DBST Inama Vigilio

Trento, 2 dicembre 1835 – Milano, 12 dicembre 1912

Figlio del giudice di Trento Vigilio de Inama e di Carlotta dei conti Martini di Calliano, Vigilio Inama nacque a Trento il 2 dicembre del 1835 nella residenza paterna di via Larga dove rimase fino al 1837 quando la madre, dopo la morte prematura del marito, decise di trasferirsi coi figli a Fondo in valle di Non. A sei anni però Vigilio ritornò in città per frequentare il Collegio Vigiliano di Trento e in seguito il ginnasio. Nel 1854 si iscrisse ai corsi di giurisprudenza prima e filosofia poi presso l’Università di Innsbruck e i suoi studi lo portarono successivamente a Praga, a Monaco ed infine a Padova dove, nel 1858, ottenne il diploma per l’insegnamento del greco e dell’italiano.
Rientrato a Trento, venne incaricato della docenza di filologia greca presso il Ginnasio cittadino; successivamente, e fino al 1860, sostituì Tommaso Gar presso la biblioteca Civica della città. Nel gennaio del 1861 decise però di lasciare Trento per raggiungere Torino dove intendeva trovare lavoro e stabilirsi. Durante il viaggio aveva però previsto di fermarsi anche a Milano presso il cognato Giovanni Battista Sardagna; questo soggiorno segnò per sempre la sua vita in quanto a Milano trovò lavoro e si trasferì definitivamente.
Nel 1862 ottenne la cittadinanza italiana e dal 1863 divenne insegnante presso la Regia Accademia Scientifico Letteraria di Milano, dapprima di grammatica greca, poi di letteratura comparata e infine di lingua e letteratura greca, impegnandosi contemporaneamente negli studi storici e filologici. Nel 1885 sposò Ida de Bresavola, figlia del giudice Bartolomeo de Bresavola di Avio, stimatissima moglie e compagna.
Nel 1866, abbandonando temporaneamente l’insegnamento, partecipò all’avventura garibaldina arruolandosi nel II Battaglione Bersaglieri Volontari comandato da Nicostrato Castellini e partecipando così alle battaglie del Caffaro e di Vezza d’Oglio. In queste occasioni si distinse particolarmente per valore e coraggio tanto da meritare la medaglia d’argento al valor militare “per essersi spinto davanti a tutti facendo un fuoco rischiosissimo e per essersi fermato dopo la ritirata del Battaglione a raccogliere il soldato Zinis ferito, al punto da restare tagliato fuori con lui…”.
Dopo questa parentesi l’Inama tornò alla sua attività di professore e studioso a Milano dove, dal 1877, divenne ordinario e preside manifestando, in diversi episodi, fermezza di carattere e capacità decisionale che lo portarono talvolta anche in diretto contrasto col Ministro della Pubblica Istruzione, soprattutto in merito ad alcune nomine non condivise dal professore.
Ricchissima fu la sua produzione scientifica nell’ambito degli studi classici, rivolta in particolare alla realizzazione di una serie di manuali di filologia e storia greca, pubblicati con la casa editrice Hoepli. Quello di maggior successo fu sicuramente Letteratura greca, edito nel 1880 e di cui uscirono ben 26 edizioni di cui 10 postume. Nella medesima collana uscirono anche il manuale di Filologia classica greca e latina, quello di Antichità greche pubbliche, sacre e private e quello sul Teatro antico greco e romano, uno studio, quest’ultimo, soprattutto di carattere storico e archeologico. A lui si devono inoltre diversi contributi scientifici editi in riviste specialistiche nonché edizioni di autori classici per la Biblioteca scriptorum graecorum et romanorum hoepliana.
Nell’ambito della sua attività accademica svolse ruoli importanti: fece parte del consiglio Superiore della Pubblica Istruzione e a Milano del Consiglio Comunale, del Consiglio scolastico provinciale e del Collegio Calchi-Teggi; fu inoltre eletto membro di numerose accademie e associazioni come l’Imperiale Regia Accademia Roveretana di scienze, lettere ed arti, del Reale Istituto lombardo di scienze e lettere, Conservatore della Biblioteca di lettere, scienze morali e storiche di Milano e della Società italiana per la diffusione degli studi classici. Fu socio del Circolo Trentino di Milano, del Circolo scacchistico e della società sportiva Forza e Coraggio di Milano, nonché di quella di Rovereto che lo volle come socio onorario. Per il suo impegno nella attività ginnica e nella sua promozione fu anche nominato dal Ministro membro della Commissione istituita per proporre un regolamento generale per l’insegnamento obbligatorio della ginnastica. Amante delle montagne, fu socio onorario anche della Società Alpinisti Trentini e fu uno dei soci fondatori del Club Alpino Italiano di Milano. Fu anche membro della Associazione zoofila Lombarda per la protezione degli animali.
La varietà di queste associazioni evidenzia lo spirito eclettico e moderno di Inama, professore e studioso di elevatissimo prestigio non privo però di molteplici interessi ed amante dello sport che praticava personalmente nelle palestre cittadine tanto da creare scandalo presso l’aristocrazia locale. Numerose furono anche le onorificenze ricevute. Già nominato cavaliere nel 1877, nel 1879 il re Umberto I lo insignì del titolo di Cavaliere della Corona d’Italia; nel 1887 fu inoltre nominato Ufficiale e Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia; infine nel 1902 venne onorato del titolo di Ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.
Col territorio trentino e con i suoi abitanti, soprattutto gli studiosi locali, mantenne sempre uno strettissimo legame e costantemente, durante i periodi estivi, era solito rientrare nella casa paterna di Fondo. Al Trentino dedicò anche numerosi studi di carattere storico ed epigrafico in parte inediti e in parte pubblicati nelle principali riviste locali, soprattutto in “Archivio Trentino”, nonché in alcune monografie.
Dopo la sua morte, avvenuta a Milano il 12 dicembre 1912, Vigilio Inama venne trasferito presso il cimitero monumentale di Verona, nella tomba della famiglia de Betta, dove si trovavano anche le spoglie del fratello Carlo.
Diversi sono gli archivi che custodiscono la produzione autografa e documenti relativi a Vigilio Inama. Manoscritti di Vigilio Inama si trovano presso la Biblioteca comunale di Trento, l’Accademia degli Agiati di Rovereto, il Museo Storico di Trento, e la Biblioteca Braidense di Milano (soprattutto lettere presenti in diversi epistolari), dove dovrebbe essere conferita anche la sua biblioteca personale.

