A. 94 (2015), 1

Sei, Settecento: pittura veneta in Trentino

Categoria:

Descrizione

SAGGI

Matteo Cova, Cinque nuovi frammenti medievali nell’Archivio di Stato di Trento: sopravvivenze di un Sacramentario-Messale del XII secolo, pp. 7-38

Franca Barbacovi, Bernardo Cles e l’orafo Michael Zeisl di Innsbruck, pp. 39-69

Daniela Floris, Modelli decorativi e committenza locale nell’oreficeria sacra della chiesa di San Giovanni di Vigo di Fassa, pp. 71-86

Alessia Zeni, Il magister Rocco de Redis da Laino d’Intelvi nei documenti dell’Archivio di Stato di Trento, pp. 87-96

Serena Bugna, Diffusione della cultura pittorica lagunare nel Trentino sud-occidentale di Sei e Settecento: contesti e segnalazioni, pp. 97-114

Sara Retrosi e Chiara Tozzi, Fratel Venzo (1900-1989): i disegni, pp. 115-137

RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Pubblicazioni di arte trentina 2014, a cura di Sara Retrosi e Chiara Tozzi, pp. 141-151

Recensioni,  a cura di Michele Anderle, Barbara Babic, Alberto Conforti, Fulvia Conter, Sara dell’Antonio, Luca Gabrielli, pp. 153-171

 

Abstract

Matteo Cova, Cinque nuovi frammenti medievali nell’Archivio di Stato di Trento: sopravvivenze di un Sacramentario-Messale del XII secolo

Il contributo ha come oggetto cinque frammenti di un codice medievale, conservati nell’Archivio di Stato di Trento e usati come legatura sui registri del dazio per la fiera di Santa Giustina di Creto (Pieve di Bono) relativo agli anni 1590-1617. In seguito all’analisi codicologica e paleografica, i fogli sono stati attribuiti a un Sacramentario – Messale del XII
secolo copiato in area bresciana. Le schede di descrizione in appendice sono introdotte da un saggio che analizza i dati fisici e contenutistici dei manoscritti, con attenzione particolare agli aspetti liturgici, e pone i reperti nel contesto dei frammenti medievali censiti in Trentino e legati in modo specifico alle valli Giudicarie.

The article focuses on five fragments of a medieval codex, preserved in the State Archive of  Trento and used as bindings of the duty records for the fair of Santa Giustina in Creto (Pieve di Bono) for the years 1590 – 1617. Following codicological and paleographic analysis, the parchment leaves have been attributed to a 12th century Sacramentary – Missal copied in the Brescia area. The catalogue cards in appendix are introduced by an essay that analyzes physical data and content of the manuscripts, with particular attention to the liturgical perspective, and places the findings in the context of medieval fragments surveyed in Trentino and specifically related to the Giudicarie valleys.

Franca Barbacovi, Bernardo Cles e l’orafo Michael Zeisl di Innsbruck Vien preso in esame un documento dell’Archivio di Stato di Trento, che costituisce il resoconto del lavoro d’argenteria commissionato all’orafo di Innsbruck Michael Zeisl da parte del principe vescovo di Trento Bernardo Cles nel 1527. Tale documento viene brevemente contestualizzato sia nella tradizione orafa della città d’origine dell’artefice, sia in quella della la corte del presule tridentino. Di esso si forniscono la trascrizione e, per quanto possibile, l’interpretazione del contenuto e dei dati tecnici relativi.

This article examines a document kept at the State Archives of Trento, which constitutes the report of the silverware work commissioned to the goldsmith of Innsbruck Michael Zeisl by the Prince-Bishop of Trento Bernardo Cles in 1527. This document will be contextualized in the goldsmith tradition of the city of Innsbruck as well as in that of the Bishop’s Court in Trento. The essay provides readers with the transcript of the document and, as far as possible,
with the interpretation of both its content and the related technical data.

Daniela Floris, Modelli decorativi e committenza locale nell’oreficeria sacra della chiesa di San Giovanni di Vigo di Fassa. La chiesa di San Giovanni di Vigo di Fassa custodisce alcune suppellettili legate alla committenza locale di notevole interesse per l’unicità degli aspetti decorativi. Il più antico
è l’ostensorio dedicato a San Giovanni Battista, decorato con elementi grotteschi e motivi allegorici di natura profana. L’insieme di questi richiami figurativi induce a datare parte
dell’opera alla prima metà del Cinquecento, in cui il gusto rinascimentale in tutte le sue forme ha avuto la sua massima espressione in ambito locale, opera forse di orefice in contatto con i cantieri clesiani. Tra gli argenti di fattura eccellente provenienti da Augsburg la chiesa conserva inoltre un calice di Hans III Petrus, uno di Antonius Leser donato da Monsignor Giovanni Battista Mayr e un servizio di ampolline di Jeremias Güntz.

