A. 97 (2018), 2

San Marco a Trento: Medioevo perduto e ritrovato

Categoria:

Per una più credibile candidatura di Trento a Città della Cultura. La canonica della chiesa degli Agostiniani e altri luoghi in attesa
Fabio Campolongo pp. 305-320

SAGGI
Prime notizie sul ritrovamento di affreschi trecenteschi nella ex canonica di San Marco a Trento
Serena Bugna, Silvia Invernizzi pp. 321-356

“Quadretto colla crocifissione in madreperla”. Un’opera inedita della collezione Tonelli al Castello del Buonconsiglio di Trento
Marco Mattedi, pp. 357-386

Marc’Antonio e Pietro Donzelli a Riva del Garda e un aggiornamento sulla loro attività
Stefano L’Occaso, pp. 387-406

 

CARTE D’ARCHIVIO
Marco Stenico, Alessandro Vittoria e una predera di marmori  in Trentino: una proposta di rilettura dei dati, pp. 407-436

Massimo Negri, “Sudditi tanto valorosi ch ere faranno honore né men cari saranno alla sua patria”. I gemelli Innocenzo e Germano a Prato negli anni universitari a Padova e un’inedita lettera di Marco Mantova Benavides a Cristoforo Madruzzo, pp. 437-458

Franca Barbacovi, L’eredità e la dote. Il Palazzo Lodron di via Calepina a Trento, da Margaretha Hohenems a Gerolamo Lodron, pp. 459-488

TESTIMONIANZE
Una conversazione con Anchise Tempestini, a cura di Ezio Chini  pp. 213-228

RECENSIONI E SEGNALAZIONI
Recensioni a cura di Michele Anderle, Cristina Baldo,Ezio Chini, Luca Gabrielli, pp. 497-511

Abstract

Serena Bugna, Silvia Invernizzi, Prime notizie sul ritrovamento di affreschi trecenteschi nella ex canonica di San Marco a Trento 

Nell’autunno 2017 il complesso della ex canonica di San Marco a Trento è stato oggetto di lavori di ristrutturazione. A supporto delle opere murarie e impiantistiche è stata esegui­ta una circoscritta ricognizione stratigrafica che ha evidenziato la presenza di affreschi ve­rosimilmente riferibili alla fase trecentesca della chiesa agostiniana di San Marco. Il saggio espone le prime considerazioni in merito alla scoperta rileggendo le fonti scritte alla luce dei dati materiali emersi dai sondaggi.

The parsonage belonging to the former augustinian monastery of San Marco in Trento has been partly renovated in the autumn of 2017. The localised architectural paint research car­ried out to supervise building works, pipework and electrical installation, has revealed layers of frescoes which are likely to be referred to the 14th century phase of San Marco church. The essay aims to give an early interpretation of the discovery based on information provided by the stratigraphic investigation and the study of historical documents.

 

Marco Mattedi, “Quadretto colla crocifissione in madreperla”. Un’opera inedita della collezione Tonelli al Castello del Buonconsiglio di Trento

In occasione del riallestimento delle sale del Castello del Buonconsiglio inaugurato nel giugno del 2018, il cospicuo patrimonio del museo cronologicamente ascrivibile al periodo che dall’antichità conduce al tardo Medioevo è stato interessato da un’accurata ricognizio­ne promossa con un duplice obiettivo: da un lato presentare in una nuova cornice espo­sitiva i principali capolavori già noti al pubblico, dall’altro sottoporre all’attenzione dei visitatori un nutrito corpus di opere rimasto fino ad ora conservato nei depositi. Il presente contributo intende analizzare uno di questi inediti manufatti, un raffinato bassorilievo di forma circolare, inciso nella madreperla e raffigurante il soggetto iconografico della Cro­cifissione, la cui esecuzione, databile tra l’ottavo e il nono decennio del Quattrocento, è riconducibile ad una manifattura operante nella regione dell’Alto Reno; sulla scorta di opportuni confronti proposti con simili esemplari coevi, si cercherà di delineare i tratti distintivi di questa tanto affascinante quanto poco conosciuta produzione, approfondendo in particolar modo la questione relativa alla originaria funzione di tali preziosi oggetti.

In the occasion of the new array opening of Castello del Buonconsiglio halls that took place in June 2018, museum’s conspicuous heritage chronologically ascribable to the period that le­ads from the Antiquity to the late Middle Ages went through an accurate research which had a dual purpose: on the one hand presenting in a new exhibiting context the masterpieces, which were already known to the public, and on the other submitting to visitors’ attention a copious corpus of artworks that until this moment had been preserved in deposits. This contribution intends to analyse one of these artifacts, an elegant circular mother-of-pearl bas-relief repre­senting the Crucifixion, whose execution, datable between the eighth and the ninth decade of the fifteenth century, is attributable to a manufacture active in the Upper Rhine region; on the basis of appropriate comparisons proposed with similar coeval specimens, an effort will be made to outline the distinctive features of this as fascinating as little known production, deepening in particular the question concerning the original function of these precious objects.

