A. 95 (2016), 1

Berera: la Rivoluzione musicale in Duomo

Categoria:

Descrizione

SAGGI
Valentina Delbianco, La Madonna del Buon Consiglio: storia e fortuna di un‘iconografia romana in Trentino, pp. 7-31
Giuliana Dall‘Olio, I tre altari seicenteschi della chiesa di S. Maria a Sanzeno nelle fonti d‘archivio, pp. 33-58
Domizio Cattoi, L‘inventario della dimora del canonico Giovanni Battista Lodron, pp. 59-79
Licia Pedrinolli, Un‘opera d‘arte della collezione Salvadori di Trento per il Fuehrermuseum di Linz, pp. 81-92
Cecilia Delama, La Cappella musicale del Duomo di Trento fra Settecento e Ottocento: Francesco Antonio Berera (1737-1813) e le composizioni per coro e “stromenti da fiato”, pp. 93-117
Giovanni Delama, Il teatro di parrocchia in Trentino: note a margine della catalogazione di due fondi librari, pp. 119-129

RECENSIONI E SEGNALAZIONI
Elio Fox, Ricordo di Luciano Innocenti a un anno dalla scomparsa, pp. 133-135
Sara Retrosi, Pubblicazioni di arte trentina 2015 , pp. 137-146
Recensioni a cura di Barbara Babic, Alberto Conforti, Massimo Libardi, Marco Ruggeri, pp. 147-156

Abstract

Valentina Delbianco, La Madonna del Buon Consiglio: storia e fortuna di un’iconografia romana in Trentino
Soggetto di questo saggio – tratto dalla tesi di laurea dell’autrice – è una particolare iconografia mariana derivante da un’immagine sacra del XV secolo, considerata miracolosa, che si venera a Genazzano, nel Lazio. Tale iconografia, dopo una lunga quiescenza, rivive un inaspettato successo nel corso del Settecento, quando numerose copie del dipinto – reinterpretato secondo il gusto del tempo – prendono a circolare sia in Italia che in Europa. È in tale contesto che il culto giunse a radicarsi, con specifiche modalità e con una speciale fortuna, anche in Trentino.
The topic of this essay – taken from the author’s thesis – concerns a peculiar Marian iconography, which was originated from a holy image located in Genazzano (Lazio) since XV century. This iconography, after two centuries’ forgetfulness, relives an unexpected success during Eighteenth century, when several copies of the image – modified according the period’s style – were distributed in Italy and Europe. In this context the cult settled even in Trentino, with specific ways and unusual luck.

Giuliana Dall’Olio, I tre altari seicenteschi della chiesa di S. Maria a Sanzeno nelle fonti d’archivio
Questo contributo indaga la storia dei tre altari seicenteschi della chiesetta di S. Maria a Sanzeno. Attraverso una ricerca d’archivio condotta sulle fonti documentarie dell’Archivio parrocchiale e sul loro intreccio con la sequenza degli Atti Visitali, l’autrice ricostruisce la genesi della confraternita del Rosario, che nella chiesetta ha avuto la sua sede e degli altari ha sostenuto le spese. Sullo sfondo si scorgono il sostegno alle confraternite mariane e la rinnovata attenzione agli edifici sacri manifestati dalle autorità ecclesiastiche dopo il concilio di Trento. La ricognizione delle fonti ha così consentito di completare l’individuazione degli autori sia degli apparati lignei che delle opere pittoriche.
This paper investigates the history of the three altars dating back to the 17th century of the little Church of S. Maria in Sanzeno. Through archival research conducted on documentary sources of the parish archive and their interplay with the sequence of Atti Visitali, the author reconstructs the genealogy of the confraternity of the Rosary, which had its headquarters in the church and funded the three altars. In the background, one can see the support to the Marian confraternities and the renewed attention to sacred buildings manifested by Church authorities After the Council of Trento. The survey of the sources has thus allowed us to complete the identification of the authors who completed both the wooden apparatus and the paintings.

Domizio Cattoi, L’inventario della dimora del canonico Giovanni Battista Lodron
Si pubblica qui l’inventario dei beni appartenuti al canonico Giovanni Battista Lodron, ritrovati nella sua abitazione di contrada Santissima Trinità a Trento all’indomani della sua morte, avvenuta il 25 dicembre 1700. Il documento consente di gettare luce sulla raccolta d’arte del prelato, composta da più di 120 pezzi tra dipinti, stampe, sculture e altri oggetti da collezione. Tra le opere più importanti descritte nell’elenco spicca una tela con la Madonna di Caravaggio di Carl Loth.
We publish here the inventory of the goods that belonged to Giovanni Battista Lodron and that were found in his home in the Santissima Trinità area in Trento the day after his death on December 25th 1700. The document sheds light on the art collection of the prelate, consisting of more than 120 pieces including paintings, prints, sculptures and other collectibles. Among the most important works described in this list, there is a painting of the Madonna of Caravaggio by Carl Loth.

