A. 92 (2013), 1

1913: Klimt sul lago di Garda

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Descrizione

SAGGI 
Matteo Cova, Frammenti di manoscritti medioevali nell’Archivio di Stato di Trento, pp. 7-38
Massimo Negri, Tra arte ed eresia: Giovanni Linzo, uno scultore trentino nella Svizzera di metà Cinquecento, pp. 39-72
Annely Zeni, Una regione di confine per l’opera di Giuseppe Verdi: il Trentino teatrale dell’Ottocento, pp. 73-93
Paolo Cont, La migrazione delle opere del pittore di corte austriaco Eduard Gurk, pp. 95-121
Roberto Pancheri, La più bella veduta di San Romedio, pp. 123-134
Alessandra Tiddia, 1913-2013. Due centenari secessionisti in Trentino: Klimt e Bonazza, pp. 135-149

RECENSIONI CARTE D’ARCHIVIO E FRAMMENTI
Francesco Prezzi, La legazione del cardinale Georges I d’Amboise del 1501 a Trento e il Palazzo Geremia, pp. 153-160
Giuseppe Sava, Le origini fiamminghe del pittore Martino Teofilo Polacco, pp. 161-166
Stella Fava, Francesca de Lutti Alberti: frammenti poetici, pp. 167-171

a cura di Giacomo Baroffio, Pietro Delpero, Stefano Rattini, Michele Uber, Remo Melloni, Pietro Marsilli, pp. 175-187

 

Abstract

Matteo Cova, Frammenti di manoscritti medioevali nell’Archivio di Stato di Trento

L’articolo rielabora elementi emersi durante la ricerca per la tesi di laurea da me sostenuta nell’anno accademico 2009-2010, titolata: Frammenti di manoscritti medievali nell’Archivio di Stato di Trento: censimento e descrizione. Questo studio, in continuo sviluppo, è parte del progetto di censimento dei frammenti manoscritti della Provincia autonoma di Trento, ed ha come fine ultimo la descrizione codicologica di tutti quelli medievali conservati nel fondo Atti dei Notai presso l’ASTn. Nel fondo sono stati censiti più di 270 frammenti manoscritti, databili tra il X e il XV secolo, tra cui lacerti di testi liturgici, biblici, patristici, di diritto, medicina, agiografia, scolastica e filosofia, antifonari e graduali. I frammenti sinora descritti sono 60, a cui si è data una adeguata valorizzazione, inserendo le schede di descrizione nel catalogo in rete “ManusOnline” (http://manus.iccu.sbn.it). La catalogazione e valorizzazione del patrimonio in stato frammentario contribuisce concretamente a delineare un quadro più completo sulla circolazione dei codici in Trentino, oltre ad interessare gli ambiti codicologico, paleografico, musicale, filologico e storico.
The article re-elaborates elements that have emerged during the research I conducted to complete the thesis entitled Fragments of Medieval Manuscripts in the State Archive of Trento: Census and Description, which I presented in the academic year 2009-2010. The study is a work in progress and an important part of the census that is being carried out to catalogue the fragmented manuscripts of the province of Trento. The final goal of this project is to provide a description of the codes belonging to all the medieval manuscripts that are preserved in the “Acts of the Notaries” fund at the State Archive in Trento. More than 270 fragments belonging to the fund have been surveyed; they can be dated between the 10th and 15th century and include fragments of liturgical, biblical, law, patristic, medical, hagiographic, scholastic and philosophical texts. Sixty fragments have been described so far in the on-line catalogue “ManusOnline” (http://manus.iccu.sbn.it). The cataloguing and valorisation of this patrimony in fragments is a concrete contribution to the delineation of a more complete picture regarding the circulation of codes in Trentino and is of interest to the codicological, paleographical, musical, philological and historical sector.

