A. 95 (2016), 2

Il mondo di Elia Naurizio

Categoria:

Descrizione

Luca Gabrielli, Per i quarant’anni della rivista, pp. 177-180

Ezio Chini, Ricordo di Francesco Valcanover, pp. 181-183

SAGGI

Matteo Rapanà, Torri isolate in territorio trentino: analisi preliminari e prime considerazioni sulla “Torre di Strombiano” in val di Sole, pp. 187-207
Massimo Negri, Sulla vicentinità del “gentil Padovano” che lasciò a Trento il suo capolavoro: Vincenzo Grandi e Vicenza, pp. 209-225
Elisa Lona, Le stanze affrescate di Aliprando Cles ed Anna Wolkenstein in palazzo Assessorile a Cles, pp. 227-249
Franca Barbacovi, Sulle tracce di Elia Naurizio e Giovanni Armanni. Storie di famiglia e di committenza del Seicento trentino, pp. 251-287
Giosuè Ceresato, Clementino Vannetti teorico d‘arte: una lettura delle Notizie intorno al pittore Gasparantonio Baroni Cavalcabò di Sacco, pp. 289-315
Andrea Minessi, Palazzo Martinengo Colleoni di Malpaga a Brescia. Un cantiere lungo mezzo secolo, pp. 317-335
Annamaria Azzolini, Alessandra Quendolo, Giardini con rovine nel territorio alense: “i Castelletti”, pp. 337-365
Fabien Benuzzi, Sculture di Andrea Malfatti a Riva del Garda, pp. 367-379

TESTIMONIANZE
Una conversazione con Helmut Stampfer, a cura di Ezio Chini, pp. 383-392

RECENSIONI E SEGNALAZIONI
Giovanni Maria Fara, Albrecht D?rer in viaggio. Considerazioni in margine a un convegno, pp. 395-402
Recensioni, a cura di Luca Gabrielli, pp. 403-410

Abstract

Matteo Rapanà, Torri isolate in territorio trentino: analisi preliminari e prime considerazioni sulla “Torre di Strombiano” in val di Sole
In questo contributo sono esposti i primi risultati dello studio effettuato sulla torre di Strombiano in val di Sole. In particolare si è cercato di riassumere il quadro delle ricerche effettuate fino a oggi e di stabilire il periodo di costruzione e di frequentazione dell’edificio attraverso l’esame incrociato delle fonti iconografiche, delle tracce archivistiche e delle murature superstiti da poco liberate dalla vegetazione.
This paper exposes the first results of the study about the Strombiano tower in Val di Sole. The research analizes the past studies and tries to establish the period of construction of the tower through cross examination of the iconographic sources, archival traces and the examination of surviving masonry recently released by vegetation.

Massimo Negri, Sulla vicentinità del “gentil Padovano” che lasciò a Trento il suo capolavoro: Vincenzo Grandi e Vicenza
Lo scultore e bronzista Vincenzo Grandi (1485 ca.-1577/78), insieme a suo nipote Gian Gerolamo (1508-1560), ebbe un ruolo non trascurabile nel contesto della scultura veneta del Cinquecento. Attivo principalmente a Padova, l’artista lasciò a Trento il proprio capolavoro: la cantoria, ossia il pontile marmoreo che sostiene l’organo nella chiesa di Santa Maria Maggiore. Al pari di altri suoi familiari, Vincenzo mantenne tuttavia sempre un rapporto privilegiato con la città di Vicenza, dove era nato. Di tale legame emergono tracce evidenti anche nella sua produzione artistica.
Vincenzo Grandi (1485 ca.-1577/78), like his nephew Gian Gerolamo (1508-1560), was a sculptor in stone and bronze and he played a significant role in the context of venetian sculpture of the Cinquecento. This artist worked mainly in Padua but realized his masterpiece in Trento: the cantoria, a marble balcony designed to support the church organ in Santa Maria Maggiore. At the same time he always maintained, as well as other members of his family, a special relationship with the city of Vicenza, where he was born. Clear evidence of this relationship also emerge in his artistic works.