Licia Pedrinolli, Un’opera d’arte della collezione Salvadori di Trento per il Führermuseum di Linz
Il 27 aprile 1922 la Soprintendenza ai Monumenti e alle Gallerie di Trento notificò al barone Valentino Salvadori (1851-1933), per l’importante interesse artistico, un quadro raffigurante una “carovana di cammellieri nel deserto montano”, che conservava nel suo palazzo in via Manci. Il quadro fu venduto dalla famiglia Salvadori nel 1940 e da quel momento subì diversi passaggi di proprietà. L’articolo ricostruisce, grazie alla documentazione prodotta dall’allora Soprintendente Antonino Rusconi (1897-1975), le vicende che coinvolsero il dipinto attribuito all’artista genovese Alessandro Magnasco (1667-1749) negli acquisti illeciti di opere d’arte effettuati dal governo tedesco per ordine di Hitler per la creazione del Führermuseum di Linz.
On April 27th, 1922 the Superintendence for monuments and galleries of Trento notified to Baron Valentino Salvadori (1851-1933) a painting representing a “Caravan of camel drivers in a mountain desert”, which he kept in his palace in via Manci, for its important artistic value. The Salvadori family sold the painting in 1940 and since then it has changed different owners. Thanks to documents produced by the then Superintendent Antonino Rusconi (1897-1975), the article reconstructs the events that involved the painting attributed to the Genoese artist Alessandro Magnasco (1667-1749) in the illegal works of art puchased by the German Government on the orders of Hitler for the creation of the Führermuseum in Linz.

Cecilia Delama, La Cappella musicale del Duomo di Trento fra Settecento e Ottocento: Francesco Antonio Berera (1737-1813) e le composizioni per coro e “stromenti da fiato”
L’articolo prende in considerazione l’attività del compositore trentino Francesco Antonio Berera (1737-1813) con particolare riferimento a tre delle sue opere sacre che prevedono l’impiego degli strumenti a fiato composte durante il periodo di incarico come maestro di Cappella presso il Duomo di Trento. Un approfondimento è dedicato alle relazioni intercorse tra la Cappella musicale, la banda civica (1801) e l’Accademia Filarmonica (1795) con particolare riferimento alle occasioni che videro questi tre gruppi esibirsi insieme. Il nucleo originale della ricerca riguarda l’analisi dei tre manoscritti con informazioni circa la prassi esecutiva del tempo, composizione dell’organico della Cappella musicale, stile compositivo dell’autore. Lo studio prende in considerazione due messe composte nel 1801 e nel 1809, la prima delle quali espressamente dedicata dall’autore alla Banda della Guardia civica e un Vespro: tutte e tre queste composizioni sono scritte per strumenti a fiato (o archi) e coro misto o maschile.
This essay analyses the work of Francesco Antonio Berera (b. 1737-d. 1813), a composer from Trento. It emphasises the period when he was “maestro di cappella” in the Cathedral of Trento – between 1791 and 1813 – and three of his sacred compositions written for wind instruments. A specific study is dedicated to the relationships between the “Cappella musicale” and other new musical institutions of this period: the town Band (1801) and the “Accademia Filarmonica” (1795), referring in particular to their collective productions. The most important and original part of this paper is the analysis of these three manuscripts, recently adapted in a modern edition. It has permitted to suppose/presume further considerations about rehearsals, musical praxis, members of the Cappella and so on. This work considers two Masses composed in 1801 and 1809, the first one is specifically dedicated to the Band, and a Vespro: all these compositions were written for wind instruments (or strings) and for mixed or male choir. Finally, the study explores the context in which the compositions were committed and developed and the performances of these three musical examples.

Giovanni Delama, Il teatro di parrocchia in Trentino: note a margine della catalogazione di due fondi librari
La recente catalogazione di un fondo di libretti teatrali già appartenuti all’Oratorio del Duomo di Trento (circa trecento titoli) e a don Giuseppe Rigotti (centocinquanta titoli), donati alla Biblioteca comunale di Trento, permette di ricostruire un capitolo interessante di vita sociale nel Trentino, il “teatro di parrocchia”. Teatro educativo di ispirazione cattolica, nel Trentino del Novecento dà vita ad associazioni filodrammatiche, teatri, stagioni di spettacoli e concorsi lasciando spazio ad autori locali e persino a una collana edita dagli Artigianelli e confrontandosi durante il Ventennio con gli orientamenti culturali del regime.
A collection of plays, which had formerly belonged to the Oratory of the Trento Cathedral and to Father Giuseppe Rigotti, were donated to the Library of Trento. The cataloguing of this collection has given the opportunity to reconstruct an interesting chapter of social life in Trentino: the so-called “parish theatre”. In the first half of the 20th century, this type of theatre, which draws its inspiration from Catholic values, encouraged the development of acting companies, theatres, seasons of performances and competitions and allowed local playwrights to find their own dimension. A book series was even published by Artigianelli. Moreover, this genre had to find a way of dealing with the cultural guidelines of the Fascist regime.