A. 94 (2015), 2

Il romanticismo di Francesco Lampi

Categoria:

Descrizione

Alberto Conforti, CAMEC, GAMEC, MAN, PAN?
ma non è Marinetti!, pp. 5-8

Paolo Ghezzi, Beni culturali, bene comune.
Il Trentino, i musei, la ‘grande riforma‘, pp. 9-1

SAGGI

Dario De Cristofaro, Nuove osservazioni sulla Camera d’Amore nel castello di Sabbionara d’Avio, pp. 179-189

Laura Cavazzini, Nuove considerazioni sulla cronologia delle Storie di San Giuliano di Monte da Bologna nel Duomo di Trento, pp. 191-204

Nicola Zanotti, Gli affreschi trecenteschi della chiesa di Sant’Apollinare a Piedicastello, pp. 205-224

Marcello Beato, Carlo Andrea Postinger, L’Eneide di Heinrich von Veldeke a Rovereto. Per una rilettura degli affreschi di Palazzo Noriller, pp. 225-248

Lucia Longo-Endres, Venite benedicti p[atris mei]. Il ciclo delle Vergini nella Pieve di Fiemme, pp. 249-260

Lucia Longo-Endres, I paladini di Carlo Magno a Cavalese: un pregevole ciclo pittorico quattrocentesco in Casa Bertelli, pp. 261-274

Stefano Ferrari, Ut pictura philosophia: Pietro Verri e l’Attilio Regolo di Martin Knoller, pp. 275-295

Serena Bugna, Da Castiglione delle Stiviere alla valle del Chiese: appunti per la ricostruzione del catalogo di Giovanni Battista Pollana, pp. 297-311

Roberto Pancheri, Francesco Lampi pittore romantico, pp. 313-333

RECENSIONI
Recensioni a cura di Giovanni Delama, Paolo Delama, Luca Gabrielli, Paolo Ghezzi, Mauro Grazioli, Katia Malatesta, pp. 343-363

Abstract

Dario De Cristofaro, Nuove osservazioni sulla Camera d’Amore nel castello di Sabbionara d’Avio
Le pareti della Camera d’Amore, che trova posto all’ultimo piano del mastio nel castello di Sabbionara d’Avio, vennero decorate nel Trecento con un ciclo di affreschi di tema profano. In gran parte danneggiati, nel corso del Novecento diversi studiosi hanno provato ad affrontarne le problematiche, quali la datazione, l’iconografia e l’attribuzione. Questo articolo tenta, attraverso una serie di nuovi confronti, di suggerire una nuova proposta di datazione e di confermare, in maniera ormai certa, l’orizzonte culturale da cui il Maestro del ciclo sarebbe provenuto.
The walls of the Camera d’Amore, which is located in the last floor of the keep in the castle of Sabbionara d’Avio, were decorated in the XIV century with a cycle of secular frescoes. Now mostly damaged, in the XX century several studies have tried to face issues like date, iconography and attribution. According to different comparisons, this paper tries to suggest a new dating solution and to confim, now beyond any doubt, the cultural horizon from which the Master of Avio should have come from.

Laura Cavazzini, Nuove considerazioni sulla cronologia delle Storie di San Giuliano di Monte da Bologna nel duomo di Trento
L’articolo propone una nuova riflessione sugli affreschi trecenteschi con le Storie di San Giuliano nel duomo di Trento, a partire dalla loro collocazione, oggi apparentemente incongrua ma da leggere in relazione alla struttura sopraelevata dell’antico coro smantellato nel corso del Settecento. L’autrice si sofferma sulla cultura del pittore responsabile dell’esecuzione del ciclo agiografico, Monte da Bologna, cresciuto all’ombra del grande Vitale tenendo a modello le sue imprese mature, quali gli affreschi di Udine e di Pomposa. Viene infine ridiscussa la cronologia del ciclo e di conseguenza la sua committenza, riconducibile con ogni probabilità a Giovanni Borgonovo.
The article proposes a new reflection on the 12th-century frescoes representing the Stories of St. Julian in the Cathedral in Trento. The article takes into exam the positioning of the painting, which appears rather incongruous today but should be considered in relation to the overhead structure of the ancient chorus that was dismantled in the 18th century. The author further focuses on the culture of the painter Monte da Bologna, who executed the hagiographic cycle and had grown up in the shadow of the great artist Vitale, whose late works such as the frescoes in Udine and Pomposa were used as models. At the end of the essays the author discusses the chronology of the cycle and, consequently, its commission, which can probably be ascribed to Giovanni Borgonovo.