Elisa Lona, Le stanze affrescate di Aliprando Cles ed Anna Wolkenstein in palazzo Assessorile a Cles
Il contributo è incentrato sul ricco corredo pittorico di palazzo Assessorile a Cles, la dimora di Aliprando Cles e della consorte Anna Wolkenstein, teatro, nei primi anni Quaranta del XVI secolo, di una vasta campagna di decorazione a fresco. Gli ambienti del palazzo sono testimoni di quel recupero del mondo antico e della diffusione nella prima metà del Cinquecento della cultura artistica veneta e padana anche in area trentina, grazie alla circolazione di maestranze, modelli e stampe. L’analisi dei dipinti consente di comprendere la varietà e la competenza di artefici ancora pressoché sconosciuti e senza un nome, ricondotti convenzionalmente all’ambito di Marcello Fogolino, ma sovente autonomi nello stile, dunque non semplici aiuti di bottega, ma artisti qualificati, portatori essi stessi di un bagaglio culturale e figurativo eterogeneo, di ascendenza sia nordica che italiana.
The paper focuses on the rich cycles of the ‘palazzo Assessorile’ in Cles, the palace of Aliprando Cles and his wife Anna Wolkenstein, where a large-scale fresco decoration took place at the beginning of the 1540s. Its rooms show the rediscovery of the antiquity and the diffusion of the artistic culture of Venice and the Po valley in the area of Trent too, thanks to the circulation of painters, graphic models and prints. The investigation about the paintings give us the opportunity of understanding the diversity and the skills of several painters which are still nameless. In a conventional way, they are considered as a circle of Marcello Fogolino, but they actually were not ordinary assistants but skilled artists, which had a rich cultural and artistic experience taken both from Italy and from north of the Alps.

Franca Barbacovi, Sulle tracce di Elia Naurizio e Giovanni Armanni. Storie di famiglia e di committenza del Seicento trentino
Documenti notarili custoditi presso l’Archivio di Stato di Trento restituiscono alcuni aspetti dell’attività del pittore Elia Naurizio e del contesto in cui egli operò, dai legami familiari alle relazioni intrecciate con i casati più in vista della città di Trento, dalle origini dei suoi congiunti all’attività da essi esercitata. Emerge inoltre la prima conferma documentale del rapporto fra Naurizio e Giovanni Armanni, committente del più importante dipinto di ambito trentino raffigurante il Concilio di Trento: un mercante di origini giudicariesi, caso esemplare di promozione sociale ottenuta attraverso gli affari e prolifico committente per la chiesa di Santa Maria Maggiore a Trento.
Some documents belonging to the State Archive in Trent offer some information about the activity of the painter Elia Naurizio and his context: for example his family bonds, his relationships with the most eminent patrician families in Trent, the origin and the activity of his relatives. They also give us the first documentary proof of the relationship between Naurizio and Giovanni Armanni, the patron of the most famous painting depicting the Council of Trent. Armanni was a merchant hailing from the Giudicarie valley, an example of social advancement through business and a prolific donor for St. Mary’s Church in Trent.

Giosuè Ceresato, Clementino Vannetti teorico d’arte: una lettura delle Notizie intorno al pittore Gasparantonio Baroni Cavalcabò di Sacco
Il saggio propone l’analisi della biografia del pittore Gasparantonio Baroni, figura centrale della pittura roveretana settecentesca, redatta da Clementino Vannetti e pubblicata nel 1781. Concentrandosi sulle riflessioni di carattere estetico che emergono in più parti dello scritto, è stato possibile approfondire la cultura artistica del letterato, e soprattutto farne emergere l’impegno intellettuale sul versante critico e teorico-artistico.
The essay analyzes the biography of the painter Gasparantonio Baroni, the central figure of the 18th century painting in Rovereto, written by Clementino Vannetti and published in 1781. Focusing on the aesthetic considerations suggested by the text, it has been possibile to know more about the artistic knowledge of the writer and, above all, to show his intellectual diligence in art criticism and theoretical-artistic matters.

