A. 93 (2014), 1

Rilievi di Fattori a Castel Thun

Categoria:

Descrizione

Alberto Conforti, CAMEC, GAMEC, MAN, PAN… ma non è Marinetti!, pp. 5-8

Paolo Ghezzi, Beni culturali, bene comune. Il Trentino, i musei, la ‘grande riforma’, pp. 9-12

SAGGI
Silvia Spada Pintarelli, Due portelle tirolesi al Museo Poldi Pezzoli, pp. 15-46
Luciana Giacomelli, Due proposte attributive per Giovanni Battista Fattori a Castel Thun, pp. 47-56
Fabien Benuzzi, Una copia della perduta ‘Morte di San Martino’ di Giambettino Cignaroli a Monaco di Baviera, pp. 57-76
Roberto Adami, “Alla mia consorte lascio la Beatissima Vergine del Tiepolo”. Note intorno a Marco Azzone Chiusole giureconsulto, letterato, amatore d’arte, pp. 77-103
Antonio Carlini, La prima italiana del Tristano di Wagner in un diario trentino del 1888, pp. 105-130
Maria Ceresa, Africa in Trentino. Le ragioni della collezione Paganini a Pergine, pp. 131-142
Ezio Chini, Trento città d’arte nello sguardo di Cesare Brandi, pp. 143-156
Gloria Canestrini, Area Studio. Testimonianza sulla prima stamperia d’arte in Trentino, pp. 157-186
Michele Uber, Artisti trentini: fluttuazioni e dinamiche digitali nel mercato contemporaneo dell’arte, pp. 187-196

CARTE D’ARCHIVIO E FRAMMENTIALBUM
Paolo Dalla Torre, L’Album a Prato,  pp. 197-214

Sara Retrosi, Il contratto per l’altare del Rosario nella chiesa parrocchiale di Aldeno. Un aggiornamento nel catalogo di Domenico Sartori, pp. 217-222
Giovanni Delama, Società corale Concordia e Banda di Trento.
Nuove acquisizioni della Biblioteca comunale di Trento, pp. 223-226

RECENSIONI E SEGNALAZIONI
Pubblicazioni di arte trentina 2013, a cura di Sara Retrosi e Chiara Tozzi, pp. 229-238
Recensioni,  a cura di Roberto Antolini, Andrea Bacchi, Ezio Chini, Luciana Giacomelli, pp. 239-250

Abstract

Silvia Spada Pintarelli, Due portelle tirolesi al Museo Poldi Pezzoli

Il Museo Poldi Pezzoli di Milano conserva due rilievi lignei policromi, rimontati su portelle neogotiche, raffiguranti l’Adorazione dei Magi e San Giuliano uccide i genitori. Le caratteristiche stilistiche dell’intaglio con l’acuto realismo dei volti, i panneggi spezzati e le figure che, per quanto ben proporzionate e saldamente inserite nello spazio rimangono un po’ rigide e bloccate, permettono non solo di considerarle opera tirolese del tardo Quattrocento ma anche di individuare l’autore tra gli stretti collaboratori della bottega di Hans Klocker. Le due portelle, avendo iconografie disomogenee, potrebbero in origine aver fatto parte di un altare dalla forma inusuale e complessa, come quello eseguito da Maestro Narciso da Bolzano per la chiesa di Fiera di Primiero, con scrigno centrale stretto, affiancato da quattro rilievi sovrapposti e completato da due ulteriori portelle laterali. E’ anche probabile che questo altare fosse originariamente ubicato in Trentino, dove il culto di san Giuliano – praticamente sconosciuto in Alto Adige – trova invece ampia diffusione. Per le strette analogie stilistiche e tipologiche si propone, infine, di individuare nel rilievo raffigurante una Natività/Adorazione del bambino (tema iconografico molto diffuso nella produzione della bottega di Klocker), conservato nel Museo Belvedere di Vienna, la parte centrale dell’opera.
The Museo Poldi Pezzoli in Milan holds two wooden polychrome reliefs, reassembled on neo-Gothic doors, representing The Adoration of the Magi and St. Julian Killing his Parents. Some of the stylistic features of the carving, such as the acute realism of the faces, the broken draperies, and the figures that are well proportioned and firmly inserted in the given space but also a bit stiff and frozen, allow us to consider this work a Tyrolean art piece of the late 15th century and to identify its author among the close collaborators of the workshop of Hans Klocker. The two doors, displaying a dishomogeneous iconography, may originally have been part of an altar with an unusual and complex form, such as the one executed by the Maestro Narciso from Bolzano for the Church of Fiera di Primiero, with a tight central casket flanked by four overlapping reliefs and completed by two additional side doors. It is also likely that this altar was originally located in Trentino, where the cult of St. Julian – practically unknown in South Tyrol – is instead very diffused. Because of the close stylistic and typological analogies, the essay finally proposes to consider the relief depicting a Nativity/Adoration of the child (an iconographic theme widely used in the production of Klocker’s workshop), now kept at the Belvedere Museum in Vienna, as the central part of the whole work.