Opere di Vigilio Inama di argomento trentino:

  • Le antiche iscrizioni romane della Valle di Non, in “Archivio Trentino”, 12 (1895), pp. 3-78.
  • Storia delle valli di Non e di Sole dalle origini fino al secolo XVI, Trento, Zippel, 1905.
  • Fondo e la sua storia, Rovereto, Mercurio, 1931.

Bibliografia su Vigilio Inama (in ordine cronologico)

  • Ottone Brentari, Vigilio Inama, in “Pro Cultura”, 6 (1913), pp. 117-137.
  • Angelo Taccone, Inama Vigilio, in Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti, 18, Roma, Istituto Giovanni Treccani, 1933, p. 952.
  • Francesco Ercole, Vigilio Inama, in“Enciclopedia biografica e bibliografica italiana”, s. 42, 3 (1941), p. 201.
  • Cristina Bassi, Vigilio Inama, tesi di laurea, relatrice Maria Silvia Bassignano, Università degli Studi di Padova, a.a. 1987-1988.
  • Cristina Bassi, Vigilio Inama. Filologo, storico ed epigrafista dell’età romana, in “Studi Trentini di Scienze Storiche. Sezione prima”, 69 (1990), pp. 45-72.
  • Guido Fagioli Vercellone, Inama Vigilio de, in Dizionario Biografico degli Italiani, 62, Roma, Istituto Enciclopedia Italiana, 2004, pp. 317-319.

Cristina Bassi