A. 92 (2013), 1

Beatrice di Savoia

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Emanuele Curzel, Da Barbacovi a Wikipedia. Sintesi e divulgazioni della storia trentina, pp. 5-10

SAGGI
Federico Pigozzo, Il contributo della documentazione trentina al dibattito sulla nascita della moneta grossa in Italia, pp. 13-30
Ilaria Cainelli, Beatrice di Savoia. Lo spazio politico di una contessa del Tirolo nel Trecento, pp. 31-63
David Ressegotti, Gli antichi statuti della confraternita dei Battuti di Trento, pp. 65-96
Marina Garbellotti, In difesa delle ultime volontà. Testamenti e confraternite a Trento tra XVII e XVIII secolo, pp. 97-114
Lydia Flöss, I nomi di luogo di Fierozzo / Vlarotz, Frassilongo / Garait, Palù del Fersina / Palai en Bersntol, pp. 115-154

NOTE E COMUNICAZIONI
Marco Stenico, Una carta rivana del primo Trecento in volgare, pp. 157-172
Alberto Luongo, Attilio Stella, Un documento inedito sulla pieve di Santa Maria di Scena, pp. 173-183
Hannes Obermair, Logiche sociali della rivolta tradizionalista. Bolzano e l’impatto della “Guerra dei contadini” del 1525, pp. 185-194
Paolo Dalla Torre, I Cles dopo Bernardo Cles: “quasi si fosse esaurita in un sol uomo tutta la forza di questa casata”. Una prima indagine, pp. 195-210
Mirko Saltori, Francesco Menestrina e l’Archivio vescovile di Trento. Una recensione del 1952 non pubblicata da “Studi Trentini”, pp. 211-234

LAVORI IN CORSO
Judith Boschi, Archivi ecclesiastici tra storia, conservazione e valorizzazione, pp. 237-239
Isabella Zamboni, Tecniche murarie e cantieri del romanico nell’Italia settentrionale, pp. 241-244
Carlo Bortoli, Per una riscoperta di Giovanni a Prato nel duecentesimo anniversario della nascita, pp. 245-248
Cinzia Lorandini, L’Archivio Salvadori: una fonte per la storia dell’economia e della società trentina, pp. 249-259
Roberta G. Arcaini, Archivi del costruire. Conversazione sull’attività di censimento e su fondi conservati nell’Archivio provinciale di Trento, pp. 261-278

RECENSIONI
a cura di Marco Bellabarba, Emanuele Curzel, Salvatore Ferrari, Stefano Moscadelli, Alessandro Paris, pp. 281-300

VITA DELLA SOCIETÀ
In memoria di Christoph Hartung von Hartungen (Carlo Romeo), pp. 303-304
In memoria di Stefano Piffer (Gianmario Baldi), pp. 305-306
Norme per le edizioni di fonti narrative e documentarie, pp. 307-309

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Federico Pigozzo, Il contributo della documentazione trentina al dibattito sulla nascita della moneta grossa in Italia
Un tema molto dibattuto della storia monetaria medievale riguarda la nascita in Italia dei cosiddetti “denari grossi”, monete praticamente di argento puro, che costituivano i multipli dei denari in bassa lega d’argento fino ad allora usati nelle transazioni. Autorevoli studi attribuiscono alle grandi città commerciali di Venezia o Genova il primato dell’introduzione delle nuove monete, alla fine del XII secolo. Una nuova edizione della documentazione vescovile offre ora importanti indizi per inserire anche Trento fra le città che per prime sperimentarono le nuove emissione di moneta grossa.
A much debated subject regarding medieval monetary history concerns the launch in Italy of the so-called “thick coins” – pure silver coins that were the multiples of less precious silver-alloy coins used until then in transactions. Influential studies ascribe to the large commercial cities of Venice or Genoa the primacy in the introduction of the new coins at the end of the 12th century. A new edition of episcopal documents offers now important clues to include even Trento among the cities which first expe­rimented with the issue of these new coins.