 

Stefano L’Occaso, Marc’Antonio e Pietro Donzelli a Riva del Garda e un aggiornamento sulla loro attività

Un documento di recente pubblicazione attesta la presenza a Riva del Garda, nel 1697, dei fratelli Marc’Antonio e Pietro Donzelli, di origine novellarese e a lungo attivi tra Bolo­gna, Novellara e Mantova. Il documento è stato ricondotto in passato a lavori nella chiesa dell’Inviolata, ma la circostanza del soggiorno trentino dei due artisti è qui invece riportata alla decorazione della cupola della Cappella del Suffragio nell’arcipretale di Santa Maria Assunta. In quel contesto operò anche lo stuccatore Michele Costa, egli pure impegnato a cavallo tra XVII e XVIII secolo tra Mantova e Novellara.

A recently published archival source reveals that Marc’Antonio and Pietro Donzelli, broth­ers and both from Novellara, but long active also in Mantova and Bologna, were busy in 1697 at Riva del Garda. The document has been related to frescoes in the Inviolata church, but is here instead referred to the frescoes painted in the dome of the Santa Maria del Suffragio chapel in the Santa Maria Assunta parish church in Riva. In the same yard was also active Michele Costa, a stucco-worker, also documented in Mantua and in Novellara at the turn of the century.

 

Marco Stenico, Alessandro Vittoria e una predera di marmori in Trentino: una proposta di rilettura dei dati

Nell’autunno del 1550 lo scultore Alessandro Vittoria visitò una cava di marmo attivata da Teodoro Busio, signore di Nomi e capitano vescovile di Fiemme, che aveva ottenuto in feudo dal principe vescovo di Trento, cardinale Cristoforo Madruzzo, una concessione estrattiva in quel sito. Busio informò il vescovo che Vittoria aveva espresso giudizi lusin­ghieri sulla qualità del materiale lapideo, ma non forniva ragguagli sull’ubicazione della cava: sulla base di diversi elementi indiretti e di contesto, si propone un’ipotesi di localiz­zazione di quel giacimento marmifero.

In autumn 1550 the sculptor Alessandro Vittoria visited a marble quarry opened by Teodoro Busio, lord of Nomi and episcopal captain of Fiemme, who had obtained a mining concession on that site by the Trento prince-bishop, cardinal Cristoforo Madruzzo. Busio informed the bishop that Vittoria had expressed complimentary judgments on the stone quality, but he did not pro­vide information about the location of the quarry: new indirect and contextual elements allow to suggest a localization’s hypothesis of that marble deposit.

  

Massimo Negri, “Sudditi tanto valorosi che le faranno honore né men chari saranno alla sua patria”. I gemelli Innocenzo e Germano a Prato negli anni universitari a Padova e un’inedita lettera di Marco Mantova Benavides a Cristoforo Madruzzo

Nel presente contributo si rende nota un’inedita lettera in cui il famoso giurista Mar­co Mantova Benavides, scrivendo al cardinale Cristoforo Madruzzo, si congratula con lui della laurea brillantemente conseguita, nel 1575, dai gemelli Innocenzo e Germano a Prato di Segonzano presso l’Università di Padova. Unitamente si forniscono alcune informazioni che, tratte dal carteggio intercorso, durante gli anni universitari, tra i due rampolli e i parenti trentini, rivelano i legami affettivi fra i personaggi citati e fanno altresì luce sulle abitudini e sulla vita quotidiana della buona società del tempo nel principato vescovile di Trento.

This contribution makes know a new letter, in which the famous jurist Marco Mantova Benavides congratulates Cardinal Cristoforo Madruzzo on the brilliantly graduated degree, in 1575, from the twins Innocenzo and Germano a Prato di Segonzano at the University of Padua. Together are made know some information, tracked from the correspondence, dur­ing the university years, between the two brothers a Prato and their relatives in Trentino. This correspondence reveals the affective bond between the mentioned people and clarify the habits and daily life of the aristocracy and the good society in this time in the bishop’s principality of Trento.

  

Franca Barbacovi, L’eredità e la dote. Il Palazzo Lodron di via Calepina a Trento, da Margaretha Hohenems a Gerolamo Lodron

Alcuni atti notarili, redatti dal notaio Giuseppe Endrici del Giudizio di Trento nella seconda metà dell’anno 1604, e custoditi presso l’Archivio di Stato della città, documen­tano i passaggi di proprietà del Palazzo Lodron di Via Calepina a Trento da Ludovico II Lodron, figlio di Paride e di Gerolama Calepini, che lo aveva fatto costruire e decorare, alla vedova Margaretha Hohenems, cui era stato assegnato in conto restituzione dote, e da questa al nipote Ludovico; è registrato poi un ulteriore passaggio da Ludovico al fratello Gerolamo, che vi prese stabile dimora.

Some documents belonging to the State Archive in Trent, drawn up in 1604 by the notary Giuseppe Endrici from the office of Trent, provide documentary evidence of the transfer of ownership of the Palazzo Lodron in via Calepina. It was passed from Ludovico II Lodron, son of Paride and Gerolama Calepini, who had built and decorated it, to his widow Margaretha Hohenems, as an advance from the restitution of her dowry. Then the palace was passed from Margaretha to his nephew Ludovico, and from Ludovico to his brother Gerolamo, who fixed there his dwelling.