Nicola Zanotti, Gli affreschi trecenteschi della chiesa di Sant’Apollinare a Piedicastello
Il saggio prende in esame le pitture murali scoperte durante i recenti lavori di restauro nella chiesa di Sant’Apollinare a Piedicastello. Dagli scialbi sono riemersi dipinti del XIV secolo riconducibili a quattro differenti interventi. Si tratta di una Madonna con il Bambino, alla sinistra dell’arco santo, Sant’Apollinare e San Giacomo Maggiore che affiancano un riquadro mutilo in cui sopravvive una figura di santa, sul lato opposto, e otto figure a mezzobusto nella cupola della seconda campata. L’assenza di notizie documentarie sulle vicende decorative della chiesa ha incentrato le ricerche sul dato stilistico dei dipinti, quindi all’individuazione dei pittori o al contesto culturale di appartenenza.
The essay examines the mural painting discovered during the recent restoration works in the Church of Saint Apollinaire in Piedicastello. These frescoes, dating back to the 14th century, re-emerged from the plaster; they belong to four different interventions. They represent a Madonna with child, which can be seen on the left side of the Holy arc; on the opposite side, one can see Saint Apollinaire and Saint Giacomo Maggiore, flanking a mutilated panel with the figure of a female saint and eight half-figures in the cupola of the second span. The absence of any reliable data documenting the decorative activities of the church has turned the attention of researchers on the style of the paintings, in particular on the identification of the painters and on the cultural context to which they belonged.

Marcello Beato, Carlo Andrea Postinger, L’Eneide di Heinrich von Veldeke a Rovereto. Per una rilettura degli affreschi di Palazzo Noriller
Il 1994 è stato un anno importante per la storia dell’arte trentina: in una Rovereto a lungo ritenuta priva di testimonianze di pittura profana medievale venne scoperto, in una casa di via della Terra, un ciclo d’affreschi di schietto gusto cavalleresco con giostre, re coronati e mura fortificate. Nonostante l’importanza cruciale che la scoperta rappresenta all’interno del panorama storico-artistico locale, l’attenzione che vi si è dedicata è stata finora piuttosto esigua. L’obiettivo di questa ricerca è dunque quello di contribuire allo studio e alla conoscenza del ciclo roveretano.
1994 was an important year for the history of art in Trentino. A cycle of frescoes of outspoken knightly taste with carousels, crowned kings and fortified walls was discovered in a house of via della Terra in the historical center of Rovereto, where no evidence of medieval secular paintings had been found until then. Despite the crucial importance that the discovery represents within the local historical and artistic panorama, little attention has been devoted to it so far. This research attempts precisely to contribute to the study and knowledge of this cycle.

Lucia Longo-Endres, Venite benedicti p[atris mei]. Il ciclo delle Vergini nella Pieve di Fiemme
Il contributo illustra con dovizia di dettaglio il ciclo pittorico delle Vergini che decora l’arco santo della chiesa di Santa Maria Assunta a Cavalese. È una testimonianza preziosa dell’ornamento presbiteriale quattrocentesco dell’edificio, tornato in luce in seguito ai lavori di restauro effettuati negli anni 2003-2011. Il dipinto consente di aggiungere un tassello a quanto finora noto della produzione di un frescante, forse fiemmese, che opera con aiuti nelle valli dell’Avisio tra il sesto e il settimo decennio del secolo XV, fondendo nel linguaggio motivi tardogotici italiani e di matrice altoatesina intrisi di cultura popolare.
The contribution discusses in great detail the pictorial cycle of the virgins that decorates the Holy Arch of the Church of Santa Maria Assunta in Cavalese. It is a precious testimony of the presbyterial ornament of the building, which dates back to the 15th century and was brought back to light during the renovation that was carried out between 2003 and 2011. The painting offers important information regarding the artistic production of a local fresco artist, who operated with the aid of other local people in the valleys of the river Avisio between 1460 and 1470. This artist blended in his art works typically Italian and South Tyrolean late Gothic motifs steeped in popular culture.