Ilaria Cainelli, Beatrice di Savoia. Lo spazio politico di una contessa del Tirolo nel Trecento
Beatrice di Savoia divenne contessa di Tirolo nel 1328, quando aveva circa vent’anni, in seguito al matrimonio con il conte Enrico; morì meno di quattro anni dopo. La sua figura è stata considerata marginale dagli storici che si sono occupati del Tirolo medievale; la si trova piuttosto menzionata in pubblicazioni di carattere propagandistico filoitaliano. Partendo dai documenti raccolti nel 1932 in un saggio di Antonia Aluievich, il saggio ricostruisce l’azione della contessa in Tirolo, approfondendo le tracce delle relazioni con la nobiltà, con le città, con i funzionari e i commercianti.
Beatrice of Savoy became Countess of Tyrol in 1328, at the approximate age of 20 and after having married Count Henry; she died less than four years later. Historians of the Medieval Tyrol consider her a rather marginal figure; one can find her, however, in pro-Italian propagandizing publications. Drawing from some documents collected in an essay by Antonia Aluievich in 1932, the study reconstructs the activity of the Countess in Tyrol, examining more in depth the traces of her relations with the nobility, the different towns, officials and merchants.

David Ressegotti, Gli antichi statuti della confraternita dei Battuti di Trento
L’articolo intende offrire un contributo agli studi sulla storia della confraternita trentina dei Battuti nel XIV secolo sulla base di un’analisi condotta sui due più antichi statuti a nostra disposizione: quello latino, pubblicato per la prima volta nel 1892 dal Menapace, e quello volgare edito nel 1882 dallo Schneller. Pur trattandosi di atti di datazione ancora controversa, entrambi sono infatti riconducibili al primo secolo dell’esistenza dei Battuti trentini e la loro contestualizzazione fornisce qualche elemento in più sul primo periodo di vita della confraternita trentina.
The article offers a contribution to to the history of the Battuti brotherhood from Trento in the 14th century. The essay draws on a careful analysis of the two oldest statutes available to us: a Latin one, first published in 1892 by Menapace, and a vernacular one edited in 1882 by Schneller. The dates of these documents are still controversial; both statutes, however, can be attributed to the first century of the existence of the brotherhood and their contextualization offers some insight into the first period of the brotherhood’s activity.

Marina Garbellotti, In difesa delle ultime volontà. Testamenti e confraternite a Trento tra XVII e XVIII secolo
Partendo da alcune vicende avvenute nella Trento dei secoli XVII e XVIII, il saggio si propone di esaminare il rilevante ruolo svolto dalle confraternite, nello specifico quella dei Battuti laici e quella della Misericordia, nell’eseguire gli atti di ultima volontà. I testatori che erano privi di discendenti o non volevano tenerli in considerazione, infatti, spesso affidavano alle confraternite la responsabilità di ottemperare alle loro disposizioni testamentarie e di difenderle da eventuali parenti insoddisfatti.
Drawing from some events that took place in Trento during the 17th and 18th century, the essay proposes to examine the crucial role played by different brotherhoods – in particular, by the laic Flagellants (Battuti) and the brotherhood of Mercy (della Misericordia) – in carrying out last will and testaments. The testators, who had no descendants or did not want to include them in their will, often entrusted brotherhoods with the responsibility of carrying out their testamentary disposition and defending it against potentially unsatisfied relatives.

Lydia Flöss, I nomi di luogo di Fierozzo / Vlarotz, Frassilongo / Garait, Palù del Fersina / Palai en Bersntol
I toponimi di tradizione orale sono tendenzialmente conservativi nei confronti della varietà dialettale di appartenenza. L’analisi dei toponimi della valle del Fersina permette di vedere come il mòcheno e il trentino abbiano da secoli presentato frequenti occasioni di scambio e di adattamento reciproci. Si distinguerà tra i toponimi interamente mòcheni, con etimo di origine tedesca, i toponimi trentini, con etimologia neolatina, e i toponimi misti, che combinano diversamente i vari elementi.
Toponyms belonging to the oral tradition tend to keep the dialect variety from which they originate. The analysis of the toponyms of the Fersina valley allows us to see how the Mòcheno and the Trentino dialect have historically presented frequent opportunities of mutual exchange and adaptation. The study differentiates between entirely Mòcheno toponyms of German origin and Trentino toponyms of Neo-Latin origin; it further considers mixed toponyms, which combine the various elements in different ways.

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