Massimo Negri, Tra arte ed eresia: Giovanni Linzo, uno scultore trentino nella Svizzera di metà Cinquecento
Vissuto cinque secoli fa, lo scultore Giovanni Linzo, poco prima della metà del Cinquecento, lasciò il principato vescovile di Trento per ragioni di fede e fuggì in Svizzera. Ramingo attraverso vari cantoni della Confederazione, nel 1559 fu processato e giustiziato quale eretico sulla pubblica piazza di Lucerna. L’articolo qui presentato intende approfondire la conoscenza di quest’interessante figura di artista-eretico, muovendo da una rassegna delle principali fonti che parlano di lui e della sua tormentata esistenza, per poi affrontare aspetti meno indagati. Da un lato la questione delle origini di Giovanni e le sue frequentazioni in terra elvetica con personalità di un certo rilievo nella storia della Riforma in Europa, quali il capo anabattista David Joris, dall’altro la ricostruzione, mai tentata sino ad ora in maniera analitica, di un suo profilo artistico con l’esame della sua attività di lapicida a Sud e soprattutto a Nord delle Alpi.
The sculptor Giovanni Linzo, who lived in the 16th century, left the Prince-Bishopric of Trento a few years before 1550 for faith reasons and escaped to Switzerland. Roaming through various cantons of the Swiss Confederation, he was processed for heresy and then sentenced to death in Lucerne in 1559. The present essay intends to take a deeper look into the life of this fascinating artistic-heretical figure. Drawing from some of the most significant sources of information documenting his tormented existence, the study intends to shed light on some neglected aspects of his life. The essay explores, for instance, Giovanni’s origin and his Swiss acquaintances (he indeed regularly met with some of the crucial personalities of the Reform in Europe, such as the Anabaptist leader Davis Joris). For the first time, the study analytically reconstructs his artistic profile by taking into exam his activity as stone cutter both on the south and especially on the north side of the Alps.

Annely Zeni, Una regione di confine per l’opera di Giuseppe Verdi: il Trentino teatrale dell’Ottocento
Nel bicentenario dalla nascita di Giuseppe Verdi si intende qui riassumere la fortuna delle opere del grande operista italiano presso i teatri del Trentino a partire dalla prima rappresentazione di Nabucodonosor nel 1844 al Teatro Grande di Rovereto sino ai primi anni del Novecento. Anche nel Trentino ‘austriaco’, da Rovereto a Trento, Riva del Garda, Ala, Arco, Mori e Borgo Valsugana la musica di Giuseppe Verdi domina in maniera assoluta su tutti gli altri autori ottocenteschi testimoniando per il Trentino un forte legame culturale con l’Italia.
In the bicentenary of Giuseppe Verdi’s birth, the essay intends to summarize the success earned by the works of this great Italian opera composer, when they were first performed in the theatres of Trentino from the first representation of the Nabucodonosor in the Teatro Grande in Rovereto in 1844 to the early years of 20th century. Even in the “Austrian” Trentino (Rovereto, Trento, Riva del Garda, Arco, Mori and Borgo Valsugana), Giuseppe Verdi’s music excelled over all other nineteenth-century authors proving the existence in this area of a strong cultural bond with Italy.

Paolo Cont, La migrazione delle opere del pittore di corte austriaco Eduard Gurk
L’autore indaga le ragioni che determinarono la migrazione e quindi la conservazione presso il palazzo Moll a Villa Lagarina delle opere che il pittore della corte austriaca Eduard Gurk, tra i maggiori esponenti del Biedermeier, elaborò durante il suo ultimo viaggio, da Vienna alla Palestina. Partito nel settembre 1840 per raggiungere la squadra navale del Levante, il pittore si era proposto di completare le sue rappresentazioni del viaggio d’incoronazione di Ferdinando I a re del Lombardo-Veneto (1838) e di documentare iconograficamente i successi conseguiti dalla marina austriaca nella Siria meridionale contro il pascià d’Egitto. Prima d’imbarcarsi a Venezia per l’Oriente, Eduard Gurk trascorse felicemente sette settimane a Villa Lagarina, ospite nel palazzo del suo patrono presso la corte viennese, Johann Karl von Moll, secondo aiutante generale dell’imperatore.
The author examines the reasons that determined the migration and subsequent conservation of the works by the Austrian court painter Eduard Gurk, one of the leading exponents of the Biedermeier style, in the palazzo Moll in Villa Lagarina. The artist developed his works during his last trip from Vienna to Palestine. He left Vienna in September 1840 to join the naval service of the Levant and had decided to complete his works on the coronation trip of Ferdinand I as King of Lombardy-Venetia (1838) and document iconographically the victories of the Austrian navy against the pasha of Egypt in Southern Syria. Before embarking in Venice for the Orient, Eduard Gurk happily spent seven weeks in the palazzo of Johann Karl von Moll in Villa Lagarina. Von Moll was his patron at the court in Vienna and the second general assistant of the emperor.