Lucia Longo-Endres I paladini di Carlo Magno a Cavalese. Un pregevole ciclo pittorico quattrocentesco in Casa Bertelli
Il contributo presenta una lettura iconografica del ciclo dei paladini di Carlo Magno di Casa Bertelli a Cavalese – discutendo le fonti letterarie che sottendono alla narrazione pittorica – e avanza un’ipotesi attributiva dei dipinti. Si tratta di una preziosa testimonianza culturale quattrocentesca, un unicum nel panorama artistico regionale.
The article presents an iconographic reading of the Paladins’ cycle of Charlemagne, which was found in the Bertelli house in Cavalese (Tn). The article discusses the literary sources that underlie the pictorial narration and advances a hypothesis of attribution of these paintings. The essay argues that the cycle represents a valuable cultural work dating back to the 15th century and a unique cultural artifact in the regional art scene.

Stefano Ferrari, Ut pictura philosophia: Pietro Verri e l’Attilio Regolo di Martin Knoller
Nell’opera Idee sull’indole del piacere (1773), Pietro Verri introduce, per spiegare meglio la sua teoria del piacere, l’analisi alquanto dettagliata di un dipinto che lo aveva molto colpito alcuni anni prima: l’Attilio Regolo si congeda da Roma del pittore Martin Knoller, realizzato tra il 1765 e il 1766 su ideazione del conte Carlo Firmian. In questa interpretazione spiccano alcuni particolari che lo scrittore milanese ha appreso direttamente dall’ideatore e forse anche dall’artista, ma pure dei rilievi personali che evidenziano la sua indiscussa competenza di abile critico d’arte.
In order to better explain his theory of pleasure, in Idee sull’indole del piacere (1773), Pietro Verri includes a very detailed analysis of a painting that had impressed him years before. The title of the painting is Attilio Regolo takes leave from Rome; the painter Martin Knoller carried it out between 1765 and 1766 following the idea of the Count Carlo Firmian. This interpretation emphasizes some details that Verri learned directly from the Count and perhaps also from the artist; it further gives relevance to Verri’s personal comments, which underline his undisputable competence as a skilled art critic.

Serena Bugna, Da Castiglione delle Stiviere alla valle del Chiese. Appunti per la ricostruzione del catalogo di Giovanni Battista Pollana
Il saggio intende portare un contributo alla storia della scultura barocca in Trentino rinfoltendo il corpus delle opere dell’intagliatore Giovanni Battista Pollana attraverso l’individuazione di un gruppo di legni, stilisticamente affini, provenienti dalla valle del Chiese, riconducibili allo scalpello dello scultore trentino sulla base del confronto con le sue prime opere certe rinvenute a Castiglione delle Stiviere e del supporto di fonti documentarie.
The essay intends to offer a contribution to the history of baroque sculpture in Trentino, by integrating the group of works of the sculptor Giovanni Battista Pollana with a new series of stylistically related works of wood coming from the Chiese Valley. The attribution of these later works to Pollana is the result of their comparison with the earlier ones, that were found in Castiglione delle Stiviere, and of a series of documentary sources that support this identification.

Roberto Pancheri, Francesco Lampi pittore romantico
L’approdo in Trentino di due importanti ritratti di Francesco Lampi (Klagenfurt 1782 – Varsavia 1852) e la scoperta di una sua lettera inedita forniscono l’occasione di riconsiderare le notizie a nostra disposizione sull’artista, di cui viene pubblicata in traduzione italiana la prima biografia.
The arrival in Trentino of two important portraits painted by Francesco Lampi (Klagenfurt 1782 – Warsaw 1852) and the discovery of an unpublished letter written by him provide the opportunity to reconsider the information available on the artist. An Italian translation of his first biography is also included in the article.