The Church of Saint John of Vigo di Fassa contains some furnishings that were locally commissioned and that are of considerable interest for the uniqueness of their decorative elements. The oldest object is the monstrance devoted to Saint John the Baptist, which is decorated with grotesque elements and secular allegorical motifs. All these figurative references lead critics to date part of the work to the first half of the 16th century, when the taste for the Renaissance style in all its expressions had reached its peak in the local area. The monstrance is perhaps the work of a goldsmith who was in contact with other artisans working on construction sites established by the Prince-Bishop of Trento Bernardo Cles. Among the silverware of excellent artisanship coming from Augsburg, the church preserves a goblet of Hans III Petrus, one of Antonius Leser donated by Monsignor Giovanni Battista Mayr, and a set of ampullas of Jeremias Güntz.

Alessia Zeni, Il magister Rocco de Redis da Laino d’Intelvi nei documenti dell’Archivio di Stato di Trento

Tra i numerosi lapicidi, capimastri e muratori specializzati originari della regione dei laghi lombardi e attivi nelle valli del Noce nella prima metà del Cinquecento si distingue il
magister Rocco de Redis da Laino d’Intelvi. Dalla lettura di trentasette atti notarili conservati presso l’Archivio di Stato di Trento è stato possibile ricostruire lo ‘stato di famiglia’ del
de Redis, protagonista del rinnovamento edilizio delle chiese di Denno (1542), Pellizzano (1545) e Cavedago (1547).

Among the numerous stonecutters, general foremen, and specialized bricklayers coming from the Lakes region in Lombardy and who were active in the valleys of the river Noce in the first half of the 16th century, the magister Rocco de Redis from Laino D’Intelvi occupies a pivotal position. Through the reading of 37 notarial acts kept in the State Archives of Trento, it was possible to reconstruct the “family status” of de Redis, who was the protagonist of the
building renewal of the churches of Denno (1542), Pellizzano (1545) and Cavedago (1547).

Serena Bugna, Diffusione della cultura pittorica lagunare nel Trentino sud-occidentale di Sei e Settecento: contesti e segnalazioni 

Il saggio indaga un particolare aspetto della pittura del Sei e Settecento in Trentino, ossia la diffusione della cultura pittorica veneziana nelle aree sud-occidentali del Principato,
nello specifico nella giudicariese valle del Chiese. L’argomento non è nuovo agli studi di Storia dell’arte, che già da tempo hanno pubblicato i dipinti di maggior prestigio (talora a discapito di opere ‘minori’), tuttavia poco indagata risulta essere la connessione dei beni con il territorio di appartenenza. Il presente contributo si propone dunque di ricostruire il contesto socio-economico che favorì il fenomeno, per poi contestualizzare i dipinti già noti
e pubblicarne alcuni poco o per niente studiati. 

The essay explores a particular aspect of the painting activity of the 17th and 18th century in Trentino, namely the dissemination of the Venetian painting culture in the South-western area of the princedom, more specifically in the Valley of the river Chiese. The topic is not new to scholars working in the field of art history, who have already published some of the most famous paintings (sometimes to the detriment of ‘minor’ works) relating to that area.

Nevertheless, the connection between the artistic works and the local territory has been little investigated. The present contribution aims to reconstruct the socio-economic context that promoted the phenomenon and contextualizes well-known paintings, while at the same time publishing some of the works that have gained little or no consideration at all.

Sara Retrosi e Chiara Tozzi, Fratel Venzo (1900-1989): i disegni

Il saggio prende le mosse dall’attività di catalogazione dei disegni inediti del pittore gesuita Fratel Venzo, conservati a Trento presso il Centro Documentazione FratelVenzo,
gestito dall’Associazione trentina dedicata all’artista. Il testo si propone di analizzare l’attività di disegnatore di Venzo, quasi sempre trascurata dai testi critici pubblicati sull’opera
del pittore, cercando di dimostrare come essa fosse parte integrante del suo fare artistico e avesse un posto ben preciso nella sua concezione dell’arte, più volte illustrata nelle sue
interviste e nei suoi scritti privati. 

The essay builds on the cataloguing activity of the unpublished drawings of the Jesuit painter Brother Venzo, which are kept in Trento at the Brother Venzo Documentation Centre managed by an Association dedicated to the artist. The essay aims to analyze the activity of the drawer Venzo, which has most of the time been neglected by critical texts that have been
published on the work of the painter. The article further wishes to demonstrate that drawing was an essential part of Venzo’s artistic activity and had a very specific place in his artistic conception, as his interviews and writing repeatedly show.