Roberto Pancheri, La più bella veduta di San Romedio
Il contributo illustra e commenta un dipinto del pittore austriaco Robert Russ (1847-1922) raffigurante la gola e l’eremo di San Romedio in Val di Non. L’opera, conservata nei depositi della Österreichische Galerie Belvedere di Vienna, risale al 1893 e si pone all’apice di una serie di vedute del santuario eseguite nel corso del XIX secolo, che condividono la scelta del medesimo punto di vista.
The essay illustrates and comments on a painting by the Austrian painter Robert Russ (1847-1922), representing the gorge and the hermitage of St. Romedio in the Non Valley. The work, housed in the Österreichische Galerie Belvedere in Vienna, dates back to 1893 and is at the peak of a series of views of the sanctuary, which were executed during the 19th century and share the same perspective.

Alessandra Tiddia, 1913-2013. Due centenari secessionisti in Trentino: Klimt e Bonazza
Cent’anni fa nel 1913 Bonazza avviava la costruzione della sua villa nella periferia di Trento sul modello delle case-atelier, che aveva già avuto esempi illustri nell’area mitteleuropea, nelle case dei “principi-pittori”, di Franz Makart a Vienna, di Franz von Lenbach e Franz von Stuck a Monaco, secondo quell’ “idea di abitare in un ambiente globalmente plasmato dalla volontà dell’artefice” che arriverà fino al Vittoriale di D’Annunzio. Nell’estate dello stesso anno, poco distante, a Riva del Garda, soggiornava per più di un mese, uno dei protagonisti del mondo di Bonazza, Gustav Klimt. Molto probabilmente Bonazza e Klimt, sebbene così prossimi nell’idealità artistica, non si incontrarono mai nella vita reale, né a Vienna, né a Riva: appartenevano a due classi sociali differenti e a contesti diversi: uno era un turista austriaco, l’altro un suddito austriaco-trentino appena tornato dai suoi anni di studio a Vienna. Il loro trait d’union non risiede quindi nella coincidenza di una data, qui presa a pretesto per esprimere piuttosto una sensibilità artistica comune che dalla Vienna dorata della Secessione, dal klimtismo dilagante finì per riverberarsi nella villa di Bonazza, vera e propria opera d’arte totale modulata sui ricordi secessionisti coniugati con i miti più latini (se non dannunziani, come vedremo) della classicità.
A hundred years ago, in 1913, Bonazza started the construction of his villa on the outskirts of Trento. The house was modeled after the workshop-houses, whose most famous examples in the Central European area can be found in the “Painter Princes” houses, in the houses of Franz Makart in Vienna, of Franz von Lenbach and Franz von Stuck in Munich. These houses realized the idea of “living in an environment entirely shaped by the will of its creator,” a conceptualization that we also find in D’Annunzio’s Vittoriale. In the summer of the same year, Gustav Klimt one of the protagonists of Bonazza’s world spent more than one month in Riva del Garda, not very far away from Bonazza’s house. Although Bonazza and Klimt shared similar artistic ideals, they probably never met in person neither in Vienna, nor in Riva: they indeed belonged to two different social classes and contexts. In Riva del Garda, Klimt was a rich Austrian tourist; Bonazza instead had spent some years as a student in Vienna and was now a mere subject of the Austrian Emperor. What unites them, therefore, is not the coincidence of a date, but rather a similar artistic sensitivity. This artistic appreciation traveled from the golden Vienna and the spreading Klimtism and came to be reflected in Bonazza’s villa, a veritable total work of art developed around memories of the Viennese Secession associated with Latin myths that we also find in D’Annunzio’s work, as we shall see typical of classicism.