Luciana Giacomelli, Due proposte attributive per Giovanni Battista Fattori a Castel Thun
Il contributo intende offrire un ulteriore tassello per la ricostruzione dell’attività dell’artista trentino, intagliatore e scultore di pietra, Giovanni Battista Fattori. Si tratta della proposta di attribuirgli due rilievi in legno dipinto a finto marmo conservati presso Castel Thun. Le affinità stilistiche con sue opere certe come gli Angeli posti sul baldacchino del Duomo di Trento o con il Cristo orante, ora nella chiesa di S. Pietro a Trento, sono presentate a riprova dell’attribuzione.
The article provides readers with useful information for the reconstruction of the activity of the Trentino artist, stone carver and sculptor, Giovanni Battista Fattori. The essay proposes to ascribe to Fattori two wooden reliefs painted in faux marble, which are kept at Castel Thun. The stylistic affinities with two other works by the same artist, such as the Angels placed on the canopy of the Cathedral of Trento or the Christ in prayer, now in the Church of St. Pietro in Trento, would support this attribution. The article further advances the hypothesis that the possible patrons of these works are the Bishop Domenico Antonio Thun and Pantaleone Borzio, who was his general vicar since 1738.

Fabien Benuzzi, Una copia della perduta ‘Morte di San Martino’ di Giambettino Cignaroli a Monaco di Baviera
Nel contributo viene presentato un inedito dipinto raffigurante la Morte di San Martino, conservato nei depositi dell’Alte Pinakothek a Monaco di Baviera e copia della perduta pala d’altare realizzata per la chiesa di San Martino a Trento da Giambettino Cignaroli. Tale opera è assegnata al fratello di quest’ultimo, Giandomenico Cignaroli, per via della sua prolungata attività di copista all’interno della bottega familiare. Si coglie infine l’occasione per un approfondimento e discussione sui dipinti attribuiti a Giandomenico tra Trentino e Alto Adige.
The paper examines an unknown altarpiece depicting The death of Saint Martin, kept in the depot of the Alte Pinakothek (Old Gallery) in Munich, which is a copy of the lost painting that Giambettino Cignaroli executed for the Saint Martin’s church in Trento. This work is attributed to the artist’s brother, Giandomenico Cignaroli, who was active in the family workshop and often copied Giambettino’s paintings. The focus will also be on other works that have been attributed to Giandomenico both in Trentino and Alto Adige.

Roberto Adami, “Alla mia consorte lascio la Beatissima Vergine del Tiepolo”. Note intorno a Marco Azzone Chiusole giureconsulto, letterato, amatore d’arte
A Chiusole, vicinìa della comunità di Pomarolo, territorio della Destra Adige lagarina, all’interno del grande clan famigliare dei Chiusole, fiorì verso la metà del Settecento la singolare figura di Marco Azzone, giureconsulto (figlio di Francesco Felice commissario di Arco e per alcuni anni pretore di Rovereto), letterato (socio dell’Accademia degli Agiati) e amatore d’arte. Nel suo testamento spirituale (20 settembre 1764) egli lasciò alla moglie Anna Teresa, della nobile famiglia Rosa di Trento, un quadro raffigurante una Madonna, opera dell’artista Tiepolo, del quale in seguito si sono perse le tracce.
The singular figure of Marco Azzone was born around the mid-18th century in Chiusole, a village close to the community of Pomarolo and located on the right side of the Adige river in the Lagarina valley. He was a member of the great family of the Chiusole and was active in the community as a jurist (son of Francesco Felice who had been commissioner of Arco and for some years a magistrate in Rovereto), a literary scholar (member of the Accademia degli Agiati) and an amateur of art. In his last will (September 20, 1764), he bequeathed to his wife Anna Teresa, of the noble family Rosa of Trento, a painting by the well-known artist Tiepolo depicting a Madonna, of which today however there is no trace left.