Andrea Minessi, Palazzo Martinengo Colleoni di Malpaga a Brescia. Un cantiere lungo mezzo secolo
L’attribuzione del Palazzo Martinengo Colleoni di Malpaga a Brescia all’architetto bolognese Alfonso Torreggiani è largamente accettata a partire dal 1958, ma fino ad oggi alcuni aspetti della storia dell’edificio, come la conduzione e la durata del cantiere, sono rimasti campo aperto alle ipotesi. Il presente studio ha individuato e indagato un corposo nucleo di documenti originali inediti, che hanno permesso di precisare la durata, le fasi e i costi della costruzione, l’identità delle maestranze, i lineamenti del primo progetto e le varianti in corso d’opera. L’indagine rappresenta una svolta nella conoscenza di uno dei più importanti palazzi di Brescia e dell’intera opera del Torreggiani.
The attribution of the ‘Palazzo Martinengo Colleoni di Malpaga’ in Brescia to the bononian architect Alfonso Torreggiani was widely accepted since 1958, but some facts of the building’s history, like its direction and duration, remained hypothetical until today. The research behind this paper investigated many original unpublished documents relating to the construction yard, and in particolar to its duration, construction phases and costs, to its makers, to the first project’s traits and to its variation during construction. The study represents a turning point in our understanding of one of the most important buildings in Brescia and in Torregiani’s work.

Annamaria Azzolini, Alessandra Quendolo, Giardini con rovine nel territorio alense:“i Castelletti”
Nel corso del primo ventennio dell’Ottocento ad Ala, cittadina della Bassa Vallagarina nota per la produzione del velluto di seta, si diffuse la moda del Gothic Revival, una rivisitazione stilistico-architettonica che trovò piena espressione nella costruzione di fantasiosi edifici – i Castelletti – inseriti in lussureggianti giardini. In queste oasi di verde prendono forma tutti gli elementi propri del Landscape Garden: l’alto bosco frondoso, le rovine, i tempietti classici… e tutt’attorno la quiete e la solitudine della campagna alense. Paesaggi “costruiti” secondo l’arte dei giardini all’inglese di cui oggi sopravvivono solo labili testimonianze. Lo studio degli aspetti costruttivi di queste evidenze, affiancato alla ricerca storico archivistica, può contribuire alla conoscenza del loro assetto, delle modalità con cui sono state trasformate nel corso del tempo, delle attuali condizioni di degrado, in funzione anche di una riflessione sul loro “destino” all’interno del contesto della città di Ala.
At the beginning of the 19th Century, Ala (a small town in the Bassa Vallagarina, known for the weaving arts of velvet and silk) saw the spreading of the then fashionable Gothic Revival, an architectural movement which finds its full expression in the building of extravagant follies – the Castelletti – positioned in luxurious gardens. Among these green oases rise those elements which belong to landscape gardening: tall, leafy bushes, ruins, classical temples… while all around it’s the quiet and wilderness of Ala’s countryside. These landscapes are “constructed” according to the rules of 18th Century English Gardens, and only ephemeral proofs remain. The investigation of the architectural perspectives pertaining to these ephemeral testimonies, paired with historical and archival research, will contribute to the knowledge of their structure, the actual state of disrepair, for a reflection on their “fate” within the context of the city.

Fabien Benuzzi, Sculture di Andrea Malfatti a Riva del Garda
Il contributo presenta due opere inedite dello scultore Andrea Malfatti (1832-1917), conservate presso la Rocca di Riva del Garda (Museo dell’Alto Garda). L’attenzione viene al contempo posta anche sugli altri suoi lavori eseguiti per la cittadina benacense sottolineando in particolare il ruolo di committenti come Luigi Antonio Baruffaldi e Vincenzo de Lutti, che condivisero gli stessi sentimenti filo-italiani dell’artista.
The paper presents two still unpublished works by the sculptor Andrea Malfatti (1832-1917), belonging to the collections of the Museo dell’Alto Garda and kept at the ‘Rocca’ in Riva del Garda. A special attention is also paid to other sculptures made by Malfatti for the same town, with a focus on two of his patrons, Luigi Antonio Baruffaldi e Vincenzo de Lutti, who also shared his political ideas.