Cazzano di Brentonico, 11 luglio 1846 – Mori, 30 novembre 1927

Nacque da Luigi e da Francesca Mora. Conseguita la maturità classica presso il ginnasio liceo di Rovereto nel 1865, entrò nel Seminario vescovile di Trento. Fu ordinato sacerdote dal vescovo Benedetto Riccabona il 26 luglio 1869. Iniziò così la sua lunga attività ministeriale, gerarchicamente modesta (non ottenne mai il titolo di curato) e tutta esercitata in Vallagarina, fatta eccezione per il periodo compreso tra il 1892 e il 1899 in cui fu cappellano esposto a San Giorgio e Grotta di Arco. Dal carattere schivo e appartato, don Pilati coltivò svariati interessi scientifici, occupandosi in particolare di ornitologia ed entomologia ma fu anche filatelico e numismatico. Socio corrispondente del Museo civico di Rovereto, fu vicino al milieu culturale cittadino, condividendone gli ideali scientifici e la “religione della patria”. Custode avveduto degli archivi delle parrocchie presso le quali fu collaboratore, dalla seconda metà degli anni Ottanta si dedicò prevalentemente agli studi di storia locale. Datano tra il 1891 e il 1905 le sue pubblicazioni sulla storia ecclesiastica di Mori e di Brentonico, le quali, tuttavia, per quanto non prive di informazioni talvolta ancora utili, non superano i limiti dell’erudizione di paese. Benevolmente incoraggiato a proseguire negli studi da don Simone Weber e Giovanni Ciccolini, che pure non mancano di rilevare i limiti dei suoi lavori, don Pilati ebbe di questi e delle proprie lacune da autodidatta precisa consapevolezza, anche quando pubblicò, più tardi, gli articoli sulle invasioni napoleoniche in Trentino e sulla signoria dei Castelbarco su Mori e sulla Val di Gresta. Modestia e naturale tendenza al basso profilo furono messi da parte quando nel 1899 diede alle stampe il volume I principi tridentini ed i conti del Tirolo (poi riedito nel 1911), opera dal debole impianto metodologico e intrisa all’eccesso di nazionalismo, facile bersaglio critico da parte sia degli storici tirolesi, sia di autorevoli e rigorosi studiosi di sentimenti filoitaliani quali, ad esempio, Francesco Menestrina. Nel 1904, alla morte di don Luigi Baroldi, deputato alla dieta provinciale di Innsbruck per la Vallagarina, gli fu proposto dal partito clericale di candidarsi alle elezioni suppletive per la nomina del successore. Il suo rifiuto, motivato ostentando sdegnosamente la sua ‘trentinità’, gli attirò le simpatie, interessate, del quotidiano “Il popolo” di Battisti che lo definì “prete galantuomo” e “scrittore apprezzatissimo”. L’episodio non scalfì comunque la sua volontà di restare estraneo all’agone politico. Apprezzò invece la nomina, sul finire dello stesso anno, a socio corrispondente dell’Accademia roveretana degli Agiati. Durante la prima guerra mondiale, condivise con i suoi parrocchiani di Mori la deportazione nei campi profughi austro-ungarici di Boemia e Moravia. Al termine del conflitto contribuì alla ricostruzione della borgata, fondando anche una cooperativa edilizia. Nel 1920 divenne socio della neocostituita Società per gli studi trentini (poi Società di studi trentini di scienze storiche). Spirò a Mori il 30 novembre 1927.

Opere principali (in ordine cronologico)

  • Alcune notizie storiche intorno alla parocchia ed agli arcipreti di Mori, Trento, Monauni, 1893.
  • Brentonico e la sua chiesa. Note storiche, Riva del Garda, Miori, 1895.
  • I principi tridentini ed i conti del Tirolo; con appendice, Il Trentino nella Confederazione germanica. Studi di storia patria, Riva del Garda, Miori, 1899 (2. ed. rivista e ampliata, 1911).
  • Il vicariato di Brentonico, Ricordi storici, in “La rivista tridentina”, 2 (1902), n. 3-4, pp. 261-267; 3 (1903), n. 2, pp. [255]-276; n. 3, pp. [405]-426; 4 (1904), n. 2, pp. [105]-124; 5 (1905), n. 2-3, pp. [59]-111, poi riedito con il titolo Il vicariato di Brentonico. Spigolature storiche, Mori, Malfatti, 1905.
  • I Castelbarco signori di Mori, in “San Marco”, 2 (1910), n. 2-3, pp. 71-83.
  • Gli arcipreti di Mori, in “Rivista tridentina”, 11 (1911), n. 3, pp. 142-151.
  • I Castelbarco signori di Gresta, in “San Marco”, 4 (1912), n. 3-4, pp. 81-104.
  • I briganti delle Giudicarie. Un episodio dell’insurrezione tirolese del 1809, in “Atti della i.r. Accademia roveretana degli Agiati”, S.4, v.1, 1913, pp. [153]-161.
  • Pagine sparse. Dolori e persecuzioni. (Dal diario di un profugo), Riva del Garda, Miori, 1919.
  • La verità intorno al padre di Gustavo Modena, in “Studi trentini”, 2 (1921), pp. 61-62.
  • Opere di padre Silvino Pilati, a cura di Emilio Veronesi, Mori, La Grafica, 2007 (raccoglie e ripubblica tutti gli scritti precedenti e altri, fatta eccezione per I principi tridentini ed i conti del Tirolo)

Bibliografia su Silvino Pilati (in ordine cronologico)

  • Sergio Benvenuti, La nascita della società per gli studi trentini. I soci del 1919-1920, in 1919. La Società di Studi trentini di scienze storiche: anno di fondazione, Trento, Società di studi trentini di scienze storiche, 1989, pp. 212-214.
  • Un secolo di vita dell’Accademia degli Agiati (1901-2000), a cura di Gauro Coppola, Antonio Passerini, Gianfranco Zandonati, 2. I soci, Rovereto, Accademia roveretana degli Agiati, 2003, pp. 854-855.
  • Fabrizio Rasera, Biografie, in Le età del museo. Storia uomini collezioni del Museo civico di Rovereto, a cura di Fabrizio Rasera, Rovereto, Osiride, 2004, p. 305.
  • Emilio Veronesi, Biografia di Silvino Pilati, in Opere di padre Silvino Pilati, a cura di Emilio Veronesi, Mori, La Grafica, 2007, pp. 477-483.
  • Ugo Pistoia, Don Silvino Pilati (1846-1927), prete ‘nazionale’, in Se non c’è Amore che Storia è? Nuovi materiali di lavoro per Fabrizio Rasera, a cura di Quinto Antonelli, Diego Leoni, Rovereto, Nicolodi, 2008, pp. 53-64.

Ugo Pistoia