Antonio Carlini, La prima italiana del Tristano di Wagner in un diario trentino del 1888
Il frammento di un diario ritrovato nell’archivio a Prato presso l’Archivio di Stato di Trento restituisce le emozioni provate da una giovane intellettuale veneziana – ma imparentata con le famiglie Consolati e a Prato di Trento – alla prima rappresentazione italiana del Tristano e Isotta di Richard Wagner (Bologna, Teatro comunale, 1888). Nei quattro giorni narrati dal manoscritto compare anche una dettagliata descrizione delle feste celebrative volute per la fondazione dell’Università (con discorso di Giosué Carducci), l’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele (opera di Giulio Monteverde) e dell’Esposizione nazionale delle Belle Arti con Mostra Internazionale della Musica. Una festa bolognese, dove il tema nazionalistico viene momentaneamente accantonato nei colori del cosmopolitismo universitario.
The fragment of a diary found in the archive a Prato at the State Archive in Trento conveys the emotions of a young Venetian intellectual – related to the families Consolati and a Prato of Trento – at the Italian premiere of the opera Tristan and Isolde by Richard Wagner (Bologna, communal theatre, 1888). The manuscript focuses, in particular, on four days and provides a detailed description of the celebrations organized for the inauguration of the University (with a speech by Giosué Carducci), of the monument to Vittorio Emanuele (a work by Giulio Monteverde), and of the National Exhibition of Fine Arts with the International Music Exposition. The diary describes a party in Bologna, where the nationalistic theme is temporarily suspended in favor of a more dispassionate academic cosmopolitanism.

Maria Ceresa, Africa in Trentino. Le ragioni della collezione Paganini a Pergine
La tesi di laurea Guardare e collezionare oggetti africani, osservazioni. Un caso italiano: la collezione Paganini espone diverse tematiche che ruotano intorno alle arti africane di provenienza sub-sahariana e introduce al fenomeno del collezionismo ad esse legato. Si propone un percorso che partendo dall’analisi della parola “primitivo” ne attraversa i significati storici, artistici, etnografici, antropologici rivelando l’inclinazione innegabilmente eurocentrica di tale termine. Il nodo concettuale della ricerca infatti è il sussistere dell’etnocentrismo di fondo della prospettiva occidentale dalla quale gli oggetti africani sono sempre stati considerati e dalla quale la cosiddetta arte africana è stata valutata, fruita e interpretata. Uno sguardo che cambia nel corso nella storia, scontrandosi inevitabilmente con il colonialismo, il neo-colonialismo e con l’imperialismo culturale. Nell’atipico contesto collezionistico italiano, si inserisce la collezione Paganini, conservata in gran parte nella sede di Pergine Valsugana, in provincia di Trento, della quale si racconta la storia e si prova a spiegare il percorso personale del collezionista che ha portato alla sua formazione e lo spirito che ha guidato la ricerca dei numerosi oggetti che la compongono.
The thesis Observing and collecting African objects, comments. An Italian case: Paganini’s collection addresses various issues revolving around African Arts of sub-Saharan origin and further introduces the reader to the phenomenon of collecting those items. The study starts with an analysis of the word “primitive,” exploring its historical, artistic, ethnographic, anthropological meanings and revealing the term’s undeniably Eurocentric limits. The research focuses in particular on one conceptual knot: the persistence of an underlying ethnocentrism in the Western perspective, from which African objects have been considered and from which African art has been valued, enjoyed, and interpreted. This perspective has changed throughout history, inevitably clashing with colonialism, neo-colonialism and cultural imperialism. Paganini’s collection can be included in the atypical context of Italian collecting activities; this collection is preserved largely in Pergine Valsugana, in the province of Trento, and the thesis intends to tell the story and explain the personal journey of this Italian collector, focusing in particular on his education and on the spirit that animated the research of the numerous objects included in his collection.

