599-1658) di una singolare disposizione dell’arma di Portogallo. La ricostruzione meticolosa degli intrecci famigliari in un’Europa che, al tempo, dialogava fittamente, offre qui una spiegazione chiara e inoppugnabile.
Five hundred years after the birth of Cristoforo Madruzzo (Castel Madruzzo, July 5 1512), the article commemorates this important Trentino dynasty. The essay analyzes the different variations of the coat of arms belonging to the family that was present for about a century also in the Aosta Valley; it further proves that the coat of arms of Portugal was strangely arranged in Carlo Emanuele’s emblem. The meticulous reconstruction of the family’s networks, in a Europe that, at that time, was tightly interconnected, offers a clear and incontrovertible explanation of the family’s translocal connections.

Chiara Radice, Un nuovo busto di Cornelis van der Beck
La dispersione dell’archivio familiare dei conti Consolati di villa Fontanasanta, in seguito a disposizioni testamentarie, lascia ancora senza riscontro documentario la proposta d’attribuzione del busto in pietra collocato nell’oculo centrale del timpano in facciata della villa di Cognola. Da una prima lettura stilistica può essere tuttavia avvicinato con buona probabilità alla mano di Cornelis van der Beck, attivo a Trento negli anni Sessanta del XVII secolo. Dell’artista sono noti, tra le sue opere accreditate, dodici busti, otto dei quali conservati a villa Margone, mentre gli altri quattro furono rinvenuti nel 1977 da Michelangelo Lupo durante i lavori alle ex marangonerie del Castello del Buonconsiglio e sono conservati nei suoi depositi museali.
The dispersal of documentary patrimony belonging to Consolati family leaves us in the impossibility of making the recognition of the author of the marble bust under Villa Fontanasanta’s gable, an elegance palace situated in the suburbs of Trento which was restored by Earl Simone Consolati at the beginning of the nineteenth Century. However, a stylistic comparison between this sculpture and the busts kept at Villa Margon of Ravina and in the Castello del Buonconsiglio collections, gives us a good chance to recognize the hand of Cornelis van der Beck. The artist, of Flemish extraction, arrived in Trento around the sixties of 17th Century at Luca Ferrari abbot’s disposal, the owner of Villa Margon since 1667. Moreover, the Ferrari’s personal property inventory numbers, in addition to the eight mentioned busts, six more marble portraits, remained in Trento when van der Beck left to Monaco.

Roberto Pancheri, Il vescovo, l’ostensorio e il serpente. Il San Norberto di Francesco Guardi a Castel Thun
Attraverso una lettura iconologica l’autore propone di individuare in San Norberto di Xanten, arcivescovo di Magdeburgo e fondatore dell’ordine premostratense, il soggetto del dipinto di Francesco Guardi finora denominato genericamente “Santo in adorazione dell’eucarestia”. Viene inoltre approfondita la possibile genesi dell’opera nel clima culturale dell’episcopato di Domenico Antonio Thun, anche in relazione al ciclo di tele di tema eucaristico dipinto dai fratelli Guardi per la sacrestia della chiesa pievana di Vigo di Ton. In merito a quest’ultima impresa, si evidenzia come i Guardi abbiano attinto a un modello di Giambattista Tiepolo per la concezione dei due “spicchi” raffiguranti vasi ornamentali.
Through an iconological reading, the author proposes to identify the subject depicted in the painting by Francesco Guardi, generically named “Saint in worship of the Eucharist”, with Saint Norbert of Xanten, archbishop of Magdeburg and founder of the Premostratensian Order. The article further explores the possible genesis of the work in the cultural climate of the episcopacy of Domenico Antonio Thun and analyses the painting in connection with the series of works on the Eucharist developed by the Guardi brothers for the sacristy of the parish church in Vigo di Ton. Regarding this last undertaking, the essay underlines the fact that the Guardi brothers drew the conception of the two “segments” representing decorative vases from a model by Giambattista Tiepolo.

Stefano Ferrari, Anatomia di una collezione d’arte: i dipinti e le sculture del conte Carlo Firmian
La recente scoperta di un documento inedito, allegato al testamento del conte Carlo Firmian, il catalogo dei suoi dipinti e delle sue sculture firmato da quattro dei più eminenti professori dell’Accademia di Brera, Giuliano Traballesi, Giuseppe Franchi, Martin Knoller e Carlo Bianconi, permette di delineare con maggiore precisione l’identità delle sue raccolte d’arte e di gettare nuova luce sui suoi particolari orientamenti estetico-culturali. Tale atto, che integra considerevolmente i dati contenuti nel catalogo di vendita della collezione pittorica curato nel 1782 dal conoscitore bolognese Bianconi, elenca complessivamente 669 pezzi, tra dipinti, copie, disegni e stampe. Esso è uno dei pochissimi esempi d’inventario ‘ragionato’ della cultura archivistica settecentesca, dove la precisa attribuzione di ogni singolo dipinto ha la meglio rispetto alla generica registrazione dell’intera collezione.
The recent discovery of an unpublished document, annexed to Count Carlo Firmians will, the catalogue of his paintings and sculptures undersigned by four of the most eminent professors of the Brera Academy, Giuliano Traballesi, Giuseppe Franchi, Martin Knoller and Carlo Bianconi, allows to specify further the identity of his art collection and shed new light on his particular aesthetic and cultural orientations. This manuscript, which significantly integrates the data contained in the sale catalogue of pictorial collection edited in 1782 by the Bolognese connoisseur Bianconi, lists a total of 669 items, including pictures, copies, drawings and prints. It is one of the few examples of ‘raisonné’ inventory of eighteenth-century archival culture, where the precise attribution of each individual picture prevails on the generic recording of the entire collection