Ezio Chini, Trento città d’arte nello sguardo di Cesare Brandi
Storico d’arte illustre, autore di numerosi e importanti libri di viaggio, Cesare Brandi (1906-1988) nel 1979 dedicò alcune pagine, poco note, al centro storico di Trento, in origine destinate a una trasmissione radiofonica e pubblicate nel volume postumo Terre d’Italia (2006). Il saggio commenta l’acuta lettura di Brandi dell’antica struttura urbana e dei suoi valori artistici e storici e propone qualche riflessione sul mutamento profondo della percezione di Trento (e del Castello del Buonconsiglio) che ha avuto luogo negli ultimi decenni: da “città alpina” custode delle memorie dell’Irridentismo a “città d’arte” tra le più affascinanti dell’Italia settentrionale.
Cesare Brandi (1906-1988) is a distinguished art historian and the author of several important travel books. In 1979, he dedicated some little-known pages to the old town of Trento, originally intended for a radio broadcast and published in the posthumous volume Terre d’Italia [Lands of Italy] (2006). The essay comments on Brandi’s careful reading of the ancient urban structure of the town and of its artistic and historical values and proposes a reflection on the profound change of perception that Trento (and the Castello del Buonconsiglio) have recently undergone: from “Alpine town,” keeper of the memories of Irredentism, to one of the most fascinating “art towns” of Northern Italy.

Gloria Canestrini, Area Studio. Testimonianza sulla prima stamperia d’arte in Trentino
L’Area Studio di Rovereto è stata per vent’anni la stamperia d’arte di riferimento degli artisti trentini. In seguito all’apertura di una sede a Milano e, per un breve periodo, dell’atelier di Parigi, ha saputo raccogliere intorno a sé anche molti altri artisti italiani e d’oltralpe. L’esperienza della grafica si è arricchita, nel corso degli anni, con “la grafica animata”, ossia il cinema d’animazione prodotto presso l’Area Studio- Film. L’evoluzione che ha portato i suoi fondatori, Maurizio Giongo e Gloria Canestrini a imboccare successivamente altre strade (per il primo la pittura e la scultura, per la seconda l’illustrazione e la sceneggiatura) ha accompagnato anche la sperimentazione artistica di Giongo e Canestrini, attraverso la performance e altre modalità espressive, in diverse realizzazioni insieme ad artisti di discipline differenti. Tutto, però, è partito dalla passione per la serigrafia e da una racla di legno di pero. Ecco la storia.
Area Studio in Rovereto was for twenty years the printing house of reference for artists living in Trentino. Following the opening of an office based in Milan and for a brief period of time also of an atelier in Paris, the printing house became the gathering center for many Italian and foreign artists. Over the years, the graphic experience was enriched with “motion graphics”, i.e. the animation cinema produced at the Area Studio-Film. The evolution that led its founders, Maurizio Giongo and Gloria Canestrini to later take other roads (the first one chose painting and sculpture, the second illustration and screenplay writing), also accompanied their artistic experimentation. Both of them experimented with performance and other modes of expression in different projects together with artists belonging to different disciplines. The whole story, however, began with Giongo and Canestrini’s passion for silk-screen printing and with a squeegee of pear wood; this fascinating story is what this essay retraces.

Michele Uber, Artisti trentini: fluttuazioni e dinamiche digitali nel mercato contemporaneo dell’arte
Considerato per anni un ‘bene-rifugio’, anche il settore dell’arte in questi ultimi anni è stato interessato dalla crisi economica generale. Segni di sofferenza si notano pure nel piccolo mondo del mercato locale con fluttuazioni critiche delle valutazioni alle quali non si sottraggono nemmeno i nomi più significativi dell’arte trentina. In questo sistema complesso, il ricorso attento alle nuove tecnologie di informazione (l’accesso alla cosiddetta ‘rete’) favorisce comunque la ricerca dei collezionisti in un settore inevitabilmente sempre più globale.
Considered for years a “safe-haven asset,” the art sector has recently been affected by the general economic crisis. Signs of suffering can also be seen on the local level, where the critical fluctuation of valuations has hit even some of the most significant names of the art scene in Trentino. In this complex system, the careful use of the new technologies of information (such as the web) facilitates the collectors’ search in a sector that is inevitably becoming increasingly global.